Ultimo appuntamento stagionale con la classifica allenatori di Serie A a cura di Antonio Bomba (vi ricordo che il procedimento con cui è stata costruita questa classifica è consultabile a questo link)
Una pazza ultima giornata, un errore precedentemente commesso per via del quale non era stata contabilizzata una vittoria e la classifica di rendimento degli allenatori cambia sul più bello.
Trionfa sempre Antonio Conte (e vi erano dubbi?) ma dietro agguanta il secondo posto in extremis Rafa Benitez che vince e supera il collega della Roma Rudi Garcia, autore di un finale di campionato condito da due sconfitte di troppo. Dopo il tracollo di Catania di alcune settimane fa infatti, Garcia è uscito sconfitto anche domenica nella sfida contro il Genoa di Gian Piero Gasperini.
Facile che la Roma, sicura del secondo posto, abbia avuto un forte calo motivazionale. Cosa che non è invece accaduta al Napoli che così ha permesso al proprio condottiero di ben sfruttare il cammino in Coppa Italia e nelle coppe europee (più la Champions che l’Europa League) per issarsi sul secondo gradino del podio.
Ed il resto della Top10?
Stabile al quarto posto Vincenzino Montella, seguito da un Walter Mazzarri che tanto bene aveva iniziato la stagione e altrettanto male l’ha terminata. Per Mazzarri vale un po’ il discorso di Rudi Garcia, con le aggravanti di un gruppo vecchio, stanco ed in smobilitazione.
A seguirlo Roberto Donadoni che porta in Europa League il Parma (licenza Uefa permettendo) sopravanzando proprio Giampiero Ventura, collega contro il quale ha battagliato nelle ultime giornate per conquistare l’agognato sesto posto che valeva l’ultimo passaporto per le coppe europee.
Donadoni che a breve potrebbe cambiare esercito passando al Milan di cui era stato fiero soldato per circa un decennio. Sarebbe un traguardo meritato per l’ex CT azzurro, quello di poter guidare una grande anche se al momento con mille difficoltà, e che meriterebbe lo stesso Ventura nonostante un’età non più giovanissima.
Chiude ottavo senza infamia e senza lode Edy Reja. Ereditata la Lazio barcollante e poco vogliosa di ricevere ordini da Vladimir Petkovic, Reja dopo diversi tentativi è riuscito a trovare la giusta quadratura che ha permesso alla Lazio di chiudere in maniera dignitosa, pur non riuscendo a qualificarsi per le coppe, traguardo minimo per una delle sette grandi. E sempre parlando di coppe, resta il rammarico per come la Lazio ha buttato via la sua chance europea, facendosi sbattere fuori nei sedicesimi di finale dal Ludogorets in una notte che Federico Marchetti difficilmente dimenticherà mai in vita sua.
Termina nono grazie ad una buona Champions League il super bistrattato Max Allegri. Allenatore inviso ai più, e al suo ex presidente Silvio Berlusconi soprattutto, Allegri sembrava essere uscito distrutto dall’esperienza sulla panchina rossonera. Quantomeno nella reputazione. E invece per lui chiamate su chiamate. Da quella ipotizzata sulla panchina della nazionale italiana qualora Cesare Prandelli non avesse rinnovato, a quella possibile dei campioni d’Italia della Juventus se Conte fosse andato via, fino a quella del Tottenham, che proprio poco di questi tempi non sarebbe. Che sia proprio la solidità senza molti fronzoli che lo ha portato a disputare sempre delle ottime Champions il motivo per cui Allegri è così tanto richiesto?
Chiude la top10 Andrea Mandorlini. Anche lui sperava forse nella chiamata di una big, ma questa non è venuta. E così l’ex terzino dell’Inter resterà a Verona in cui è amato da tutti, dirigenza e società ed in cui può fare quasi tutto ciò che vuole.
Nulla da fare invece per finire tra i migliori dieci per Stefano Colantuono, troppo altalenante nel corso della stagione, e per Sinisa Mihajlovic. La sua Sampdoria a salvezza raggiunta si è adagiata troppo per permettere al proprio tecnico di ben figurare.
E la flop ten?
Chiude ultimo senza se e senza ma il povero Davide Nicola. A seguirlo un Rolando Maran che molto avrà da lavorare per cancellare la drammatica stagione espressa sotto ogni profilo a Catania. Terzultimo Alberto Malesani autore di un campionato costellato da cinque sconfitte su cinque partite al Sassuolo. Peccato.
Quartultimo e sempre più in crisi d’identità Gigi De Canio che dal fondo precede un Beppe Sannino che dopo aver fatto poco col Chievo è risultato disastroso nella serie B inglese alla guida del Watford.
Poco esperto e con poche chance è risultato essere Fabio Liverani, mentre appariva impossibile e così è stata la scommessa di Mimmo Di Carlo a Livorno. E per un Eugenio Corini che parrebbe essersi salvato più per demeriti altrui che per meriti propri, troviamo un Delio Rossi in bambola totale con la Samp prima di essere accantonato ed un Eusebio Di Francesco che dopo aver salvato il Sassuolo pare aver catturato l’attenzione dei grandi club.
La stagione è terminata e con essa pure gli appuntamenti con le classifiche di rendimento degli allenatori.
Alla prossima stagione. Un grazie a tutti per averci seguito e ricordatevi sempre che senza un buon generale si vincono le battaglie ma non le guerre.
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