Magazine Cinema
Puntate : 4 da 60 minuti cadauna
John Paul Rocksavage ( Sav per amici e colleghi) è un poliziotto di Liverpool, uno di quelli che pattuglia le strade alla ricerca di criminali di mezza tacca e che cerca di risolvere i casi più ordinari. La sua vita molto tranquilla ( che nasconde un padre bisognoso della sua assistenza in quanto malato terminale e anche una figlia avuta da giovanissimo che praticamente non ha mai conosciuto la cui madre non vuole neanche vederlo ) viene scossa quando un gruppetto di gangsterucci di quarto ordine pesta a morte davanti ai suoi occhi il suo partner di lavoro, nonchè miglior amico.
Sav veste i panni del giustiziere, cerca gli assassini per conto suo per attuare la sua vendetta, ma non sarà facile nascondere le sue tracce ed arginare i sensi di colpa che lo travolgono...
Una miniserie come Good Cop marca a grandi linee le differenze più evidenti tra serie inglesi e americane.
Se al di là dell'Oceano sia al cinema che alla televisione nel genere poliziesco è tutto improntato alla massima spettacolarizzazione, si parla in genere sempre dei poliziotti migliori, eroi quasi sempre senza macchia e senza paura , in Good Cop come in moltissime altre produzioni britanniche si parla di tutori della legge assolutamente nella media, che fanno un lavoro nella media se non sotto, anzi sono guardati anche con sufficienza dai detectives, i poliziotti che investigano sui casi più importanti e rognosi e che hanno un certo disprezzo per quelli che pattugliano le strade.
Poco viene lasciato allo spettacolo e all'adrenalina, molto ai dubbi morali e ai sensi di colpa che attanagliano il protagonista, al centro di dilemmi etici mica da poco, domande che vengono sbattute in faccia a uno spettatore che non deve fruire passivamente quello che vede passare sullo schermo , ma in qualche modo deve elaborarlo in un processo di identificazione pressochè completo col protagonista che continua a commettere errori su errori, eppure viene empatizzato ogni momento di più.
La vita di Sav a dir la verità non è un granchè e probabilmente riflette la medietà che affligge la maggior parte della popolazione ed è per questo che il suo personaggio è empatizzato facilmente.
E anche quando veste maldestramente ( ma forse neanche tanto, Sav è lucido ed intelligente) i panni del giustiziere fai-da-te non attira neanche allora gli strali dell'antipatia che dovrebbero essere lanciati verso di lui.
Perchè molti di quelli che stanno al di qua dello schermo si comporterebbero esattamente come lui, tutore della legge che non crede nelle vie ordinarie della giustizia e decide di amministrarla da sè.
Però gli sceneggiatori hanno in serbo un colpo di scena finale che cambierà ancora le carte in tavola, tanto per complicare ancor di più questo processo di identificazione/empatizzazione con Sav.
Good Cop approccia il genere poliziesco con una dose cospicua di realismo e narra una storia nerissima perchè oltre quello che succede a Sav, anche tutto il resto mette angoscia come casi di bambini morti o di bulli che hanno il vizio di picchiare e violentare, riducendole in fin di vita, giovani donne rimorchiate sulle strade di Liverpool, che sembra davvero un posto brutto per viverci, nonostante il mare.
Sav è il classico personaggio che rimane invischiato nelle sabbie mobili e più cerca di divincolarsi dall'abbraccio mortale della fanghiglia che lo circonda più va a fondo, commettendo errori su errori e aggravando progressivamente la sua posizione.
Ma agli sceneggiatori interessa poco il caso giudiziario, interessa molto di più descrivere il travaglio di Sav, le tonnellate di sensi di colpa pesanti come macigni che lo schiacciano senza pietà.
E' questo il nucleo centrale di Good Cop: una serie buia come la tenebra che lo avvolge ogni minuto di più.
Quello che viene narrato in questa serie inglese non sarà nuovo o particolarmente originale ma è un qualcosa che coinvolge e opprime.
Perchè i sensi di colpa di Sav potrebbero essere quelli di ciascuno di noi....
( VOTO : 7,5 / 10 )
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