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Serge Poliakoff: Claudio Cerritelli – le composizioni astratte di Poliakoff – galleria Lorenzelli Arte mostra 2009

Creato il 06 settembre 2013 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo
Lorenzelli Arte, Serge Poliakoff - 3. Composition abstraite, 1957 (1956), gouache sur papier, cm 63x47

Lorenzelli Arte, Serge Poliakoff – 3. Composition abstraite, 1957 (1956), gouache sur papier, cm 63×47

Serge Poliakoff: Claudio Cerritelli – le composizioni astratte di Poliakoff – galleria Lorenzelli Arte mostra 2009Matteo Lorenzelli ha messo a disposizione dei lettori di Milano Arte Expo una serie di documenti. Qui pubblichiamo il testo di Claudio Cerritelli per la mostra dedicata a Serge Poliakoff  nel novembre 2009. Leggi anche (vedi > LINK agli articoli riguardanti Lorenzelli Arte) il testo introduttivo dello stesso Matteo Lorenzelli e la biografia di Poliakoff.

Cercare lo spazio … nel colore totale. A proposito delle composizioni astratte di Poliakoff (1954-1966) - Opere scelte nel corso di una stagione creativa al culmine della ricerca sull’immagine astratta, forme che si addentrano nella spazialità impenetrabile della luce dipinta come pura vibrazione, composizioni aniconiche che riflettono sui valori interni alla pittura senza referenti. Visioni fissate nei sommovimenti impercettibili del colore sono quelle esposte in questa mostra dedicata all’inconfondibile sensibilità di Serge Poliakoff, pittore di fronte al quale la definizione di pittura astratta si carica di qualità espressive che vanno oltre i canoni della composizione. >

L’occasione di poter contemplare 28 dipinti compresi tra il 1954 e il 1966 non è solo quella di ripercorrere la fase di maggior spicco di un grande autore del ’900, ma soprattutto di poterlo fare attraverso la memoria attiva di una galleria d’arte che ha fatto della propria storia espositiva un progetto di rilettura critica e di informazione pubblica. In grado come poche di tener testa la grande tradizione dell’astrattismo internazionale con una selezione di olii, tempere, gouaches e tre ceramiche in pezzo unico, che è raro vedere, non solo in Italia. L’arte di Poliakoff viene dunque riproposta attraverso gli alti esiti della sua ricerca costruita sulle congiunzioni calibrate del colore, sulle sensibili variazioni di materia in cui si avverte il respiro arioso della luce, il serrato farsi corpo delle forme tra superficie e profondità: come un lento approssimarsi dello sguardo verso le recondite zone dell’invisibile.

L’accostamento delle opere segue gli accordi concreti del colore, il peso specifico di ogni pennellata, la diversità delle stesure, gli spessori di terre e le trasparenze leggere, in tal senso le corrispondenze espositive guidano lo spettatore verso un esercizio di lettura sottile e paziente. Da un lato si colgono i processi di emanazione della luce, dall’altro le risonanze dei procedimenti costruttivi che affermano la preminenza della composizione asimmetrica, struttura mutevole che alita come un soffio in cerca di armonia. L’equilibrio instabile è un dato percettivo sempre diverso, che scaturisce dal rapporto tra zone compatte e fluidi trattamenti del pigmento, l’unità è cercata volta per volta con ampi margini di possibilità.

 

Lorenzelli Arte, Serge Poliakoff - 4. Composition abstraite noir rouge jaune, 1957 63, olio su tela, cm 73x92

Lorenzelli Arte, Serge Poliakoff – 4. Composition abstraite noir rouge jaune, 1957 63, olio su tela, cm 73×92

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Le linee nascono dal concreto disporsi delle forme ottenute partendo da un colore scuro di fondo, palpito sottostante che coordina ogni variazione di tono, lungo quel processo di decantazione dell’astratto che vede Serge Poliakoff misurarsi con la lezione immaginativa di Malevich e Kandinskj, di Magnelli e i Delaunay, Arp, Licini e Pasmore, solo per citare alcuni artisti impegnati a costruire lo spazio con i valori puri del segno e del colore. Veniamo ad alcune opere dove le radici dell’astratto assumono la coscienza di nuovi ritmi della geometria, nella composizione del 1954 da cui prende idealmente avvio la mostra la struttura asimmetrica domina in modo inequivocabile accordando due zone in forte contrasto, l’irradiarsi del rosso a fronte dell’oscuro incastrarsi del blu e del viola. Come se nella stessa immagine convivessero due stati d’animo divergenti posti nella condizione di agire l’uno sull’altro, energia espansiva e ombroso ritrarsi nel cuore della superficie, situazioni ambivalenti tenute in emblematico equilibrio da linee e angoli che racchiudono flussi reconditi che agiscono sottopelle. La forma ovale racchiusa nel rosso sembra enucleata dagli elementi portanti della composizione, essa conferisce un diverso peso al registro geometrico giocato sullo slittamento dei segni, così che risulta quasi sovrapposta al loro ritmo dominante. In realtà, in diverse opere di questi anni Poliakoff si serve di forme ovoidali per verificare la fusione pittorica tra la linea che si chiude su se stessa e quella che invece segmenta lo spazio modificandone il percorso in tutta la sua estensione. Nelle opere seguenti di Serge Poliakoff, tra il 1956 e il 1960, la struttura della superficie svela con maggior audacia la presenza soggiacente del colore, la luce che traspare è infatti qualcosa di imprendibile rispetto all’assetto geometrico, i differenti colori si raccordano lungo una dorsale che tiene unito il tutto.

