Di Simona Ingrassia e Silvia Azzaroli.
Questo articolo contiene numerosi spoiler su entrambe le serie.
Questa settimana facciamo un piccolo confronto in Europa tra due serie che parlano di morti che ritornano ma che, partendo da presupposti diversi, si incamminano poi su binari simili.
Parliamo dell’inglese In the Flesh di Dominic Mitchell e della francese Les Revenants di Fabrice Gobert.
Nella prima vi è stata un’Apocalisse di zombie che ha portato scompiglio in Gran Bretagna e nel mondo intero, coloro che li hanno combattuti sono considerati degli eroi e si sentono ancora sul piede di guerra. Vi è tuttavia un fatto nuovo, come vi avevamo raccontato diverse settimane fa, sia nel raffronto con Resurrection che in quello con The Walking Dead, ovvero che è stata trovata una cura per reprimere gli istinti famelici degli zombie, cura che serve anche a riattivare i neuroni e a portarli lentamente alla normalità.
Tutto gira intorno a Kieren Walker(Luke Newberry), uscito dalla clinica e rientrato al suo paese, Roarton, riesce, poco alla volta, a riallacciare i rapporti con l’amata sorella Jemina, con la madre e il padre, un uomo che ha cercato di vivere il suo ritorno fingendo che non fosse successo niente ma che mostrava chiaramente di trattenersi. Ci sono altri ragazzi come Kieren che tornano a Roarton, tra cui Rick Macey, migliore amico e probabilmente amante del giovane Walker nonché Amy(Emily Bevan), ragazza che accetta il proprio status con molta facilità e decide di raggiungere il misterioso capo di una setta che ritiene gli zombie un razza superiore.
Come dicevamo Les Revenants parte da un presupposto diverso: la storia inizia dall’incidente che ha visto morire una intera scolaresca di ragazzi da cui la sola Camille sembra essere ritornata in vita, anche se questo avviene circa quattro anni dopo la tragedia. In questa serie non si parla di malattia, non ci sono morti viventi che hanno passato una parte della loro non esistenza a inseguire i vivi e a nutrirsi di loro, semplicemente tutto riparte esattamente dal momento in cui c’è stata la dipartita dal mondo. In realtà la serie ha anche dei deboli connotati di genere giallo: parallelamente alla vicenda dei ritornati viene trattato il caso di misteriosi omicidi avvenuti nel sottopasso vicino al Lake Pub di cui non si è mai scoperto il colpevole e l’inquietante e inspiegabile progressivo abbassamento del livello dell’acqua del lago che sembra essere in qualche modo legato alla vicenda dei ritornati.
Ciò che accomuna queste due serie è l’attenzione verso i rapporti interpersonali tra i ritornati e la famiglia o chi li ha amati.
Kieren e Camille inizialmente trovano difficoltà a reinserirsi nel loro ambito familiare e nel mondo che li circorda. Nel primo caso il giovane Walker deve fare i conti con l’ostilità che il paesino ha nei confronti dei malati di morte parziale, che troverà anche nella sua stessa famiglia con Jemima, sua sorella e militante nel gruppo di lotta contro gli zombie; Camille a fatica comprendere che dalla sua morte siano passati 4 anni. La sua famiglia si è sfasciata, la sorella gemella, Léna, è cresciuta, non accettando inizialmente il suo ritorno tanto che le mostrerà palesemente rabbia e un totale rifiuto, così come gli amici che aveva. Inoltre anche lei deve nascondersi per non dare adito a chiacchiere da parte della comunità ancora inconsapevole di quanto realmente sta accadendo. Léna arriva persino ad accusare Camille di essere l’origine delle piaghe sul suo corpo, che invece son state causate, quantomeno all’inizio, dalle botte del padre.
Sia Jem che Léna finiranno per accettare il ritorno del proprio congiunto in maniera però diversa: la prima si avvicinerà a Kieren sia perché lo vede in pericolo sia perché il giovane le mostrerà di ricordare che lei lo aveva risparmiato pur essendo diventato uno zombie. Il lungo e intenso dialogo tra i due fratelli porterà il ragazzo a parlare con una delle sue “vittime” e questo susciterà l’ammirazione di Jem.
Léna, invece, capirà di voler bene ancora a Camille principalmente perché la sente in pericolo e non vuole che venga portata via dagli altri ritornanti, che si stanno riunendo.
Un’altra somiglianza la si può vedere tra il padre di Rick, Bill e Thomas, promesso sposo di Adélé.
