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Uno degli obiettivi principali della politica estera della Serbia e’ l’ingresso nell’Unione Europea. Cosi’ il primo vicepremier e ministro degli esteri serbo, Ivica Dačić a seguito di una riunione con la ministro senza portofoglio incaricata dell’integrazione europea, Jadranka Joksimović, e con la capo della squadra negoziale con Bruxelles, Tanja Miščević. La riunioe e’ stata dedicata alla situazione attuale dei colloqui in corso con Bruxelles e alle misure necessarie da intraprendere per migliorare il coordinamento dei soggetti governativi che si occupano dell’integrazione europea. Dačić ha rilevato che la Serbia adesso spetta un grande lavoro a fin di mantenere la dinamica dei negoziati. Il primo vicepremier ha precisato che si e’ in attesa della decisione se a giugno ci sara’ una seconda conferenza intergovernativa tra la Commissione europea e la Serbia. "La Serbia deve rafforzare la sua politica estera e accelerare il processo delle riforme per aprire al piu’ presto certi capitoli negoziali con l'Unione europea", ha sottolineato Dačić.
La velocita’ dell'integrazione euroepa non dipende dalla Commissione europea bensi’ dall’avanzamento che i paesi candidati compiono per raggiungere i criteri e dagli stati membri dell’Ue, ha detto il portavoce della Commissione europea Petar Stano rispondendo alla domanda dell’agenzia di stampa serba Tanjug quanto sia reale che la Serbia concluda i negoziati di adesione entro il 2020. Infatti, Stano ha ricordato che il Consiglio europeo decide sull’apertura e chiusura di tutti i 35 capitoli del processo negoziale. L’esperto politico serbo, Dušan Janjić rileva che l’ingresso della Serbia nell’Ue dipende dall’attuazione delle indispensabili riforme, dall’adempimento delle condizioni dei 35 capitoli negoziali nonche’ dalla piena normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Priština. Ma che cosa si intende sulla piena normalizzazione, questo non e’ stato ancora definito, osserva Janjić.
E dopo la visita di Cathrine Ashton settimana scorsa a Belgrado, all’indomani dell’insediamento del nuovo governo serbo, questa settimana invece e’ stata la volta del commissario europeo all’allargamento Stefan Feule. Segnali questi, come definito dallo stesso Fuele, di grandi aspettative da parte dell’Ue verso il nuovo esecutivo serbo. Bruxelles si aspetta un avanzamento reale nell’attuazione dell’accordo politico tra Belgrado e Priština affinche’ sia la Serbia che il Kosovo, in base alle loro posizioni, possano avanzare nel processo di adesione. Giovedi’ poi il tema della prospettiva europea dei Balcani sara’ all’ordine del giorno della conferenza ministeriale tra l’Unione europea e i paesi dei Balcani occidentali a Salonicco, in Grecia. La conferenza sara’ presieduta da Stefan Feule e dal commissario per l’Energia, Gunther Oettlinger.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale
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