Egon Schiele, "Tote Mutter" (1918)
Ho trovato fogli in cucina
con donne intente a scrivere con l’olio
parole aspre uscite fuori dal frigo
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innamorate di me
mentre intimorito preparavo il caffè
in caffettiere senza manico
-
caffettiere
per dita bollenti
e lingue appiccicate da sussurri noir
ascoltati dai fantasmi di carta
crollati nudi sulle mie labbra
al suono tiepido di finestre socchiuse
-
mentre già fuori volavano sentimenti di gomma
a circondare il mio palazzo vestito da trans
pieno in soffitta di sperma vecchio
usato da puttane della prima guerra mondiale
per bombardare i maschi fradici di colpe;
per cosa poi,
per un giorno in più di nausea:
e si cammina ovunque accanto ai vivi
con delle birre in mano
e un po’ di saliva sul mento.