Entro nell’ottavo anno della mia permanenza in Marocco, a Marrakech. Mi soffermo a pensare quante cose sono successe nel corso di questi anni e il risultato comunque rimane positivo. Difficile ma positivo. Il 2011 non è stato un gran chè a dire il vero ma le frenate si sa, vengono levigate dal tempo. Riparto con tanta energia e positività, la casa berbera in campagna è quasi terminata; le galline, le faraone, i pavoni, i miei cagnoni, sono già tutti là, a scorrazzare su 5.000 mq di terra circondata dagli ulivi, da tante palme e dalle montagne dell’Atlas. I prossimi mesi vi parlerò di tutto questo, la casa nel campo che ho sempre sognato, per viverci e ospitare persone speciali. Intanto vi auguro un Sereno 2012, che sia fecondo di idee e colmo di intraprendenza. Grazie che ci siete….
Quando prendo in esame la mia vita, mi spaventa di trovarla informe. L’esistenza degli eroi, quella che ci raccontano, è semplice: va dritta al suo scopo come una freccia. E gli uomini, per lo più, si compiacciono di riassumere la propria esistenza in una formula – talvolta un’ostentazione, talvolta una lamentela, quasi sempre una recriminazione; la memoria compiacente compone loro una esistenza chiara e spiegabile. La mia vita ha contorni meno netti: come spesso accade, la definisce con maggior esattezza proprio quello che non sono stato: buon soldato, non grande uomo di guerra; amatore d’arte, non artista come credette d’essere Nerone alla sua morte; capace di delitti, ma non carico di delitti [...] Si direbbe che il quadro dei miei giorni come le regioni di montagna, si componga di materiali diversi agglomerati alla rinfusa. Vi ravviso la mia natura, già di per se stessa composita, formata in parti uguali di cultura e d’istinto. Affiorano qua e là i graniti dell’inevitabile; dappertutto, le frane del caso [...] In questa difformità, in questo disordine, percepisco la presenza di un individuo, ma si direbbe che sia stata sempre la forza delle circostanze a tracciarne il profilo; e le sue fortezze si confondono come quelle di un’immagine che si riflette nell’acqua.
Marguerite Yourcenar
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