Serie A: Handanovic salva l’Inter, solo pari a Torino

Creato il 01 settembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Ci siamo, comincia il 31 agosto 2014 la nuova annata di Serie A per Torino Inter. Le compagini allenate dai mister Ventura e Mazzarri hanno appena diramato la lista dei ventidue ufficiali che scenderanno in campo sotto la Mole. Con Cerci verso Madrid, Ventura sceglie Quagliarella e Larrondo nel suo 3-5-2 collaudato: sulle due fasce di centrocampo i titolarissimi Darmian e Nocerino, mentre Gazzi giocherà centrale vista l’espulsione di Vives. Moretti in difesa, Padelli, appena convocato nell’Italia, tra i pali.

Palacio out in avanti, Mazzarri schiera come unica punta Icardi nel suo 3-4-2-1. Hernanes e Kovacic sulla trequarti, mentre partiranno dal 1′ i quattro nuovi acquisti Medel, M’Vila, centrali di centrocampo, Vidic, difensore, e Dodò, esterno nel quartetto a metà campo. Panchina per Osvaldo.

Lo scorso anno Torino e Inter hanno dato spettacolo: 3-3 all’Olimpico e 2-2 a San Siro. Entrambe sono reduci dal preliminare di Europa League positivo e il sorteggio di Nyon: meccanismi già oliati da qualche settimana per granata e nerazzurri. Statisticamente il Torino non batte l’Inter tra le mura amiche addirittura da vent’anni, nel febbraio 1994. Sarà la volta buona? Speranze interne e scaramanzie esterne.

Torino-Inter 0-0

 

Torino (3-5-2): Padelli; Maksimovic, Bovo, Glik, Moretti, Darmian; Nocerino, Gazzi, El Kaddouri; Larrondo, Quagliarella. Allenatore: Ventura.

Inter (3-5-1-1): Handanovic; Ranocchia, Vidic, Juan Jesus; Jonathan, Medel, M’Vila, Hernanes, Dodò; Kovacic; Icardi. Allenatore: Mazzarri.

L’arbitro Doveri dà inizio alla partita al gremitissimo Stadio Olimpico di Torino. Le due formazioni, come detto in precedenza, sono reduci dalle qualificazioni alla fase a gironi di Europa League, sostenute solamente tre giorni prima.

Nel corso dei primi minuti di gioco è l’Inter a fare possesso palla, scambiando passaggi veloci tra i suoi tre difensori, ma il Toro è bravo a fare schermo con tutti i suoi dieci giocatori di movimento che fanno molta densità nella loro metà di campo.

Non ci sono spazi e, quando i granata recuperano palla, riescono sempre a rivelarsi più pericolosi degli ospiti, arrivando a costruire a fine primo tempo almeno un paio di occasioni importanti.

In generale, però, assistiamo ad un primo tempo in cui paura di subire goal e tattica vincono sullo spettacolo e la velocità del gioco. A condire il tutto di una nota ancor più amara è l’errore di Larrondo dal dischetto. Rigore concesso ai granata dopo una non chiarissima trattenuta su Quagliarella da parte di Vidic. Larrondo calcia non male, malissimo e Handanovic para senza problemi.

Questa in tutta la partita sarà l’unica vera occasione per rompere gli equilibri della partita.

Al rientro in campo delle squadre, siamo costretti a guardare la stessa solfa del primo tempo: squadre tiratissime che cercano di concedere nulla e tutto questo va avanti almeno per i primi dieci minuti, poi c’è la svolta.

Il Toro accelera i ritmi al 50’, costringendo l’Inter a scoprirsi e scoprendosi chiaramente lui stesso. La partita si fa più viva e veloce, anche se il gioco non è ancora così spettacolare da falci balzare dalla sedia.

In generale, arrivano un paio di occasioni da entrambe le parti ed è da segnalare che gli ingressi di Sánchez Miño per i granata e Osvaldo per i nerazzurri sono la chiave di volta dell’aumento di ritmo delle due squadre, grazie al loro apporto tecnico e alla loro freschezza.

La partita, però, non cambia, e si avvia lentamente verso un pareggio. Al 92’ Vidic si fa incredibilmente espellere per aver applaudito ironicamente Doveri che (permalosamente) lo manda negli spogliatoi anzi tempo. Episodio strano che fa da cornice al fischio fianle dell’arbitro.

Un punto a testa che sa di beffa per il Toro, ma che va comunque bene visto che con questa partita gli uomini di Ventura non subiscono goal da cinque uscite ufficiali. La Serie A tornerà fra due settimane per lasciare il posto alle prime uscite della Nazionale del nuovo CT Antonio Conte.


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