Sequel: croce e delizia del popolo dei lettori. Chi non ha mai provato a immaginare un seguito per il proprio libro preferito?
Certamente molti lettori sognanti si saranno cimentati nell’impresa: la sera, dopo una giornata fitta di impegni, magari al calduccio sotto le coperte, ogni bibliofilo che si rispetti avrà fantasticato sul destino toccato ai protagonisti dell’ultimo romanzo letto. Tante le domande che affollano la testa del lettore-inventore: avrà saputo resistere alla prova del tempo il grande amore della coppia centrale del libro? Che ne sarà stato del perfido antagonista del nostro fantasy preferito? Sarà stato davvero sconfitto come sembrava nel finale? In quali nuove avventure sarà incappato l’eroe del libro che abbiamo appena chiuso sul comodino?
Dall’altro lato, però, la curiosità del lettore è accompagnata da un altro, inevitabile sentimento: chiamarlo “terrore” potrebbe sembrare eccessivo, ma gli appassionati più incalliti di questo o quel libro non saprebbero definirlo altrimenti.
Eh già, perché un sequel, oltre a essere una continuazione tanto a lungo desiderata, potrebbe rivelarsi invece un impareggiabile disastro, deludendo in pieno le aspettative del lettore e gettando una luce negativa persino sulla prima opera; tanto, il lettore si ritroverebbe a pensare con amarezza, “si sa come va a finire”.
Il rischio di mettere i lettori davanti a una delusione, però, non ha fermato molti scrittori, che hanno sfornato sequel più o meno stiracchiati con grande disappunto di tutti; per non parlare del mondo del cinema, in cui serializzare un prodotto è diventato ormai la regola.
C’è anche chi, però, si è sottratto a questa tentazione e ha rifiutato l’idea di un sequel non programmato dal principio: il caso più recente e noto è sicuramente quello di J.K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter, che si è sempre rifiutata di offrire una continuazione delle avventure del maghetto, ritrovandosi a smentire più volte voci infondate che la volevano al lavoro su un ottavo libro della serie. Molto probabilmente, insomma, a parte qualche notizia fornita dalla stessa autrice (talvolta in forma di racconto), la saga del maghetto britannico non conterà più di sette libri.
Di fronte però a un panorama letterario moderno che ha fatto del sequel la sua linfa vitale, non può che sorgere una domanda piuttosto irriverente: come sarebbero i seguiti dei grandi classici della letteratura? Come sarebbero state continuate le meravigliose storie che ci appassionano e ci fanno sognare da sempre? Con buona pace delle grandi penne da cui sono scaturite, lanceremo la fantasia a briglia sciolta, e con un pizzico… anzi, con molta ironia, proveremo a immaginare il seguito mai scritto.
Prima di cominciare, però, urge un’avvertenza: se non conoscete il finale delle opere scelte volta per volta, non leggete oltre!
Cime Tempestose, di Emily Brontë, (1847)
La trama in pillole: questo scritto dalla sorella minore del trio Brontë è Il Romanzo sulla gelosia e l’amore contrastato e vendicativo. Sin dall’inizio, da quando i due innamorati, Caherine e Heathcliff, si incontrano (o meglio, si scontrano) l’amore scocca supremo; ma, vuoi le differenti condizioni sociali dei due, vuoi la pazzia e l’isterismo che a turno colpisce i vari personaggi, entrambi continuano a rincorrersi per anni, amandosi disperatamente e da lontano, senza mai trovare pace se non dopo la morte, alimentando la leggenda che li vuole veder vagare insieme nella brughiera mano nella mano.
Ultima frase del libro:
M’indugiai fra di esse, sotto quel benigno cielo: guardavo le farfalle notturne svolazzanti sull’erica e le campànule, ascoltavo il soffice vento frusciante tra la verzura, e mi domandavo stupito come mai, come mai qualcuno potesse fantasticare d’inquieti sonni, per coloro che dormivano in quella terra traquilla.
Come avrebbe potuto continuare.
Rispondere a un turbinio di passioni come quelle rappresentate in Cime Tempestose sarebbe cosa ardua per molte penne affinate; noi ci proviamo semplicemente in quanto lettori accaniti e amanti di questo intricato polpettone letterario. Innanzitutto, si potrebbe immaginare un’evoluzione del romanzo in senso horror: con le numerose morti che si susseguono nel romanzo, le premesse ci sono tutte! Gli spiriti di Heathcliff e Catherine potrebbero vagare nei territori creando scompigli a non finire, rompendo fragili cristallerie al loro passaggio, spaventando giovani fanciulle impegnate a sognare ad occhi aperti il loro futuro sposo, sussurrando nelle loro orecchie che l’amore non è altro che dolore e struggimento, stagliandosi come figure nere alla porta dei nascituri, buttando su di loro disgrazia e sfortuna, rovinando raccolti, minestre e vini, creando più scompigli delle streghe, e nella notte di Halloween, risorgendo con tutti gli altri fantasmi del libro, Edgar, Frances, Mr Earnshaw, Hindley, Linton, per una battaglia che scatena tutti i venti delle cime.
Non vi convince questo sequel troppo in salsa fantasy? Be’, ve ne riserviamo un altro: a dispetto del primo libro, un vero capolavoro della passione, il seguito dovrebbe essere un racconto della pigra e piana storia d’amore di Cathy e Hareton, il cui più grande sconvolgimento sembra decidere di sposarsi il giorno di Capodanno, perciò il problema che si trovano a fronteggiare è unire le due feste, matrimonio e inizio anno nuovo, in un’unica data, scegliendo un menu che sia all’altezza. La storia prosegue narrando la tranquillità di questa coppia, che vive nella grande casa ereditata mettendo al mondo figli calmi e obbedienti, e invecchiano normalmente parlando del tempo e dell’artrosi. Invece che “cime tempestose” il romanzo diventerebbe “cime sonnecchianti”; e chiunque avesse avuto voglia di scaraventare il primo libro dalla finestra per il troppo arzigogolio sviscerato dalla Brontë, desidererà fare la stessa cosa con questo sequel, per il ritmo troppo piano con cui procede…
Chissà cosa ne penserebbe la povera Emily di questo seguito del suo libro. Be’, ormai è troppo tardi per saperlo! Il dado è tratto e noi lanceremo di volta in volta i nostri strampalati, improbabili e incoerenti SEQUEL! Lettori, siete avvisati, la mania ormai s’è diffusa…