L’annuncio di questa scoperta non poteva arrivare in un momento migliore. In una conferenza stampa tenuta all’Università della Lapponia, in Finlandia, il professor Alexei Christmasainen ha da poco rivelato di avere sequenziato nientepopodimeno che il codice genetico di Babbo Natale.
Tutto era iniziato esattamente un anno fa, quando la mattina di Natale un bambino finlandese trovò sul pavimento di casa un lungo pelo bianco, molto probabilmente caduto dalla barba del signore vestito di rosso che ogni 25 Dicembre porta i regali nelle case di tutti i bimbi del mondo. Il caso ha voluto che il papà del piccolo Markus lavorasse come ricercatore presso l’Università di Rovaniemi. Il professor Christmasainen, emozionato quasi quanto il figlio, portò il campione in laboratorio, al fine di estrarne il DNA e di sequenziarlo.
La procedura, che ormai è di routine e che normalmente viene eseguita in poche settimane grazie alle tecnologie di ultima generazione, questa volta ha richiesto quasi un anno di lavoro. Racconta il prof. Christmasainen che il motivo di questo ritardo è da imputarsi a strani eventi accaduti in università: sembra infatti che tutte le mattine i ricercatori trovassero il laboratorio messo a soqquadro, e ogni volta dovevano ricominciare da capo le analisi. “Una sera ero rimasto fino a tardi in ufficio per completare la mia tesi di laurea – ha dichiarato un giovane studente di biologia – A un certo punto ho sentito degli strani rumori in corridoio, sono uscito e ho intravisto l’ombra di una persona con uno strano cappello a punta svoltare velocemente l’angolo. Mi è sembrata una persona molto piccola, aveva tutta l’aria di essere un folletto!”
Nonostante i continui scherzi dei folletti, il gruppo di ricerca del professor Christmasainen è riuscito a portare a termine l’analisi, scoprendo alcuni risultati interessanti che effettivamente sono in linea con quel poco che sappiamo di Babbo Natale. Il primo dato che salta all’occhio riguarda il gene ACTN3 legato all’attività fisica, per il quale esistono due versioni: una si trova spesso negli sprinter, l’altra è più frequente nei maratoneti. Babbo Natale possiede entrambe le copie di questo gene, ma non solo: ognuna di queste versioni è ripetuta molte volte nel genoma, quasi a indicare delle capacità atletiche straordinarie sia per quanto riguarda la velocità che la resistenza. “Se ci pensate non è un risultato sorprendente – ha spiegato il professore – Per portare i regali a tutti i bambini del mondo, Santa Claus deve compiere in una sola notte centinaia di migliaia di chilometri. Sarebbe un viaggio devastante anche per il più forte dei maratoneti in circolazione. D’altra parte, però, il tutto deve essere fatto nel giro di poche ore, perciò è anche richiesta una rapidità eccezionale.”
C’è poi un dato che farà stare tranquilli tutti i bambini che, ogni vigilia di Natale, lasciano a Babbo Natale un bicchiere di latte con dei biscotti. Il loro beniamino infatti sembra non essere intollerante al lattosio: lo dice il suo gene LCT. Purtroppo, Babbo Natale ha anche una versione del gene FTO che lo predispone all’obesità. Nemmeno questo ci stupisce: tutti conosciamo il suo pancione un po’ accentuato. Bisogna ammettere però che, come sempre, i geni non sono tutto: i biscotti che il Babbo si ritrova a sgranocchiare durante il suo lungo viaggio non lo aiutano di certo! Nel suo codice genetico c’è anche una variante del gene KIBRA che, secondo uno studio non ancora confermato, sembra attribuire ai suoi possessori una maggiore memoria: questa capacità è sicuramente fondamentale per Babbo Natale, che deve ricordarsi i regali chiesti da milioni di bambini sparsi nel mondo. E’ vero, qualche volta anche lui sbaglia, ogni bimbo lo sa. Ma d’altra parte sbagliare è umano, no?
Infine, i ricercatori finlandesi hanno anche studiato il genoma da un punto di vista genealogico, per capire quali fossero le vere origini genetiche di Babbo Natale. Quello che hanno scoperto è stupefacente: confrontando il suo codice genetico con quello di tutte le popolazioni del mondo, è emerso che il tanto amato Babbo non appartiene a nessuna etnia particolare. Anzi, i suoi geni possono essere divisi esattamente in parti uguali tra tutte le regioni della Terra: c’è una componente africana, una europea, una asiatica, una americana e una dell’Oceania. “La conclusione mi sembra naturale – ha dichiarato il professor Christmasainen – Babbo Natale non discende da nessun gruppo etnico specifico, ma appartiene in egual misura a tutti i bambini del mondo, che lo hanno creato con i loro sogni e la loro fantasia.”
Tanti cari auguri di un sereno Natale a tutti i miei lettori!
Moreno