(fonte: Retronaut.co)
Ti era successo l’altro ieri.
A me oggi.
Dimenticarsi non della poesia
(o dei poeti),
ma delle poesie.
Fatte, finite, condite.
Dimenticate nello stomaco durante il sonno,
occhi confusi
da cani scemi e bagnanti ucraine.
Vedi,
una cornacchia (proprio ora!)
canta gravida da sopra un pino.
Condotti d’areazione
marciscono sabbiosi,
fumo e addio poesie.
Poi ci penso,
ci penseremo.
Adesso ci sono da cercare
lumacone giganti,
segnalibri Trenitalia
e voli convenienti.
E domani si ricomincia, sai,
a far finta di esser liberi,
dimentichi.