Magazine Cultura

Senza parole

Da Fiaba
E-mail Stampa PDF

Mercoledì 16 Marzo 2011 11:41 Scritto da Dora

senza-parole
Al di là delle alte montagne, esiste un paese dove gli abitanti non parlano mai. Questo non perché non ne siano capaci, ma semplicemente perché hanno smesso di farlo.

Un giorno di primavera, arrivò in villeggiatura Fabian, un ragazzino che al contrario degli altri, parlava sempre.

Sceso dal treno, cominciò a salutare tutti quelli che incontrava. Senza mai avere risposta. Gli effetti del suo comportamento furono differenti: chi sorrideva, chi si stupiva e chi s’innervosiva.

Il giovane, non capiva perché nessuno gli rispondesse ed invece di smettere, continuò ponendo mille domande.

“Saranno muti” pensò alla fine della giornata “E’ per questo che sembrano così tristi. Poverini! Per non farli sentire a disagio, domani mi adeguerò, cercando di stare zitto”.

Fabian tentò in tutti i modi di tacere. Le parole però, gli uscivano dalla bocca, tanto era l’abitudine di comunicare ogni suo pensiero.

Gli adulti cominciarono a scansarlo, non appena lui si avvicinava. Lo stesso facevano i bambini, anche se questi erano incuriositi. Lo trattavano come un malato contagioso.

“Scusate” ripeteva Fabian “Non lo faccio apposta. Dovete avere un po’ di pazienza con me”.

Alla fine della giornata, si accorse che nessuno gli voleva stare accanto. Era completamente solo.

Triste e demoralizzato andò a dormire “Cercherò di sforzarmi di più per essere come loro” esclamò tra le lacrime.

Per quanto però lui s’impegnasse, non riusciva ad andare contro la sua natura e le parole gli uscivano dalla bocca, come il canto per gli uccellini.

Dopo qualche tempo, stufo di quella situazione decise che sarebbe stato sempre se stesso.

“Mi devono accettare per come sono” disse una mattina uscendo di casa e riprese a parlare con tutti.

Inaspettatamente un pomeriggio, mentre giocava con alcuni ragazzini, dalla bocca di uno di questi, uscì una parola.

Tutti si fermarono sorpresi nell’udire quel suono. Erano dunque capaci di parlare. Ad uno ad uno, anche gli altri ripeterono quel vocabolo. Guardandosi in faccia, scoppiarono a ridere a crepapelle e ad urlare come matti.

Gli adulti si fermarono, non credendo alle loro orecchie, mentre Fabian contentissimo saltava come un grillo.

Che cos’era accaduto? La malattia di Fabian aveva contagiato gli altri? Oramai i ragazzini erano incontenibili. Parlavano, parlavano senza riprendere fiato. Un genitore scosso per far smettere il figlio esclamò ad alta voce: “Basta così!”. Subito dopo si tappò la bocca con la mano.

L’intero paese l’avevo sentito. Quel signore, sarebbe stato bandito e quindi cacciato via? I ragazzi, avrebbero dovuto subire una punizione? Qual era il destino di Fabian?

Si narra che dopo quell’episodio qualcosa di sconvolgente accadde.

Il paese cambiò nome in: MAI PIU’ SENZA PAROLE.

L’arrivo del giovane aveva fatto comprendere il valore della comunicazione, ma ancor di più, quanto sia importante accettare il prossimo, anche se apparentemente diverso.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog