A Seppl piace la cucina italiana…
Vado per ordine. Abito in un quartiere che una volta era periferico. La casa dei miei era una di quelle dell’edilizia popolare e, di fronte, sorgeva un maso di contadini sudtirolesi che possedevano anche una vasta vigna. I masi adesso sembrano delle villette, ma allora erano davvero rustici, con pareti esterne di legno grezzo, l’immancabile crocifisso sulla parete esterna e, a fianco, un piccolo pollaio.
La famiglia che ci abitava aveva una bambina della mia stessa età che frequentava la mia stessa classe, Dorothea, la classica tedeschina con le trecce ed il grembiulino blu, e con lei ho trascorso molti pomeriggi estivi sotto i pergolati dell’uva a giocare al “Mensch, aergere dich nicht” ossia il “non t’arrabbiare”,

un tipico gioco tedesco, con il tabellone disegnato artigianalmente su un pezzo di cartone e, per pedine, dei bottoni colorati. I genitori di lei erano contenti se giocavamo assieme, così la piccola imparava bene l’italiano. A volte, da un paese vicino, arrivava anche Seppl (Giuseppe), suo cugino di un anno più giovane, che si arrampicava sugli alberi per riempirci i grembiuli di mele (dolcissime, succose, dalla polpa crocchiante..altro che quelle che troviamo nei supermercati)…o, per farci dispetto e paura, ci agitava davanti alla faccia delle serpi d’acqua che andava a prendere nelle rogge di irrigazione dei campi al di là della strada.
Allora i meli erano alti 4 o 5 metri, e la raccolta si faceva arrampicandosi con le scale a pioli, e non quei rametti striminziti, ma carichi di frutti che vedo adesso nei campi che fiancheggiano le strade.


Poi il maso è stato buttato giù, e per demolirlo era stato usata una grossa palla di ferro collegata ad una catena, in quanto non era fatto di mattoni, ma di pietre e sassi…
Al suo posto è stato costruito il condominio in cui abito a tutt’oggi e la vigna dall’altra parte della via espiantata per fare posto ad un nuovo quartiere, Dorothea si è sposata e trasferita in Germania. E Seppl? Lui ha ereditato il maso dei genitori, appena fuori città, ma spesso andiamo a trovarlo, specialmente in periodo di vendemmia. E’ divertente, per un giorno, “giocare” a fare il contadino, passare tra le vigne per raccogliere i grappoli d’uva, ed infine fare merenda all’ombra dei meli, sulle tavolate rustiche, con canederli, crauti, pane di segale, speck

e graukaese, serviti sui taglieri di legno ed accompagnati da vinello o birra.
Però, come ho detto, a Seppl piace la cucina italiana, per la quale la moglie è del tutto negata. Ed allora, quando ci invita, ricambio con una teglia di pasta al forno ed una di melanzane alla parmigiana.
Già, la pasta… Ci sono vari modi per farla. Uno, il più svelto, usando la Pastamatic,

Poi c’è un metodo “intermedio”, con l’impasto preparato a mano, passato poi più volte nell’Imperia,

Ma tirare la sfoglia a mano, col matterello, è la cosa che dà più soddisfazione. La classica ricetta di un uovo per ogni etto di farina, impasto e poi giù a lavorare di olio di gomito ed infine la rotellina per tagliare le larghe sfoglie per il pasticcio….






