Provenienza : Francia
Produzione e distribuzione: 3B Productions, Arte France, Region Nord-Pas-de-Calais e altre
Episodi : 4 da 50 minuti cadauno.
In un piccolo borgo rurale affacciato sul canale della Manica, tra le poche case e i bunker che ricordano ancora la Seconda Guerra Mondiale si svolge l'infanzia del piccolo Quinquin del titolo, della sua fidanzatina Eve e dei suoi amici piccole canaglie sempre in cerca di qualche emozione adatta alla loro età, leggasi i petardi lanciati ovunque nel momento più inopportuno.
In un bunker viene ritrovato il cadavere di una vacca e non si sa come diavolo ci sia arrivata.
Ma il peggio è che dentro le viscere della vacca ci sono resti umani.
E così in un'altra vacca ritrovata morta nelle campagne circostanti.
Omicidio passionale o serial killer? Il comandante della Gendarmeria Van der Weyden indaga coadiuvato dal fido Carpentier.
Quinquin e i suoi amici scorgono tutto da vicino.
Chi è stato?
Bruno Dumont ovvero la quintessenza del nuovo cinema autoriale europeo, uno dei pochi capaci di riscrivere precisi canoni stilistici ed estetici in un cinema sempre cangiante , fatto di momenti diversi, di differenti stati evolutivi.
P'tit Quinquin è un ulteriore passo in avanti del cinema di Dumont, una progressione che in realtà guarda al proprio passato ma arricchendolo di nuovi , spiazzanti elementi.
Si torna al suo esordio, a L'età inquieta che tracciava una linea sulla chiusura mentale e culturale che può albergare nei più sperduti borghi francesi, si torna a L'umanità e ad inquietanti fatti di sangue al di là della comprensione umana, si torna anche al vento e alla spiaggia battuta dal vento, alle fattorie in cui il tempo sembra essersi fermato a qualche decennio fa di Hors Satan, uno dei suoi titoli più enigmatici.
Qui il suo cinema procede oltre: si arricchisce della dimensione comica, sarcastica, o meglio tragicomica perché più vai avanti a ridere ( o meglio a sorridere) e più ti accorgi che in realtà c'è poco da ridere.
Al massimo si può ghignare.
A metà tra il ritratto di una fanciullezza irrequieta e un'indagine che inclina sul versante grottesco fin dall'inizio, P'tit Quinquin è un ritratto agrodolce di una comunità di freaks in cui il polziotto incaricato dell'indagine è il più freak di tutti con i suoi innumerevoli tic e le sue battute che spesso virano decisamente al nonsense.
Van der Weyden è una maschera buffa, quasi da commedia demenziale e il suo fido Carpentier, uno che in bocca ha i denti schierati un po' a caso, non gli è da meno.
In effetti dell'indagine non interessa a nessuno, men che meno allo spettatore che è colpito più da quella immagine iconica della vacca sollevata in cielo dall'elicottero, che dai rilievi della scientifica che nell'ano della malcapitata bestia trova dita e altri resti umani.
Non è orrore , perlomeno non è percepito in questa maniera, è solo un problemuccio di una comunità sui generis in cui anche ai funerali in chiesa si ride, le vacche sono malate di BSE , la malattia della mucca pazza e anche i maiali sembrano non passarsela tanto meglio e di sottecchi vediamo anche uno Spiderman che riesce ad attaccarsi a una parete per poi passare a vedere altro.
Mai come in questa miniserie il confine è labile tra televisione e cinema. anzi inesistente visto che P'tit Quinquin è stato giudicato come miglior film francese del 2014 dai Cahiers du Cinema ed è passato senza la divisione in puntate a Cannes del 2014.
Poi il passaggio televisivo in quattro puntate dai titoli roboanti e affatto consolatori come La bestia umana, Al cuore del male, Il diavolo in persona , Allah è grande.
Insomma è cinema travasato in tv.
P'tit Quinquin è un nuovo Bruno Dumont, ritrattista di una comunità moderna eppure antica, una fotografia fedele di tutte le stranezze che la caratterizzano e contraddistinguono.
A cui stavolta aggiunge una cospicua dose di ironia.
Giusto per potersi finalmente regalare un meritatissimo passaggio televisivo.
PERCHE' SI : ambientazione particolare quasi da crime series inglese, un piccolo protagonista eccellente, cospicua ironia che scivola spesso nel sarcasmo
PERCHE' NO : non è una crime series a dispetto delle apparenze, l'esondazione nel grottesco potrà non piacere a qualcuno, così come le sottolineature politiche ( quarto episodio).
( VOTO 8 + / 10 )
Magazine Cinema
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