Serie A di calcio a 5 femminile: 48, morto che parla!

Creato il 22 febbraio 2014 da Shefutsal
La serie A di calcio a 5 femminile si può considerare morta, il prossimo anno parleremo di un interregionale a 48 squadre!
La voce girava già da qualche mese tra gli addetti ai lavori, ma in molti abbiamo sperato in un ripensamento, in una sterzata finale che invece non c’è stata. Con il comunicato 534 del 21 febbraio 2014, la Divisione Calcio a 5 ha reso ufficiale la decisione di far salire a 48 il numero delle squadre della serie A di calcio a 5 femminile 2014-2015. Delle attuali 42 squadre, 9 retrocederanno in serie C ma 15 nuove e baldanzose sorelle, neopromosse dal regionale, saliranno nel calderone sempre più sciapo della serie A.
Questa la breve storia del campionato nazionale femminile, tanto atteso e finalmente avviato tre stagioni fa:2011-2012: Squadre: 24, suddivise in 2 giorni da 122012-2013: Squadre: 36, suddivise in 3 gironi da 122013-2014: Squadre: 42, suddivise in 3 gironi da 142014-2015: Squadre: 48, da definire la suddivisione. 3 gironi da 16 (o 4 gironi da 12)?
In questi tre anni è cresciuto il numero di squadre, ma tutto si ridurrebbe ad un semplice spostamento di mele da un cesto ad un altro, se non fosse accompagnato da altre valutazioni. Per misurare la crescita di un movimento occorre guardare anche ai campionati regionali di serie C e D (nelle regioni in cui esiste) e di sicuro qualcosa di positivo si trova, così come a livello giovanile. Il futsal femminile nel suo complesso è cresciuto e stà ancora crescendo ed un’ottimizzazione delle categorie è un passo necessario ed irrimandabile. 
Ma di quanto si vuole gonfiare questa serie A prima di inserire un livello intermedio tra base ed elite? E’ il futsal femminile che stà lanciando disperati messaggi di aiuto già dallo scorso anno, ed ancora più quest’anno, con il ritiro di squadre, organici rivoluzionati in corsa, accordi economici non mantenuti, punteggi ridicoli e spettacoli parrocchiali in molte partite.
Non è la serie A di tre anni fa, che si affrontava e si poteva aspirare a vincere anche con tutte italiane e con un budget limitato a qualche decina di migliaia di euro. La situazione si è evoluta velocemente, si sono aperte le porte alle straniere, si sono sfondati limiti, anche etici, ai rimborsi delle calcettiste, ci si è buttati in spese a volte folli che hanno acuito il gap tra i roster. E stiamo parlando solo dell'aspetto economico, non strutturale o di gestione delle risorse umane; quindi reclutamento di sponsor e di capitali per far fronte ad un campionato nazionale che ha visibilità nazionale pari a zero e ritorni economici pari a zero. Quello che si direbbe un investimento oculato, senza dubbio!
Ringraziamo i folli magnate e mecenate italiani di questo sport, che hanno portato in Italia fior di campionesse che ci deliziano ogni domenica con il loro cristallino talento. A volte lo spettacolo in campo è esaltante, ma questo tipo di partite si contano sulle dita di una mano. Fino a quando durerà questo “stato di grazia economico e finanziario” di alcuni club, visto che un pareggio di bilancio in queste condizioni è impensabile? Il ritorno dell’investimento è zero, e soprattutto l’investimento non è più nell’ordine di decine di migliaia di euro, ma di centinaia di migliaia di euro a stagione.Godiamoci questo momento d’oro del futsal femminile italiano perché sinceramente non so quanto potrà durare. Intanto chi è in sella cerca di arrivare prima possibile al traguardo per cucirsi sulla maglia lo scudetto e poi si vedrà… Peccato che di vincitore ce ne sarà solo uno, mentre per tutti gli altri resterà solo il fumo delle banconote bruciate. Ed il prossimo anno chi si presenterà di nuovo ai nastri di partenza e con quanto budget? Con pochi soldi non si vince, questo è sicuro. Con tanti soldi forse sì … forse.
La Divisione Calcio a 5 in tutto questo stà alla finestra e guarda sorniona i presidenti firmare accordi economici da capogiro e portare in Italia top players che danno prestigio al futsal italiano e quindi anche alla Divisione, organizzatrice della competizione. In cambio di tanta insperata grazia, la Federazione è disposta a sopportare le critiche alla sua stessa gestione, sicura che tanto nessuno alzerà mai un dito sul telefono per chiamare gli altri presidenti e far sentire uniti, le loro ragioni. L’insostenibile ottusità della Divisione Calcio a 5 trova forza proprio nell’incapacità delle società economicamente più attrezzate, di sedersi insieme, intorno ad un tavolo. Sarà la mancanza di fiducia e di stima reciproca o forse solo l’orgoglio, ma ognuno resta bloccato nella sua fortezza dorata. “L’unione fa la forza”, e chi si occupa di gestire una squadra dovrebbe saperlo e dovrebbe saper sfruttare le potenzialità del gruppo. Alcune società potrebbero fare molto di più per loro stesse e per il futsal. Quelle che investono maggiormente e che paradossalmente sono le più penalizzate da una serie A calderone, hanno tutte le ragioni per accordarsi tra loro e suggerire alla Divisione le vie possibili per un’ottimizzazione dei loro investimenti e tracciare con la Divisione stessa, il futuro del futsal femminile italiano di elite. 
In assenza di questa opposizione costruttiva, i vertici federali continuano e continueranno nel loro obsoleto progetto, incuranti, sordi o ciechi a ciò che succede intorno a loro ed intorno ad un futsal femminile che stà procedendo verso vicoli ciechi. La serie A di quest’anno ha già ampiamente dimostrato di non essere sostenibile per alcune società, non pronte a gestire persone e risorse in un campionato impegnativo come il nazionale. Una squadra che vince un regionale ha bisogno di strutturarsi e di farsi le ossa; e non basta un’estate o uno sponsor per ammorbidire questo tipo di passaggio.
Il salto di qualità di cui ha bisogno il futsal femminile italiano è prima di tutto nella testa delle persone, a cominciare dai vertici. E quello che il comunicato 534 ha dimostrato, è che in Italia non siamo ancora pronti. I presidenti ed i DG delle società, almeno di quelle più strutturate, non sono capaci di mettersi seduti intorno ad un tavolo e ragionare insieme, per il bene del futsal. La Divisione Calcio a 5 invece non ha alcun interesse a ridefinire i suoi progetti sulla base di ciò che è oggi la serie A femminile, nonostante si aprano sempre nuove falle. 
Allora abbiamo quello che ci meritiamo. Inutile fasciarci la testa, gridare allo scandalo o alzare la voce. Gli uomini sono sempre la causa dei loro mali e finchè non ci sarà una “collaborazione costruttiva" tra le società, e delle società con i vertici federali, non cambierà mai nulla in positivo. Almeno finchè dio-divisione non lo riterrà opportuno. Amen.
di Letizia Costanzi

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