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senza dio né legge. #ilMarcioPerLaVita

Da Suddegenere

Seppure nulla appaia scontato, nel racconto coinvolgente e appassionato di Marcela Serrano  dal titolo Senza Dio né legge contenuto nel recentissimo Adorata nemica mia, non è difficile comprendere perché la scrittrice faccia confrontare la protagonista – cui ripugna il femminismo – proprio con l’aborto (e lo stupro). 

” Laura Gutierrez non sopporta la parola aborto, le suona sorella di altre parole che non tollera, come femminismo; le fermentano nello stomaco dandole acidità. Tentativi del tempo per abituare la donna alla morte; a tante morti diverse, quelle della vita, di un sistema, di una particolare tradizione.”

Del resto, che l’interruzione volontaria della gravidanza sia materia ritenuta scabrosa – anche da parte di insospettabil*- e che venga associata con sospetto, e talvolta con rancore, al femminismo, è cosa che ho avuto modo di appurare appena un anno fa.

<< marcio
(agg.), avariato, corrotto, decomposto, guasto, putrefatto, putrido.
(s.m.), corruzione, disonestà, immoralità, marciume, purulenza, putridume.>>

Mi pare ieri – quando mi chiedevo dove (o meglio quali) fossero  istituzioni e  partiti politici – che è già di ritorno la marcia più ripugnante di tutte, quel gesto politico violento che, a sfregio, si vuole compiere proprio nel giorno che in Italia è stato istituito per celebrare “la mamma”.E se c’è chi si è organizzata diversamente, la questura pensa bene di non concedere autorizzazioni di altro genere, neanche quella per ricordare che il 12 maggio 1977 veniva uccisa Giorgiana Masi. Domenica prossima sarò col cuore a Roma, con le compagne (e i compagni). So che loro ci saranno.

p.s. due cose: 

-Al bambino, prima elementare, hanno dato  da imparare una poesia. Io non posso leggerla, dovrà essere una “sorpresa” per domenica. Il bambino però è venuto a chiedermi ” Mamma, come mai devo ringraziare Dio per l’amore che mi dai e non te?”: Memento

 -Nel racconto di Serrano c’è una associazione e risuona un nome, che non mi è nuovo….Guanajuato

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(in foto: senza titolo, collage 1935 di Maria Benz – Nusch – da Lea Vergine, L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940, il Saggiatore 2005)


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