Magazine Cinema
Episodi : 8 da 60 minuti cadauno
Produzione: Kudos Film and Televisions, BBC
Durante un inseguimento l'ispettore capo della polizia di Manchester, Sam Tyler viene investito e ferito gravemente. Si ritrova non si sa come nel 1973 dove è sempre poliziotto ed è agli ordini del rude ispettore Gene Hunt. Sam ha difficoltà a integrarsi nella squadra ed emergono grandissime differenze nella metodologia di indagine.
Ma Tyler è veramente in coma o è solo impazzito e crede di trovarsi in un'altra epoca ?
La soluzione, forse , all'ultima puntata.
Intitolata così perché il protagonista quando si sveglia nel 1973 sta ascoltando proprio l'omonimo brano di David Bowie, Life on Mars è il frutto della penna di alcune delle menti migliori della tv inglese quali Matthew Graham, Tony Jordan e Ashley Pharoah( il maggior responsabile), un vero e proprio team che ha creato molti dei migliori prodotti della televisione inglese degli ultimi anni, tra cui una serie, Ashes to Ashes che è da considerare uno spin off di questo telefilm.
L'idea geniale che è alla base di Life on Mars è quella di mescolare la tematica dei paradossi temporali e del viaggio nel tempo alle dinamiche del polziesco più duro e crudo.
Da una parte c'è Sam, uomo del nuovo millennio, che si trova come un pesce fuor d'acqua, nel 1973, passa molto del suo tempo a cercare di dimostrare che non è un pazzo furioso e il resto lo trascorre cercando di farsi accettare dalla squadra di poliziotti in cui è stato inserito.
Dall'altra ci sono le periferie inglesi anni '70, brutte , sporche e cattive, battute da galoppini di ogni specie, un vero e proprio ricettacolo di infrazioni alla legge e manovalanza criminale di ogni risma.
E la squadra in cui è Sam, talvolta viene a patti con questo sottobosco di illegalità diffusa che viene visto quasi come un corollario necessario per il mantenimento dell'ordine e della giustizia.
Insomma Life on Mars è un'istantanea su un universo multistrato fatto di mondi e dimensioni parallele in cui Sam è imprigionato in un suo limbo personale che lo costringe a combattere contro i suoi fantasmi.
E' la carta vincente della serie , si rimane nel dubbio, nell'indeterminatezza con divagazioni e notazioni a margine degne di un Dottor Who pragmatico e c'è quel tocco dark che si rende evidente quando Sam si trova da solo a combattere coi fantasmi che lo perseguitano.
La confezione è inappuntabile, come di prassi nelle produzioni BBC, il cast è eccellente e l'ambientazione anni '70 ha un fascino incredibile, così come la colonna sonora che non si limita ruffianamente a snocciolare i brani famosi di quegli anni ( tipo un Live and Let die di McCartney che fa una porchissima figura).
Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi: da una parte c'è un Sam Tyler catapultato in un mondo non suo dall'altra c'è il rude ispettore Hunt ( magnificamente interpretato da Philip Glenister, uno dei volti più noti della televisione inglese), personaggio riuscitissimo, che è un contrappunto perfetto.
Quanto è preciso e scientifico Tyler, quanto è arruffone Hunt, uno che subordina anche il rispetto della legge alla risoluzione dei vari casi, uno che non disdegna neanche la mazzetta , pur di stare tranquillo.
Chiusa improvvisamente dopo solo due stagioni e 16 episodi ( per l'abbandono di John Simm, partito per altri lidi, alias altre serie televisive, partenza poi rimpianta in interviste recenti) ha quel senso di incompiutezza che la rende un oggetto misterioso e affascinante allo stesso tempo.
Serial che nonostante abbia qualche anno non è invecchiato nemmeno di un attimo.
Come non è invecchiata di nemmeno un minuto la Manchester del '73 che è la protagonista indiscussa di gran parte delle puntate.
C'è anche un remake americano.
( VOTO : 8 / 10 )
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