Alma Katsu è nata in Alaska, ma è cresciuta in un piccolo paese del Massachussets, nella storica cittadina di Concord. È giapponese da parte di madre. Il suo scrittore preferito è Nathaniel Hawtorne e l’influenza di romanzi come “La lettera scarlatta” si riverbera in modo particolare ed evidente non solo nello stile, ma anche nei temi della sua scrittura. Immortal, il suo primo romanzo, nasce da un racconto che scrisse molti anni fa e che ha continuato in seguito.
Sito: Alma Katsu
The Taker Series:
1. The Taker, 2011 (Immortal, 2012)
2. The Reckoning, previsto per il 2012
3. The Descent, a seguire
+ eventuali altri libri
Titolo: Immortal
Autore: Alma Katsu
Serie: The Taker Series, 1
Edito da: Longanesi
Prezzo: 17,60 €
Genere: Thriller, Storico, Supernatural
Pagine: 444 p.
Voto:
Trama: È una freddissima notte invernale nel pronto soccorso dell’ospedale di St Andrew, nel Maine. Luke, giovane medico di turno, si ritrova davanti una ragazza atterrita, giovanissima e dalla bellezza eterea. Si chiama Lanny e ha appena ucciso un uomo, abbandonandone il cadavere nel bosco. Ma Lanny sostiene di averlo fatto su richiesta della vittima stessa e prega Luke di aiutarla a scappare. Quando Luke rifiuta, Lanny afferra un bisturi e si squarcia il petto nudo. Sotto lo sguardo atterrito di Luke, la ferita si rimargina da sé all’istante. Lanny è immortale, ha più di duecento anni e una storia incredibile da raccontare. È il racconto di un uomo ossessionato dalla bellezza e dal bisogno di possederla e di una donna travolta da un amore torbido, appassionato e mai ricambiato abbastanza.
Recensione
di CriCra
Siete pronti a fare la conoscenza dei protagonisti di una nuova Trilogia? Sì? Bene! Allora, mettetevi comodi e spero che questo mio tentativo valga la pena della vostra attenzione.
Questo è un racconto a più voci, principalmente quella di due protagonisti, che sono Lanny e Luke, che si alternano a parlare ora al presente e ora al passato, ricordando episodi di lei e della sua lunga vita – dato che, da come la stessa Lanny svela a Luke, lei è un’immortale.
Nel presente dicevamo, appunto, che Lanny è affiancata dalla figura di Luke, un dottore che svolge ogni giorno, diligentemente, il proprio lavoro, nel piccolo pronto soccorso ospedaliero della sua cittadina, oramai abitata dai pochi rimasti, per lo più anziani.
È proprio durante un turno serale che i due hanno un incontro un po’ rocambolesco e sconcertante, che dà inizio alla loro storia, a metà tra tuffi nel passato ed eventi nel presente; presente in cui Luke, oramai convinto della reale immortalità di lei, aiuta Lanny a fuggire.
Dalla voce narrante di Lanny, veniamo a sapere che lei per secoli è stata innamorata di un uomo, Jonathan, il quale -come prima impressione- mi è sembrato un bel “bamboccio”, un mister perfettino, completamente narcisista, consapevole che ai propri piedi cadono tutte le donne; un vero mascalzone che si approfitta dell’amore di Lanny, sicuro che lei lo avrebbe sempre e comunque capito, appoggiato e perdonato.
“Sei il mio Angelo” mi sussurrò con voce roca all’orecchio.
“Senza di te sarei perduto”
Si rendeva conto dell’effetto delle sue parole su una persona
disperatamente innamorata di lui?
Mi chiesi se non l’avesse fatto per convincermi a risolvere
il guaio in cui si era ficcato, o se fosse venuto da me semplicemente
per cercare rassicurazioni dall’unica ragazza che sapeva per certo che
l’avrebbe amato, a prescindere da quello che combinava.
La mia impressione iniziale di Lanny è quella di una ragazza un po’ inetta, cosciente solo del proprio grande amore per lui, un sentimento che la fa diventare una sorta di succube nei suoi riguardi; inoltre, nel corso del libro, si rivelerà anche una grande ipocrita: per tenersi stretto Jonathan, mentirà ad alcuni personaggi, diventando di conseguenza una gran bugiarda -consapevole di esserlo!
