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Nel pomeriggio si sono giocate le ultime tre partite della 7^ giornata di Serie A: Parma – Sassuolo, Bologna – Hellas Verona e Catania – Genoa. Si attendono i risultati degli ultimi due big match dell’ultimo week-end prima della sosta, imposta dagli impegni della nazionale: Juventus – Milan e Lazio – Fiorentina.
Parma – Sassuolo 3 – 1 (32’ Palladino, 45’+6 Berardi, 70’ Rosi, 76’ Cassano)
Le caratteristiche di questo match sono molto simili a quelle di una partita a scacchi, soprattutto la prima frazione di gioco. Il primo tempo si potrebbe definire come fase di “stallo”: terreno appesantito a causa della pioggia battente, ritmi bassi, poca velocità, poche idee e pochi spazi concessi da entrambe le linee di difesa. I motivi sono facilmente individuabili: il Sassuolo si ritrova con un punteggio in classifica imbarazzante e con un piede già in Serie B, dopo sole sei giornate di campionato: l’intenzione, quindi, è quella di tenere sotto controllo il gioco avversario concedendo pochissimi spazi e chiudendosi “a riccio” davanti all’estremo difensore, sperando in un altro risultato positivo, come quelli decisamente inaspettati ottenuti contro Napoli e Lazio. A centrocampo Parolo, Gargano e Valdes provano a impostare, ma sono respinti da Magnanelli, Missiroli e Kurtic. A decidere il risultato dei primi 45’ sono, quindi, due errori. Il primo lo commette Acerbi, il secondo Gobbi. Il primo è sfruttato da Cassano, che, al 32’, pennella per la testa di Palladino: l’attaccante torna a segnare dopo undici mesi e sblocca il match. Poi, al 6’ minuto di recupero, Berardi approfitta di un retropassaggio del centrocampista parmigiano e, steso in area dal portiere Mirante (espulso), non sbaglia dal dischetto. Il Parma si trova a giocare in inferiorità numerica per tutta ripresa e la vittoria sembra irraggiungibile. La squadra, invece, rientra dall’intervallo motivata e più attenta.
Il Sassuolo acquista fiducia, ma la difesa è precisa e compatta. L’ex punta del Genoa Floro Flores prende subito un palo con un rasoterra dalla distanza, ma non riesce a passare. Il match inizia finalmente a vivacizzarsi: il Parma opta per il possesso palla e, con Cassano regista, si affida alle ripartenze. È proprio grazie a lui che arriva il goal che ribalta risultato e pronostici: al 70′, crossa per Rosi, che, di testa, anticipa il suo marcatore e segna.
Pochi minuti dopo, al 76’, è di nuovo il barese a rendersi protagonista: Gargano lo lancia sul filo del fuorigioco, lui insacca e balla. La partita si conclude sul 3-1, con lo stadio tutto ai piedi di Fantantonio, che sembra aver ritrovato sé stesso.
Bologna – Hellas Verona 1 – 3 (22’ Cacciatore, 29’ Iturbe, 53’ Diamanti , 93’ Jorginho)
La partita è oggetto di polemica ancora prima di cominciare: fuori dallo stadio le tifoserie avversarie si sono scontrate, provocando non solo tre feriti, tutti dell’Hellas (colpiti da arma da taglio o da bottiglie), ma anche la posticipazione dell’incontro di venti minuti. Incidenti a parte, il Verona trionfa al Dall’Ara, dove non vinceva da trentacinque anni.. Il punteggio poteva essere anche più pesante per il Bologna: sono ben quattro le occasioni sprecate, con la vittoria già in bacheca. La squadra di casa viene contestata perfino dai propri tifosi e Pioli non riesce a impostare la linea difensiva (nelle ultime tre gare sono già dodici i gol subiti, ben quattro a partita). Il Verona rompe l’equilibrio con una doppietta nella prima mezz’ora, con un sinistro a giro di Cacciatore al 22’ sparato dal vertice destro dell’area bolognese. Sette minuti dopo, Iturbe vola per cinquanta metri, supera ben tre uomini e conclude la sua percussione con un sinistro dal limite: è 2-0. In avvio di ripresa sembra esserci una reazione: Moscardelli (che gioca solo dopo la fine dell’intervallo) viene steso da Gonzalez in area e Diamanti riesce a sfruttare il calcio di rigore. La partita resta aperta solo per pochi minuti: Toni, su assist di Iturbe, riporta il Verona sul doppio vantaggio con un tiro da centro area. In pieno recupero, Jorginho cala il poker, affossando definitivamente il Bologna e la posizione di Pioli. La sua panchina ora è traballante.
Catania – Genoa 1 – 1 (59’ Barrientos, 87’ Legrottaglie aut.)
Il primo tempo è tutto nelle mani degli ospiti, aggressivi fin da subito. Tre le occasioni importanti: al 21’, Kucka di testa, Andujar si distende e devia in angolo; al 26’, la sponda di Gilardino per il sinistro di Matuzalem sull’esterno della rete; al 44’, ancora l’ex viola, che segna ma è in fuorigioco. Il Catania della ripresa, invece, è tutta un’altra cosa. Bellusci marca Gilardino a uomo, Almiron è più aggressivo e Barrientos deciso a vincere la sfida contro l’ex (fischiatissimo) Lodi. Passano 5’ e Castro, in posizione di offside, colpisce la traversa con un colpo di testa. Dieci minuti più tardi, il risultato si sblocca grazie ad un brutto errore di Antonini e Barrientos riesce a segnare, battendo il portiere Perin. Goal che pesa come un macigno: dei cinque goal del Catania dall’inizio della stagione, ben quattro sono suoi. Gasperini tenta il tutto per tutto: sceglie il 4-2-4, abbandonando l’iniziale 3-4-3, Lodi e Portanova ci provano, ma il portiere Andujar è attento. Non può nulla, però, quando, a soli tre minuti dalla fine, Legrottaglie, nel tentativo di anticipare Gilardino, si avventa sul cross di Stoian e spedisce il pallone nella propria rete, sfiorando il pallone con una mano, con una scoordinazione degna delle sue peggiori stagioni alla Juventus: una cessione che sicuramente non ha indispettito nessuno. Gioisce Gasperini, che esce imbattuto dalla sua prima gara in trasferta, nella giornata del suo esordio dopo due anni e dieci mesi dall’esonero e conquista un punto insperato ma meritato. La partita finisce com’era iniziata, con Catania e Genoa appaiate in classifica (con all’attivo 1 vittoria, 1 pareggio e 4 sconfitte), molto vicini alla zona retrocessione: si prospetta un lungo duello a distanza.