Gliel’ha detto in slavo,
Credo,
Con il suo cappello di lana viola:
“Cosa ridi?”
Ma lo ha detto tra i due denti,
Il pittore asessuato con la rosa nel taschino;
Lo ha detto all’africano felice
Che correva avanti e indietro
Sull’autobus.
In bocca un cavetto elettrico,
Mentre noi ci guardavamo stupiti i fegati,
Infantili.