“Non poteva esistere un animo più corrotto del mio”
I ricordi del passato di Lanny ci portano in un’ipotetica cittadina del Maine, chiamata col nome del suo fondatore – St. Andrews, il padre di Jonathan – nei primi anni del 1800, ed è, forse, per questo periodo che molto spesso sembra di leggere uno di quei classici romanzi storici, a mio dire un po’ melensi e irritanti, dove l’amore di lei non può essere ricambiato da lui, poiché le convenzioni familiari non lo permettono, essendo lui destinato ad un matrimonio e, di conseguenza, ad una carriera di convenienza per il prestigio di famiglia.
Man mano che la storia prosegue, nell’alternanza tra passato e presente, viene riportata anche la testimonianza di come Lanny sia diventata un’immortale, attraverso una lunga introduzione a quelli che sono, a sua volta, i ricordi del passato del suo creatore, il Conte Adair, l’unico, tra l’altro, in grado di fare di lei ciò che vuole, persino di ucciderla.
Adair si dimostra fin da subito un uomo malvagio, orrendo e perverso, macchiatosi di indicibili crimini, dietro ognuno dei quali, si nasconde la sua anima nera e dannata, sempre alla conquista di nuove vittime e segreti da nascondere, per la sua stessa sopravvivenza.
…”soltanto lui può renderti di nuovo mortale.
Solo per mano sua tu potrai sentire dolore.
Ma ogni danno che dovesse infliggerti sarebbe temporaneo,
a meno che non sia lui stesso a scegliere diversamente.
Può importi qualsiasi cosa con la sola volontà:
dolore, ferite, perfino la morte.
“Per mia mano, per mia volontà”
Sono queste le parole che usa nel suo incantesimo.
Sono queste le parole che ti legano a lui per sempre.”
Ci troviamo di fronte ad un susseguirsi di eventi carichi di forti emozioni, dove la ricerca della perfezione e della bellezza fisica sono il punto di partenza vitale per questi che si presentano come personaggi completamente egoisti, lussuriosi, che non hanno alcuna remora di coscienza nel mostrare i loro gusti per la promiscuità, per ambo i sessi, alternati al sadismo e alla più sconcertante sodomia e autentica cattiveria. Tutto questo è palese, nel testo, nonostante non cada mai nello scabroso, forse per non offendere o impressionare il lettore.
È la storia di più mentalità che si incontrano e si scontrano tra loro, mettendo in risalto, attraverso le loro vicissitudini, quelli che sono stati gli ostacoli e le loro esperienze che hanno caratterizzato la loro vita, siano essi positivi che negativi.
“Se Satana in persona mi fosse apparso davanti in quell’istante,
promettendo di darmi i mezzi perché Jonathan soffrisse
le pene eterne dell’inferno, io gli avrei dato la mia anima
in cambio senza pensarci su.
Avrei stretto un patto col demonio per vendicarmi del mio amante infedele.”
Altro fattore rilevante presente per tutta la trama, come un sottile sottofondo che c’è ma non si vede, è l’amore di Lanny per Jonathan; lei lo ama ora e sempre, tristemente consapevole di non essere mai ricambiata allo stesso modo; e ancora, poi, la profonda solitudine che accomuna lei a Luke: sono due persone, adesso sono insieme, ma, allo stesso tempo, sono tremendamente soli.
È un libro inusuale rispetto ad altri e tanti urban fantasy che ho letto; diverso sotto vari aspetti che, fino ad ora, l’editoria di oggi ha continuato e continua a proporci, e questo credo che sia un bene, dato che spesso ci troviamo a leggere storie che possono essere diverse, ma molto simili di contenuti e vicende, cadendo di conseguenza sempre più spesso nei soliti stereotipi.
La storia mi ha dato un’impressione ambivalente: man mano che viene scoperta, può essere apprezzata ma, allo stesso tempo, potrebbe essere del tutto snobbata e non gradita per niente. Per quel che mi riguarda è stato un mix di entrambe le cose, forse a causa del fatto che questo libro è stato l’ennesimo inizio ad una nuova trilogia, dove appunto la storia e tutti i suoi protagonisti arrivano e devono farsi conoscere prima, per poi riaffermarsi nelle storie future.
D’altronde si sa che: “De gustibus non est disputandum” ed io sono la prima a rispettare sempre questo vecchio e saggio detto, quindi, per il momento, sinceramente posso dire che non mi ha colpito più di tanto. Vedremo in futuro se sarà ancora così.