Devo essere sincera: quando quest’estate ho letto che la Divisione Calcio a 5 non metteva limiti al numero di straniere comunitarie tesserabili dalle società di calcio a 5 femminili di serie A ho pensato davvero che questa decisione avrebbe potuto segnare l’inizio della fine. Nell’estate più calda del futsal femminile italiano, con l’arrivo nello stivale delle migliori giocatrici internazionali nonostante la crisi economica globale, mi stupivo di come riuscivamo noi italiani a pagare giovani e talentuose spagnole, portoghesi e brasiliane per calcare i nostri palazzetti.
Questione di soldi: le straniere spesso lasciano il loro campionato di livello superiore al nostro e rischiano anche un’involuzione delle loro capacità, perché in Italia gli offrono di più. Obiettivamente non ci sarebbero altri motivi, sportivamente parlando, a parte le nostre bellezze artistiche e la bontà del nostro cibo. Non è tempo di buone samaritane che attraversano le Alpi o sorvolano il Mediterraneo per aiutare a far crescere le acerbe e maldestre giocatrici italiane.
Ed i talenti nostrani? Sono pochi quelli in circolazione ed una giocatrice media spagnola è brava tanto quanto un’italiana forte, si dice. E così cavalcando l’onda di un interesse crescente per il futsal rosa, mai come quest’anno si è aperta la caccia alla straniera sia da parte delle big che delle neopromosse con evidenti sogni di gloria. Se due anni fa la Pro Reggina vinceva lo scudetto con una rosa tutta di ragazze di Reggio Calabria fatte crescere in casa a ‘nduja e soppressata, quest’anno l’AZ Gold Woman ha ribaltato completamente gli equilibri. In due anni dalla C allo scudetto con 4 straniere di altissimo livello. La nuova stagione 2013-2104 è appena cominciata e scopriremo solo con il tempo se è tutto oro ciò che luccica.
Eppure altre domande continuano a frullarmi nella mente. Fino a quando avremo soldi per pagare le straniere, dando ovviamente per scontato che ogni impegno venga rispettato? E le straniere toglieranno il posto alle italiane? Ma allora anche la futura nazionale italiana femminile di futsal sarà composta prima o poi da tutte oriunde com’è successo per il maschile? Nessuno ha la sfera di cristallo ma dovremo almeno imparare dagli errori già commessi.
Finalmente ecco l’interrorgativo da dieci milioni di dollari: ma perché accanto alle straniere illimitate quest’anno non si è introdotto anche un obbligo di un settore giovanile per la serie A femminile? Le straniere alzano il livello di gioco e portano la loro mentalità che è molto più evoluta e “professionistica” dalla nostra. Ma il futuro di uno sport non è nei soldi, che finiscono, si spendono, si perdono, ma nelle radici, nella cultura. Le ragazzine dovrebbero poter giocare a futsal nelle scuole così come vent’anni fa ed ancora oggi ci giocano a pallavolo. E soprattutto le società sportive dovrebbero pensare a lavorare anche con le giovani e non badare solo al loro tornaconto immediato.
E chi è più avvantaggiato dalla visibilità e dal prestigio di un campionato nazionale se non le società stesse che partecipano alla Serie A? E’ molto più facile per loro coinvolgere il pubblico, attirare bambine, fargli conoscere uno sport ancora poco noto e convincere genitori ancora scettici. Nel 2013 stiamo ancora a questo punto: il pallone è uno sport da maschi. Vai a spiegare che il futsal non è il calcio e che non vengono i “polpacciotti” nè le “cosciotte”, né una bimba educata può diventare una scaricatrice di porto solo perché corre dietro ad un pallone, per non parlare di altri pregiudizi.
Fortunatamente, se anche dall’alto non arrivano sollecitazioni in questo senso, alcune società più evolute hanno iniziato a capire che accanto alla prima squadra va seminato il terreno, va innaffiato e lavorato con cura e pazienza anno dopo anno, per poter vedere i frutti e raccoglierli poi con estrema soddisfazione. La Lazio C5 femminile quest’anno ha investito un capitale ingente per portare nella capitale le stelle Lucileia, Gayardo, Blanco, Nana, le sorelle Cary ed il trio reggino, ma ha avuto anche la lungimiranza di sfruttare queste campionesse per attrarre e coinvolgere genitori e bambine. Il settore giovanile femminile è stato affidato a Giorgio Regni, non uno qualunque, ma la persona più esperta e competente in ambito giovanile femminile non solo nella capitale ma direi in Italia. Certo a Roma poter indossare i colori giallorossi o biancazzurri è già di per se un grande incentivo. Ma poi vedi che anche l’FB5 Team Rome lavora da anni con le ragazzine. Accoglie tutti senza provini, senza esclusioni, che siano piccoli fenomeni o ragazzine scoordinate e le fa giocare. Gli insegna a stare insieme, a fare gruppo e soprattutto le fa divertire. Ecco perché restano, perché non se ne vanno, perché si affezionano alla loro maglia ed alla loro società che diventa quasi un’altra famiglia. Quest’anno nel Lazio partirà un campionato U21 e U18 di calcio a 5 femminile a domeniche alterne e si sta lavorando per l’U14. L’agguerrita ed appassionata schiera di eccellenze, pioniere del futsal femminile giovanile le elenco con estremo piacere e le ringrazio per tutto il lavoro che stanno facendo: Borussia, CLT Ternana, Libertas Ellera, FB5 Team Rome, Futbolclub, Futsal City Roma, Lazio, Lazio Calcetto, Res Roma, Casal Torraccia e Virtus Ciampino (CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO>>>).
di Letizia Costanzi
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