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Sergio Nava e il suo Blog "La fuga dei talenti"

Da Barcampsolbiateolona
L’Italia non e’ Europa. Lo dico e lo scrivo con tutta l’amarezza di essere italiano. O meglio, un “giovane italiano”. Ancora “giovane” per gli standard di un Paese dove non invecchi fino a 40 anni (se ti va bene). Un Paese che, per dirla col regista Mario Monicelli, “due generazioni di classe dirigente hanno portato alla deriva”.Perché questa è l’amara verità: in Italia i giovani migliori e più preparati, quelli dalla maggiore apertura e mobilità internazionale, sono invogliati a far le valigie e ad andarsene. Normalmente a lavorare in un Paese straniero, in grado di valorizzarne per davvero le capacità. Qui non c’è posto per loro: qui comanda, in ogni settore, una classe dirigente che protegge i propri raccomandati e i propri vassalli. I bravi non servono, i bravi danno fastidio: perché chiedono meritocrazia, puntano ai risultati, vogliono farsi spazio solo grazie alle proprie capacità.Questo blog, insieme all’iniziativa editoriale che l’accompagna, si pone un unico obiettivo: far prendere coscienza alla generazione dei ventenni e dei trentenni italiani che questo è il loro Paese. Che non sta scritto da alcuna parte che i “figli di”, i leccapiedi, gli arrivisti sociali… in una parola, i “mediocri”, debbano prendersi i posti che spettano loro. E, magari, comandare pure su di loro.Prendiamone coscienza, e cambiamo le regole del gioco. Siamo tanti, anche se non ce ne rendiamo conto. Sostituiamo questa mediocre classe dirigente, che usa un linguaggio tanto forbito quanto incomprensibile, con un’altra, fatta di giovani di talento. Che non hanno “santi in Paradiso”, ma un “Curriculum” degno di questo nome.Dobbiamo provarci, per non perpetuare all’infinito questo “esilio” dei migliori.Sergio NavaRimani sempre aggiornato sul blog “Fuga dei Talenti” 
Sergio Nava, classe 1975, giornalista, lavora in Italia ma ha accumulato negli anni diverse esperienze all’estero (in Francia, Gran Bretagna, Germania e Irlanda). Segue da vicino l’evolversi dell’Unione Europea, che considera -pur nei suoi attuali limiti- come l’unico approdo sicuro per curare l’Italia dei suoi mali endemici. Ritiene che la sua generazione sia la prima a poter veramente cambiare le regole del gioco nel Belpaese, se solo lo volesse, grazie anche alla maggiore apertura internazionale.è diventato anche un programma di radio24Dal sito di Radio 24: “Decine di migliaia di giovani lasciano ogni anno l’Italia. Si tratta molto spesso di laureati, appartenenti a tutte le categorie professionali. Provenienti dal Nord e dal Sud del Paese. E’ un’emigrazione di élite, lontana anni luce da quella degli inizi del XX° secolo. Il link alla pagina web del programma: CLICCA QUI

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