In questi giorni le cose non vanno bene.
Come sempre al ritorno dalle vacanze, sia estive che natalizie, Carlo Alberto passa uno dei suoi brutti periodi. Non che normalmente sia una passeggiata essere sua madre, ma è indubbio che al ritorno dalle vacanze è molto peggio. Perché? Non sapete quanto mi interrogo su questo. Le risposte più accreditate sono due: lo spezzare i suoi ritmi quotidiani che, da sempre, non gli fa bene ed il fatto che in vacanza capita sempre più spesso che si faccia uno strappo sul tempo quotidiano che gli concediamo per i videogiochi sull’Ipad ed è poi molto frustrante per lui tornare a giocare solo quei 45 minuti al giorno. Ora poi c’è un nuovo gioco al centro dei suoi pensieri che si chiama Minecraft e vorrebbe giocare sempre, guardare video su youtube su questo gioco e leggere in continuazione l’enciclopedia del gioco che ha ricevuto per Natale. Pur riconoscendo che è un videogame molto più costruttivo rispetto ai precedenti e che ha il merito di insegnare anche tante cose, non posso fare a meno di spaventarmi quando ha queste ossessioni, quando è felice solo quando ci gioca o ne parla, quando, dicendogli di chiudere l’Ipad, si scatenano pianti e urla.
E così, visto l’andamento dei primi giorni di rientro dalle vacanze ho preso la bella decisione di togliergli di nuovo l’Ipad per una disintossicazione. E’ avvenuto il solito copione: a primi giorni terribili di esplosioni di rabbia, sono seguiti giorni via via migliori anche se, arrivati in qualche modo all’undicesimo giorno, siamo ancora lontani da una convivenza normale.
Quel che registro però senza dubbio alcuno è il mio essere arrivata di nuovo ad un brutto punto.
Un punto in cui la mia pazienza è finita ed ogni goccia fa traboccare il vaso.
Un punto in cui io prenderei volentieri la porta e me ne andrei per qualche giorno.
Un orrendo punto dove io avrei bisogno di stare lontana da mio figlio. E, solo chi ha provato questa esigenza almeno una volta, può capire fino in fondo i miei sensi di colpa nei suoi confronti.
Perché io amo profondamente mio figlio e sentire questo bisogno mi fa stare male quanto le sue urla e la sua rabbia. Ed il pensiero che lui possa “leggermi” mi distrugge ancora di più. E sensibile com’è non ci sarebbe da stupirsi se lui capisse.
L’unico modo che mi consente di non impazzire è cercare di essere indifferente. Allora lui, vedendo che le sue esplosioni non hanno effetto su di me e che lo tengo lontano, si comporta meglio. Solo che io non ho ancora imparato ad ignorare le sue esplosioni nel momento in cui avvengono e a comportarmi come se niente fosse e poi essere la mamma amorevole ed affettuosa quando tutto passa. Un po’ perché ormai è un dato di fatto che, appena abbasso la guardia, lui riparte con le provocazioni, un po’ perché quando lui esplode per una sciocchezza, mi grida con rabbia o mi dà una botta anche se piano, io non riesco a non rimanerci male.
E’ più forte di me.
A volte urlo ancora più di lui non facendo altro che alimentare il suo fuoco.
A volte mi scendono le lacrime per lo sconforto e la tristezza che mi provoca.
Sicuramente questa seconda reazione ha un effetto migliore su di lui perché, quando succede, vedo sincero dispiacere nei suoi occhi e quelli che seguono posso registrarli come i momenti più affettuosi fra noi. Ma è giusto questo? Ho certezza assoluta che non vada bene urlare, ma a volte è l’unica cosa che riesco a fare. E’ corretto pero’ piangere davanti al proprio figlio per qualcosa provocato da lui? O serve solo a farlo sentire in colpa? Un figlio può “reggere” le lacrime di sua madre? Io credo non sia un bene per lui.
Come si impara dunque a reagire sempre nel modo giusto quando figli complicati ci sottopongono a questi momenti difficili? Ho sempre cercato di comprendere dove sbagliavo, di informarmi, di correggermi, di continuare ad amarlo. A volte funziona e riesco ad aggiustare un po’ il tiro, a volte invece succede, come ora, che sono semplicemente stanca.
Non si tratta di stanchezza fisica perché quella posso reggerla per giorni.
E’ stanchezza mentale. Voglia di avere un po’ di pace e un po’ di spensieratezza.
E’ non volere discutere per tutto e che ogni cosa diventi un problema.
E’ voglia di avere un rapporto normale con mio figlio.
A volte mi chiedo perché sia capitato proprio a me ed è così brutto pensarlo. Certo conosco cose ora, rispetto a quando sono diventata madre per la prima volta, che mi possono aiutare. So che non è colpa mia, pur certo riconoscendo che avrò fatto più di un errore. So che devo accettare che mio figlio è così, che devo cercare di migliorare le cose, ma che forse non proverò mai con lui una maternità “facile”. So che, spesso, i bimbi problematici sono quelli che danno maggiori soddisfazioni su altri piani. Però è lo stesso inevitabile che mi arrivino giorni come questi in cui mi appare tutto così difficile e senza via d’uscita.
E allora scrivo e condivido. Perché so che non sono l’unica mamma al mondo a sentirsi in difficoltà. Le difficoltà possono essere piccole o grandi, ma il senso di inadeguatezza non cambia.
C’è una persona a cui penso sempre nei momenti più grigi e penso in particolare proprio a questo suo post che me la fece conoscere, purtroppo per ora solo virtualmente. Non sapete quanto aiuti sapere di non essere sola e sentirsi compresa da chi ci è passato o ci sta ancora convivendo con momenti così.
Poi penso che io sono stata anche molto fortunata perché il Signore mi ha mandato un altro figlio che mi fa provare una maternità così diversa ed appagante e che mi riabilita come buona madre ai miei occhi. Perché è questo che succede con certi figli: di non sentirsi una buona mamma.
E’ costato tanto dolore mentale avere un altro figlio, ma ringrazio ogni giorno che sia arrivato fra noi. Perché se ogni figlio è un dono meraviglioso, lui lo è stato ancora di più. La nostra vita si è certo anche complicata perché, il fatto che lui sia così adorabile, fa sentire l’altro ancora peggio, confrontandosi a lui in ogni momento che passano insieme.
Ma io solo so quanto mi aiuti in giorni brutti come questo, abbracciarmi stretta al piccolino di casa e perdermi nella sua dolcezza e nei suoi sorrisi. Certo, sempre quando non c’è l’altro a vedermi….