Il dato allarmante dunque, molto al di là delle campagne di de profundis etico dei collaborazionisti della carta stampata e dei comici impolitici, sempre pronti a cavalcare i bassi umori popolari e gli infimi istinti primordiali, è che essi pretendono la greppia collettiva per continuare ad ingrassare i propri apparati elefantiaci, delegando ai supertecnici e agli organismi mondiali le scelte economiche e politiche del governo. Se stanno lì esclusivamente per pianificare le feste dell’unità facendo la festa all’unità statale è meglio che si tolgano di torno. E presto. Ora che la gente ha compreso di poter fare a meno di Bersani, Alfano, Bossi, Fini, Casini, Vendola ecc. ecc., adesso che il consenso verso i partiti è sceso molto al di sotto di una fisiologica soglia di disinteresse stagionale, costoro vorrebbero riprendersi la scena per mettere in atto un’altra pantomima elettorale che non risolverà le sofferenze del Paese ma le aggraverà per inabilità manifesta a governare. Si può imbiancare il sepolcro quanto si vuole ma se dai tumuli vanno e vengono zombies senza calore non ci vuole tanto a capire che sempre dinanzi ad un cimitero di ideali ci troviamo. Nemmeno basterà additare l’apocalisse dello spread o la dannazione delle borse, apparizioni relativamente recenti, per far sembrare il funerale in corso una momentanea cerimonia all’insegna della sobrietà. Il sistema politico italiano si è ucciso tanto tempo fa, quando la funerea e funesta macchina delle tenebre, presentatasi alla gente come una gioiosa macchina da guerra, alleata alle schiere giustazialistiche e alle legioni confindustriali, vendette la patria alle truppe straniere per garantirsi la propria misera sopravvivenza cadaverica. Gli italiani hanno elaborato il lutto da tempo e non si faranno commuovere dalle lacrime dei coccodrilli che prima si sono divorati il Paese ed ora vorrebbero amministrarne le restanti macerie. Bisogna inumare le salme e gli scheletri dei tempi trapassati per non finire imbalsamati, questa è l’unica alternativa che ci resta.
Ps. Anche qualche giornale inserito nel circuito dei media ufficiali comincia a credere che, essendo tutti gli uomini e i partiti di questa fase storica ampiamenti compromessi con lo sfacelo generale, non è detto si tratterà degli stessi protagonisti del prossimo futuro dell’Italia. Scrive oggi Belpietro nel suo editoriale: chi dice che i partiti saranno questi? Cosa ci fa credere che la prossima volta dovremo sempre scegliere i soliti gatti? Perchè non potrebbe esserci un nuovo Cavaliere a guidare i sogni italiani?
Sono d’accordo, ma basta con i Cavalieri felloni e libidinosi poichè adesso è il turno dei Grandi Chirurghi spietati.