Ieri, al Nereo Rocco di Trieste, la Juventus ha
battuto 2-0 il Cagliari e in virtù della sconfitta del Milan nel derby
della madonnina, i bianconeri si laureano campioni d'Italia dopo un lungo digiuno, vincendo un campionato bellissimo (con una giornata d'anticipo), ricco di emozioni e colpi di scena. La squadra di Conte ha disputato una stagione incredibile, 22 vittorie, 15 pareggi, nessuna sconfitta. Il dato più impressionante sono i gol subiti, solamente 19, mentre 65 i gol segnati. Una Juve che alla fine ha meritato lo scudetto, credendoci sempre anche quando il Milan l'aveva momentaneamente superata. Vittoria del gruppo, un gruppo davvero solido e capitanato da un vero guerriero come Conte, che oltre ad infondere grinta e cattiveria a questi ragazzi, ha portato anche un gioco spettacolare, votato all'attacco e al possesso palla.
A fine partita è una bolgia, i tifosi invadono il campo e parte la festa. Conte è raggiante: “Che scudetto è? Per me il numero uno, il primo che vinco da
allenatore. Sono sensazioni fantastiche siamo veramente contenti, merito
dei ragazzi ma onore anche ai vinti: il Milan e’ stato un avversario
fortissimo. A -1 ho capito che la mia squadra aveva ancora birra, mentre
loro erano un po’ stanchi. Finire il campionato imbattuti sarebbe
qualcosa di storico“. Parla anche il capitano ai microfoni di Sky: “Oggi festeggiamo uno scudetto che tutti abbiamo meritato e io sono
felice di aver dato il mio contributo. Io comincio ogni anno per
vincere, a volte non capita, ma quello che è successo oggi mi ripaga di
tanti anni, a cominciare dal 2006. Fra 15 giorni abbiamo un’altra
partita che vogliamo vincere (la finale di Coppa Italia ndr). La mia
storia l’ho vissuta benissimo con grande entusiasmo e felicità ed e’ un
epilogo strano. Da parte mia c’è la volontà di sorridere e basta. Per il
resto ci sarà modo e tempo di parlarne. E’ anche per l’anno vissuto in B
che questo scudetto ha ancora più valore. Esulterò in maniera totale
perché ogni vittoria ha un sapore speciale“.
Sviste arbitrali, il gol di Muntari, favori o sfavori, non serve parlarne, perchè quando una squadra non perde nemmeno una gara per 37 partite, vince quasi tutti gli scontri diretti e gioca questo tipo di calcio, merita di vincere questo scudetto. Numero 28? Numero 30? Ognuno la veda come vuole, ciò che conta è che la Juventus, dopo gli incubi degli ultimi anni, è tornata ad essere una delle protagoniste del nostro calcio.
Festa negli spogliatoi
Conte & Marotta ai microfoni





