Magazine Calcio
L’Italia è fatta soprattutto di provincie e di piccoli comuni. Pochi giorni fa il mio amico e giornalista Gisberto Muraglia in 5Woman, sottolineava come Tratalias fosse il più piccolo comune della serie A femminile italiana con poco più di mille abitanti ed ovviamente tutte giocatrici locali. A Terni, una provincia media italiana con centodiecimila abitanti, fino allo scorso anno non c’era nessuna squadra femminile nel campionato di calcio a 5 FIGC. Due o tre squadre solamente partecipavano al campionato UISP e nulla di più. E’ stato necessario l’arrivo di Damiano Basile con la sua esperienza, il suo entusiasmo e le sue idee innovative per regalare agli abitanti della "conca ternana" una squadra rossoverde femminile in serie A, la Ternana Futsal Femminile.
Determinante sicuramente l’accordo con la Ternana Calcio, amore incondizionato di tutti i ternani. Il lavoro meticoloso di marketing, la cura dell’immagine, la comunicazione a 360° e senza dubbio, anche le vittorie ed una stagione sopra ogni aspettativa da parte delle ferelle hanno fatto tutto il resto. Alla prima partita dello scorso anno in tribuna c’erano si e no 20 persone. Quest’anno ci sono gli abbonamenti, i tifosi organizzati in trasferta, l’inno, le tv, lo streaming, il sito, le interviste, la radio, gli sponsor. E c’è anche la prima scuola di calcio a 5 femminile CLT-Ternana, in collaborazione con il CLT, il circolo culturale e sportivo che fa parte della storia di Terni. La scuola partirà quest’anno con ragazzine dai sei anni in su allenate da due giocatrici della prima squadra, Di Turi e Salinetti, mentre l’U18 e l’U21 sono state affidate a Nicola Ugolini, allenatore della squadra UISP del CLT che è andato personalmente in giro per i campetti umbri a visionare le ragazzine.
E se non ci fosse stata la Ternana calcio, se non ci fossero state le fere ed il rossoverde a rendere molto più familiare quella squadra a tutta la città dell’acciaio? Porto l’esempio di Viterbo, 65 mila abitanti, prima squadra in serie C salva ai play out lo scorso anno. A Viterbo non ci sono le strutture, il bacino è limitato e la mentalità è quella della piccola provincia. Eppure a Viterbo dalla volontà di un presidente illuminato e delle ragazze della prima squadra, è nato in una sola estate, un bel settore giovanile, con dieci ragazzine della scuola calcio e una U18 sperimentale che fanno capo alla Libertas Ellera. Come hanno fatto? Con impegno, facendo tornei, quadrangolari, amichevoli e andando nelle scuole. Facendo volantinaggio, parlando con i genitori, facendosi conoscere. Si inizia così, non c’è una ricetta magica per trovare ragazzine che amano correre dietro ad un pallone a rimbalzo controllato, né ti cadono dentro al campo se non le vai a coinvolgere.
Occorre semplicemente darsi da fare per avvicinarle al futsal e nella parola “semplicemente” c’è nascosto tanto, tantissima abnegazione, sacrificio e dedizione. In nessuna città che sia Roma, Terni o Viterbo sono le ragazzine che ti vengono a cercare. Serve una strategia, una programmazione, una società anche piccola ma intelligente e lungimirante con persone di buona volontà. Perché poi il lavoro paga, paga eccome. Questo ti dicono soddisfatti tutti gli addetti ai lavori che dedicano il loro tempo libero ed anche qualcosa di più, al futsal femminile giovanile. Una passione ed una missione in cui devi credere fortemente e non ti puoi permettere di scoraggiarti o mollare. Ma non si è da soli.
L’atmosfera che si respira in manifestazioni come il quadrangolare U21 di Terni del 21 settembre, ti fanno capire che c’è gente piena di entusiasmo che si dedica alle giovani e che quest’ambiente è ciò che di più sano possa esserci. Sport, amicizia, passione, condivisione. Crescere insieme, aiutarsi, sostenersi, tutto il bello che uno sport di squadra può insegnare alle ragazzine. E tra gli addetti ai lavori, mosche bianche nella nebbia, ci si riconosce e ci si aiuta. Si collabora, s condividono esperienze, si donano consigli con un unico obiettivo comune: far crescere il futsal nell’unico modo possibile, partendo dalla base. A livello giovanile femminile in Italia non ci sono campionati degni di questo nome e le ragazzine, se non possono giocare, rischiano di annoiarsi e disamorarsi. Società, scuole di futsal, tornei e campionati giovanili devono camminare insieme.
Dopo aver assistito al quadrangolare di Terni e continuando a seguire il gruppo Facebook creato da Giorgio Regni “Futsal femminile - Settore giovanili” (fateci un giro perché è una fucina di proposte ed iniziative, punto d’incontro di tutti gli addetti ai lavori, in ogni angolo della penisola) penso che questo possa essere l’anno zero del futsal femminile italiano. Da Roma è partito un treno sul quale tutti sono invitati a salire. C’è bisogno di far crescere il movimento, di iniziare, anche solo con poche ragazzine e di farle giocare. Parola d’ordine collaborazione ed aiuto reciproco. Poi un domani, quando ci saranno campionati U21, U18, U14 a dieci o dodici squadre si cercherà ovviamente di vincere anche in campo da avversari. Domani!
Per ora l’ambiente è fortemente in fermento, sulla scia di un futsal femminile italiano di elite sempre più spettacolare. Sarebbe un peccato non cavalcare l’onda e non approfittare di questa congiunzione favorevole per costruire qualcosa di solido e dare un futuro alle proprie società sportive e al futsal. Nascosto nell’ombra, il calcio a 5 giovanile femminile stà muovendo i primi passi, con più società che remano nella stessa direzione, portando proposte in Federazione in un’atmosfera costruttiva ed accogliente. Il quadrangolare di Terni è stata la vittoria di chi crede davvero nel futsal giovanile e uno spettacolo in campo, quando l’obiettivo della reflex intercettava i sorrisi delle ragazzine mentre giocavano, volti di bimba con gli occhi scintillanti di gioia. Quando lavori con le giovani, il futsal è magnificamente e prima di tutto questo!
di Letizia Costanzi Condividi su Facebook
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