Senza un pizzico in più o in meno

Da Naimablu

Immagine: Rodney Smith
Il giorno che sei entrato nella mia vita, io non c’ero. Ero via, non so perché o conosco così bene le ragioni di quel viaggio che ricordarle adesso non farebbe che riprendere un filo ormai spezzato. Non tutti i fili hanno la stessa resistenza, sai? Per uno di loro che si lega alle mani e non le lascia andare, ce ne sono mille che al primo soffio del vento sfuggono e volano via. Non si ritrovano più, accade. Quel giorno, ho perso il filo e ho trovato te. Non ti aspettavo, erano le cinque e non ti aspettavo. Alle cinque in punto io bevo il tè, non potevi saperlo, eppure l’hai sempre saputo. Zenzero e cannella, come mi piace di più, come sono io. Sei arrivato tra i ricami di vapore pizzicandoli, più dello zenzero, ma con dolcezza. Come sei tu, come non sapevo fossi tanto vicino a me. Mi nascondevo, non da te, ma da me, dalle mie mani che avevano perso il filo, dal timore di scoprirsi avvinte a qualcosa di nuovo che aveva lo stesso profumo di quel giorno in cui non c’ero. Zenzero e cannella, non mi hai mai chiesto perché lo preferissi, hai sempre saputo che fosse come me, ho imparato a capire quanto somigliasse a te, adesso so quanto appartenga a noi. Noi, un appuntamento che non c’era e un tè che ci aspettava. Sei entrato a piedi muti, come se avessi timore di imprimere all’incontro un suono diverso da quello dei nostri occhi. I tuoi, gli stessi di chi conosce la meraviglia, i miei che credevano d’averla persa, come ogni possibile parola. Quanto hanno detto i nostri occhi quel giorno, oltre il vapore, la paura, l’esitazione? Stavo tornando, poco alla volta. Per non lasciarti solo, per le mie mani e quel filo che le accarezzava. Accade così, le dita si muovono, danzano e incontrano qualcosa che le stringe, fino a legarle con dolcezza e decisione, e non è solo aria. Ho sempre pensato che sia nelle mani strette che si inizi a fare l’amore e quel giorno, per noi, è stata la prima volta, senza toccarci. C’ero, adesso lo so, tu l’hai sempre saputo, come quando preparo il mio tè e so che è necessario che tutto sia nella giusta misura. Zenzero e cannella, piccante e dolce, un pizzico in più o in meno e la miscela salta, il profumo svanisce e il filo vola via.Sapevi anche questo, tu. Hai sempre saputo molto più di me, ascoltato anche quello che non riuscivo a dirti, legato alle mia dita quel filo che avevo perso. La miscela giusta, senza un pizzico in più o in meno, noi. E io, che ci ho messo quel pizzico di zenzero in più. È successo in una mattina di marzo, indecisa come la mia voglia di andar via o restare. Ho scelto di andare, non perché lo volessi, ma perché era l’unica cosa da fare, l’unico modo che avevo per non avere più paura di perdere il filo, prima che il filo abbandonasse me. Quando non ci sei  è tutto più semplice, anche preparare un tè sapendo che non arriverà nessuno a squilibrare la miscela. Zenzero e cannella, senza che faccia male, nella giusta misura, la stessa che garantisce che il filo non stringa troppo. Ma il filo c’era, c’è. Tu c’eri, ci sei. E c’ero anch’io, ci sono, anche se ho fatto di tutto per andar via. Sono le cinque, domani lo saranno ancora e ancora e ancora fin quando tu non entrerai di nuovo nella mia vita. Abbiamo un appuntamento e lo sappiamo entrambi. Questa volta ci sarò, sarò qui ad aspettarti, saranno le cinque e ti aspetterò. Riempirò questa stanza di tazze, vapore, zenzero e cannella. I nostri occhi si cercheranno per scorgersi tra i ricami di luce che ruberemo al sole, si parleranno come se fosse la prima volta, oltre il vapore, la paura, l’esitazione. Le nostre mani stringeranno quel filo che non hanno mai lasciato andare, faremo l’amore. Audacia e dolcezza. Zenzero e cannella. Noi.
[Per tutti quegli appuntamenti che non c'erano...]

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