Magazine Cinema
Produzione e distribuzione :Artists Studio, BBC Northern Ireland
Episodi : 5 da 60 minuti cadauno
Stella Gibson sovrintendente della Metropolitan Police viene chiamata a collaborare con la polizia di Belfast sui casi di giovani donne in carriera uccise in casa da un killer misterioso.Lei è la prima a mettere in relazione gli omicidi tra di loro.
Dall'altra parte c'è Phil Spector, consulente psicologico, una specie di assistente sociale, con una vita apparentemente normale nella sua famiglia da felicemente sposato e con due bimbi piccoli.
Eppure è lui il serial killer, viene mostrato fin dalla prima puntata.
La serie descrive da una parte le indagini della polizia in un ambiente incandescente come quello nordirlandese e dall'altra il serial killer nell'atto dei suoi rituali che conducono agli omicidi.
E la lotta tra Stella e Phil ha l'aria di essere molto lunga.
The Fall , serie creata dal veterano Allan Cubitt è il classico prodotto BBC dalla confezione inappuntabile che si confronta sullo stesso terreno con la serialità di stampo statunitense mettendo subito in chiaro le differenze: poco incline a spettacolarizzare la materia, un passo lungo che contrasta con chi vuol far sempre succedere tutto e subito, un confronto più cerebrale che fisico tra i due protagonisti che vengono a contatto( parola da intendere nel senso più lato possibile) solo nell'ultima puntata.
Ho sempre pensato a Gillian Anderson, qui nei panni di Stella Gibson, come di un'icona erotica repressa da anni e anni di cappottoni e vestiti castigati in X Files e qui finalmente mi prendo la mia rivincita.
Gillian è bella come non mai, quasi ansiosa di mettere in mostra le sue forme, sprizza erotismo da tutti i pori con le sue camicette aperte ad altezza seno e le sue gonne corte per non farla apparire ancora più piccolina di quello che è, un concentrato di sensualità a stento trattenuta .
E soprattutto non è un gregario ma un personaggio che domina, in tutti i sensi, anche quello sessuale, potendosi permettere di giocare con gli uomini a suo piacimento facendoli entrare e uscire dal proprio letto al solo schioccare delle dita.
Dall'altra parte della barricata c'è Jamie Dornan nella parte di Phil Spector, che è già in rampa di lancio per il grosso pubblico visto che è il protagonista dell'attesissimo ( ma da chi) Cinquanta sfumature di grigio, nella parte di un serial killer metodico da una vita che più doppia non si può.
Lavoro socialmente utile, famiglia normalissima che appare come l'emblema della felicità ( anche se c'è una questione aperta con il suo rapporto con una giovane e procace babysitter) ma in realtà c'è un tarlo nascosto nella sua infanzia repressa da anni e anni di orfanotrofio che lo corrode costantemente da dentro e gli fa passare intere nottate fuori casa a studiare le case e i movimenti delle future vittime.
Un serial killer dai metodi matematici che si infiltra nel quotidiano altrui, fruga in casa tra le cose, viola l'intimità della casa e sembra invulnerabile quando ha il tempo di pianificare tutto ma che in realtà mostra tutti i segni della sua instabilità mentale e della sua debolezza.
Un bel personaggio con cui Allan Cubitt tenta una strada pericolosa: l'empatizzazione da parte del pubblico.
Perché è innegabile che il personaggio di Spector ha il suo fascino e riesce elegantemente nel renderlo una mescolanza di attrazione e repulsione, forza e debolezza.
Anzi il confronto che intraprende con Stella Gibson gli fa perdere progressivamente sicurezza, lei da dominatrice gioca al gatto col topo con lui che comincia a commettere errori, ma di quelli madornali.
In fondo Stella e Phil sono due facce della stessa medaglia, due personaggi in chiaroscuro che sono mostrati da varie prospettive, soprattutto nei contrasti che li animano.
Sullo sfondo si agita la politica, la situazione nordirlandese sempre in bilico e questa è forse la parte meno riuscita del serial anche perché è quella che si muove sul crinale più impervio, quello del disegno di una polizia che sembra più interessata alle lotte intestine che la percorrono che non a risolvere i crimini per i quali è pagata.
Difficile empatizzare i poliziotti in questa serie, difficile empatizzare il personaggio di Stella Gibson, fredda , distante e manipolatrice dall'alto della sua posizione nella scala gerarchica.
Si arriva invece ad empatizzare Phil , il killer, uno che però è capace di torturare per un'intera nottata le sue vittime,uno che perversamente vuole assaporare la voluttà di vederle morire guardandole negli occhi e poi le tratta come bambole, lavandole , rivestendole con la massima calma ( il segno della sua forza) e portandosi a casa vari souvenir.( la sua debolezza).
Ecco The Fall è l'abisso che guarda dentro di noi perché ci sentiamo molto più Paul che Stella.
E proviamo un certo ribrezzo e forse anche un po' di vergogna per questo.
Per tutte e cinque le sue puntate vive di questo equilibrio assai precario e purtroppo, finisce proprio sul più bello, quando i due protagonisti sono talmente vicini che arrivano quasi a sfiorarsi.
Meno male che è già stata trasmessa la seconda stagione.
PERCHE' SI : solita inappuntabile confezione BBC, due protagonisti assai convincenti, un thriller psicologico che tocca le corde emotive giuste senza cercare soluzioni banali, disturbante quando ci si scopre ad empatizzare il personaggio del serial killer.
PERCHE' NO : il colpevole è subito sotto i riflettori e a qualcuno potrebbe non piacere, la lotta per il potere dentro la polizia è poco interessante, passo un po' lungo.
( VOTO : 7 + / 10 )
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