Che informazioni avremmo su questi stoccaggi senza l’impegno di un gruppo di cittadini, senza un comitato, alcune persone Comune per Comune? E quante ne avremmo per ogni settore della vita quotidiana, dalla sanità alla scuola all’economia, se esistessero altri piccoli ma attivi gruppi d’interesse? Non che i comitati abbiano sempre ragione: la loro utilità sta nel diffondere documenti, far domande e far valere alcuni princìpi fondamentali.
I numerosi stoccaggi di metano tradizionalmente funzionanti in Lombardia (Brugherio, Settala, Sergnano, Ripalta Cremasca, impianto di trattamento di Ripalta Guerina), in questi ultimi anni vengono affiancati da nuovi progetti che coinvolgono il territorio delle province di Cremona, Bergamo, Brescia, Lodi e Milano e che sostanzialmente raddoppierebbero la disponibilità complessiva di gas metano in Lombardia, nonostante un forte calo della domanda e degli stessi consumi. Bordolano, Romanengo, Cornegliano Laudense, Bagnolo Mella, Sergnano sovrapressione, Ripalta Cremasca sovrapressione, Settala sovrapressione e Brugherio rappresenterebbero i nove stoccaggi lombardi qualora questi progetti avessero piena attuazione. Ogni progetto segue un proprio iter burocratico indipendente dagli altri. A molti cittadini pare ormai chiaro come questo articolato sistema di attività, collegate tra di loro da metanodotti, coinvolga una buona parte del territorio lombardo: quadrilatero del gas da Brugherio a Capriano del Colle-Leno, a Olmeneta, a Cornegliano Laudense. Poiché in questi anni è mancata l’informazione su questi progetti e parimenti è mancato il coinvolgimento dei cittadini, come previsto dalla Convenzione Europea di Aarhus del 1998, non è un caso che aumentino le preoccupazioni e le perplessità relative alle stesse dichiarazioni di rischio ammesse nei recenti documenti amministrativi: –Decreto del Ministero dell’Ambiente di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (n. 5032 del 15 ottobre 2012 nel caso di Sergnano, sotto la forma di prescrizioni al “progetto sovrapressione +105%”) Delibera della Giunta della Regione Lombardia (n. 9604 del 11 giugno 2009 nel caso del “Progetto Bordolano stoccaggio”, sismicità indotta, attività a rischio di incidente rilevante con necessità di Piani di Emergenza Esterna, subsidenza). Decreto Dirig. Regionale Lombardia 10762; 26/11/2012 di “non assoggettabilità a VIA” per la proponenda centrale di compressione di Sergnano.
Proprio per la necessità di chiarezza, di partecipazione e di uniformità dei provvedimenti amministrativi emessi dai vari organi istituzionali, i cittadini e i comitati hanno inteso produrre un ricorso, impugnando presso il TAR del Lazio la “prescrizione A.6” contenuta nel Decreto n. 532 del Ministero dell’Ambiente del 15 ottobre 2012 che dichiara: “ …Qualora la sismicità indotta superi Magnitudo 3.0 – considerando l’epicentro all’interno di un’area definita di raggio uguale a dieci chilometri attorno della testa del pozzo -, la pressione di esercizio massima e la frequenza del ciclo di iniezione e di estrazione dovranno essere ridefinite in modo da riportare la magnitudo massima al di sotto di tale valore.” I cittadini a seguito di questa “prescrizione” sono di fronte alla prima dichiarazione di un’ Autorità pubblica che ammette, nell’attività dello stoccaggio di metano, la possibilità di ”rischio sismico indotto di Magnitudo 3” pur senza precisare e specificare come fattore determinante, la profondità dell’epicentro del possibile evento: forse primo caso in Italia, in un territorio noto per la sua fragilità ed il rischio sismico. La necessità di chiarimenti tecnici e scientifici certi, supportati dalla più ampia partecipazione del mondo scientifico anche internazionale, ha suggerito a diversi cittadini e comitati di produrre questo ricorso. I ricorrenti sono certi di aver svolto un servizio all’intera collettività ed alle stesse società operanti, in nome della trasparenza e della chiarezza.
Cittadini attivi e Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia
45.284863 9.845897