Lorenzelli Arte, Serge Poliakoff - 29. Pièce unique. 1959, ceramica, cm 38x47,5

Lorenzelli Arte, Serge Poliakoff – 29. Pièce unique. 1959, ceramica, cm 38×47,5

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Per esempio, il giallo e il rosso si incastrano seguendo profili spezzati di forme irregolari stagliate  nel nero, così che l’abisso della profondità si congiunge alle accensioni cromatiche. Luce su luce, dunque, immagine totale, non divisibile, ogni palpitazione trasmette al corpo del colore il lento trasalire dell’immagine tra zone sature e lievi adombramenti, stesure compatte e lievi fibrillazioni che sollecitano la materia da sotto. In un olio su masonite del 1956 le variazioni tonali del grigio si staccano dall uso contrastante dei colori per avvolgere l’intera immagine nell’apparizione velata della composizione, come se affiorassero spostamenti verso il chiarore dei bianchi o verso le ombre della struttura. Il silenzioso equilibrio dei segni è ottenuto attraverso minimi passaggi di tono dove le emanazioni del grigio sprigionano bagliori e addensamenti che sfuggono alla freddezza del monocromo. In questo caso specifico Serge Poliakofff esalta le evaporazioni interne alle diverse consistenze dei pigmenti, vale a dire cerca la qualità della pittura come energia vivente, vera dominatrice dello spazio, soprattutto quando viene affidato alle vibrazioni percettive di una sola dominante cromatica.

Ad una analoga invenzione luminosa si collegano una tempera su carta del 1960 immerse nei vapori del giallo e una gouache dello stesso anno avvampata di rosso, esempi di eloquente dedizione all’intuizione concreta del colore puro, strumento senza certezza per fantasticare sulle rivelazioni sempre diverse della materia. All’estremo limite di questa visione emozionale del colore-materia sta una tempera su carta del 1962 dedicata al respiro incontrastato del verde, in questo caso la struttura compositiva è appena accennata, destinata a dissolversi sulla soglia dell’invisibile. La superficie diventa puro palpito di luce dove il gesto si fa liquido senza mai cedere a se stesso, calibrato nella ricerca dell’essenza, mai debordante rispetto alla verità della pittura come misura di tutte le tensioni possibili.

Lorenzelli Arte, Serge Poliakoff - 5. Composition abstraite, 1959 (1964), guache sur papier, cm 46x62

Lorenzelli Arte, Serge Poliakoff – 5. Composition abstraite, 1959 (1964), guache sur papier, cm 46×62

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Il filo conduttore che attraversa le altre opere degli anni Sessanta riguarda il sensibile disvelarsi delle cromie all’interno degli spazi che l’artista Serge Poliakoff compone, modifica e mette a punto. Senza altra preoccupazione che quella di seguire le angolazioni della composizione, i contrasti e le consonanze, le irradiazioni differenti della luce dipinta, i punti di connessione tra una forma e l’altra, anche all’interno dello stesso colore. Nulla è mai dato per scontato, ogni millimetrico frantumarsi della forma è valutato in rapporto al consolidarsi dell’immagine totale, infatti ciò che Poliakoff riesce sempre a rendere è la funzione magnetica di ogni singolo dettaglio nell’armonia complessiva della composizione. Non a caso la libertà d’azione del colore non smentisce mai l’accordo tra le velature e i tragitti lineari, tra gli impulsi gestuali e le sospensioni geometriche che scaturiscono dal colore che copre alcune parti per svelarne altre.

La stesura del colore con il pennello e la spatola evoca talvolta il senso del non finito, addensamenti di pigmento vanno a confluire in zone apparentemente più piatte, in effetti è il sovrapporsi delle forme a suggerire gli spostamenti delle masse che racchiudono i fermenti del colore-luce. Si tratta di un astrattismo inquieto dove la valenza tattile delle concrezioni materiche emerge sia nelle opere di ampio registro costruttivo sia in quelle di misura più abbreviata. Esemplare è in tal senso l’accostamento proposto tra due opere della piena maturità, una grande e sontuosa composizione e un piccolo dipinto racchiuso nel proprio intrigo di linee e colori. Da un lato, sta l’impatto frontale simile ad una icona che si mostra nel ritualità dei valori costruttivi, dall’altro si avverte l’esigenza di sprofondare nei tratti sensitivi del colore, nelle minime vibrazioni della materia come luogo che si amplifica all’infinito. Intorno a queste tensioni immaginative si catalizza la ricerca dello spazio totale che Serge Poliakoff esplora al di là delle strutture persistenti e delle variazioni formali, con una purezza poetica e una intransigenza interiore che recitano un ruolo originale ed esclusivo nel grande solco della pittura astratta.

Claudio Cerritelli

Lorenzelli Arte, Serge Poliakoff - 26. Composizione abstraite orange at gris, 1966, olio su tela, cm 116x89

Lorenzelli Arte, Serge Poliakoff – 26. Composizione abstraite orange at gris, 1966, olio su tela, cm 116×89

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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia galleria Lorenzelli Arte moderna e contemporanea di Milano – e in modo particolare Matteo Lorenzelli – per la documentazione e il testo messi a disposizione sulla mostra del 2009 dedicata a Serge Poliakoff. 

Milano Arte Expo


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