Il primo è un “eroe” della guerra contro gli zombie e non tollera il loro ritorno in città, tanto da essere uno dei più ferventi seguaci di padre Oddie, che li considera degli esseri demoniaci, impostori che si spacciano per chi non sono. Bill sembra accettare il ritorno del figlio Rick, fingendo però di non sapere che è uno zombie e finirà per imporgli di uccidere Kieren per dimostrargli di essere un vero soldato e un vero uomo. Rick, dopo mille dubbi, si rifiuterà di fare del male al suo migliore amico e si mostrerà al padre così com’é, senza i trucchi che gli zombi usano per vivere in mezzo alla gente. In un confronto drammatico tra i due, speculare a quello tra Kieren e suo padre Steven, Bill mostrerà il suo lato peggiore arrivando ad assassinare il figlio, sostenendo che si tratti di un impostore e firmerà così la sua condanna a morte. Un paesano, infatti, sconvolto dalla sua crudeltà, lo ucciderà nauseato.
Diciamo subito che come scelta narrativa ci piace poco perché troviamo molto scontato che un militare sia così ottuso e crudele tuttavia almeno è servita a dare una svolta alla trama, facendo capire a Kieren di avere l’appoggio di tutta la sua famiglia, padre compreso, con cui appunto parlerà a lungo, anche provocatoriamente, per spingere Steven (un Steven Cooper capace di mostrare tutta la vasta gamma di emozioni del suo personaggio) a tirar fuori il suo immenso dolore. L’abbraccio sincero e affettuoso tra padre e figlio strazia letteralmente il cuore.
Dicevamo di Thomas e delle sue somiglianze con Bill, va però detto subito che il primo ha qualche parvenza di giustificazione o quantomeno di attenuante, per il suo atteggiamento: il ritorno di Simon, grande amore della promessa sposa Adélé, fantasma con cui ha lottato per anni e che si ritrova invece vivo e vegeto, non è stato sicuramente facile per il poliziotto. Oltretutto l’uomo assiste, impotente, al progressivo riavvicinamento tra Simon e la moglie e quindi ce n’é abbastanza per perdere la testa. E l’agente di polizia la perde eccome, sia cercando di incolpare Simon di un delitto che non ha commesso, sia arrivando ad ucciderlo per la seconda volta, gesto che si rivelerà inutile visto che il giovane tornerà di nuovo e si porterà via definitivamente Adélé. Anche Thomas muore (almeno così sembra), come Bill, anche se la sua morte forse la si può definire eroica visto che guida i poliziotti contro l’orda dei ritornanti, il cui scopo sembra non essere ancora molto chiaro. Il finale della prima stagione, infatti, lascia aperti molti dubbi. Nonostante l’allagamento del paese e la sparizione di tutti i ritornanti.
Ci sono anche delle similitudini tra Claire, la madre di Camille e quella di Kieren, Sue. Entrambe si ritrovano la vita rivoluzionata dal ritorno dei loro figli a cui però dedicano sin da subito il loro amore incondizionato. Nel momento di maggiore crisi del giovane Walker è proprio Sue(veramente molto toccante la sua interprete Marie Critchley) a raggiungerlo nella grotta, dove si era rifugiato per viversi tranquillamente il suo dolore, e con le sue parole riesce a fargli comprendere tutto il dolore provato all’idea di perderlo nuovamente e l’amore che lei prova per lui e il resto della famiglia.
Claire, invece, non solo accetta il ritorno della sua piccola ma arriva a seguirla con l’orda dei ritornanti pur di non perderla di nuovo.
Un ultimo paragone interessante lo si può fare tra i due preti, ovvero Padre Oddie e padre Jean-François. I loro atteggiamenti, in apparenza, sembrano molto diversi: il primo parla il linguaggio dell’antico testamento, invoca quasi il Dio vendicatore e mostra odio e paura per tutto ciò che è diverso, il secondo, invece, è più aperto, disponibile, da consigli molto pratici e quasi affettuosi, ma alla fine non si rivelerà diverso da Oddie. Certo, per il suo paese, il pericolo è ormai in agguato, visto che i ritornanti si sono riuniti per chissà quale scopo, ma non si capisce perché arrivi a tradire Simon che si era sempre mostrato pacifico. E alla fine il suo comportamento si rivela persino più ipocrita di quello di Oddie.
A proposito dello strano e inquietante comportamento dei ritornanti di Les Revenants, riunitosi per uno scopo comune, che pare legato alla diga (anche se appunto il finale della prima stagione non è chiarissimo) lo si può accostare all’Esercito di Liberazione Non-morta (Ula) di In the Flesh, dato che quest’ultimo riunisce tutti gli zombie curati e cerca di dar loro un ideale comune.
Sia In The Flesh che Les Revenants sono attualmente inediti in Italia ma il secondo è stato acquistato da Sky Atlantic, non solo per farne un remake italiano, quindi dovrebbe essere mandato in onda il prossimo autunno.
Concludiamo facendo notare che entrambe le serie, come ben ricorda Les Revenants Italia, citino La Prima Lettera ai Corinzi:
E i morti risorgeranno nuovamente incorruttibili…
La nostra rubrica si prende una piccola pausa di qualche settimana.
Torneremo a settembre con nuovi confronti.