Serie Tv: Gotham, alle origini dell’eroe

Creato il 12 ottobre 2014 da Strawberry @SabyFrag

Una delle serie più attese di questa stagione televisiva, ambientata in uno degli universi comics più amati. Gotham è la serie sul mondo di Batman senza Batman e questo particolare può rappresentare un punto di debolezza per coloro che amano l’Uomo Pipistrello e non si stancherebbero mai delle sue avventure, oppure un’opportunità da cogliere per dare uno spessore inedito al passato di Bruce Wayne e a tutta la compagine di villain e personaggi che ruotano attorno all’eroe, in particolare quel commissario Gordon che da sempre tiene vivo un faro di speranza a illuminare la notte della città. La serie, trasmessa da Fox a partire dal 22 settembre, arriverà anche in Italia, dopo l’eccezionale anteprima di due episodi in chiaro su Italia 1 il 12 di ottobre, a partire dal 20 di questo mese sul canale Premium Action.

Gotham prende le mosse dalle origini. Un misterioso criminale rapina una famigliola felice in un vicolo e uccide marito e moglie, lasciando orfano un ragazzino terrorizzato. La coppia altri non è che Thomas e Martha Wayne e il povera ragazzino solo è Bruce Wayne, colui che un giorno sarà destinato a divenire Batman. Sulla scena del crimine interviene un giovane detective appena arrivato a Gotham. Si Tratta di James Gordon, che qui ci viene presentato come reduce di guerra e poliziotto integerrimo, convinto di poter fare la differenza in quella città corrotta e criminale. Quello che scopriamo è che l’omicidio dei Wayne, chiave fondamentale del personaggio di Batman, assume un valore importante anche per Jim Gordon, che da quel momento non solo entra in contatto con il ragazzino, instaurando un rapporto di fiducia fin da subito, ma prende reale consapevolezza di ciò che è Gotham. Da quel momento per Gordon niente sarà come prima: scendendo sempre più in profondità, il detective vedrà fino a che punto il male si è infiltrato nella società – a partire dal suo collega Bullock, poliziotto duro e ormai completamente disilluso che intrattiene noncurante rapporti con i maggiori criminali di Gotham, come Fish Mooney – e sarà costretto a compiere azioni contrarie al suo essere. Nel suo perdersi nei meandri della Gotham più nera, Jim Gordon toccherà alcuni dei personaggi simbolo del mondo dell’Uomo Pipistrello, ancora giovani, alcuni non ancora i super cattivi che sappiamo, ma fin da subito pienamente riconoscibili: dalla giovane Selina, futura Catwoman, all’Enigmista per il momento infelice creatore di indovinelli che non divertono nessuno, fino ad arrivare al disturbante e disturbato Oswald Cobblepot, che inizialmente appare come un patetico lacchè di Fish per poi rivelare la sua natura in un escalation di sangue, in attesa di diventare a tutti gli effetti il Pinguino.

Il pilot di Gotham è ricco, ben confezionato, spasmodico di dimostrare che le nostre aspettative non verranno tradite. Gli autori vi hanno inserito qualsiasi riferimento appartenente all’immaginario collettivo dell’universo di Batman, tra buoni e cattivi, in particolare questi ultimi, forse fin troppo facilmente riconoscibili a prima vista, un fanservice che pare voler garantire subito un adesione a quel mondo e tranquillizzare anche i più scettici.

Per quanto riguarda Bruce Wayne, è solo un ragazzino, eppure, la sua storia e la sua infanzia sono descritte esattamente come ce le siamo immaginate: un’infanzia solitaria, ossessionata dal ricordo della brutale morte dei genitori e come unica valvola di sfogo un maggiordomo che diventa all’occorrenza padre, amico, confidente e grillo parlante, a cui è affidata la formazione del giovane Bruce contribuendo a renderlo poi quello che tutti noi conosciamo. In questo senso, è apprezzabile l’idea di rendere il personaggio di Alfred meno impomatato, per quanto rigido e severo come solo un maggiordomo inglese sa essere, e farne un personaggio dal piglio quasi militare, deciso, forte, capace di essere qual sostegno di cui Bruce ha e avrà sempre bisogno e, così facendo, inspessendo anche quella che è la linea narrativa del giovane Batman, altrimenti troppo debole per garantire quel continuo legale con il fumetto che di fatto mantiene in piedi la serie.

Tuttavia, quella del giovane Bruce è una linea secondaria, dato che il vero protagonista di Gotham è Jim Gordon. Il giovane detective e un giorno commissario è qui rappresentato mentre muove i suoi primi passi nella lotta al crimine e saggia a sue spese quanto nero sia il cuore della sua città. A interpretare Gordon un redivivo Ben McKenzie, il quale continua ad avere lo sguardo un po’ fisso e imbambolato che ricordiamo in Ryan di The O.C. e un’espressività ancora legnosa, ma che forse proprio per questo riesce a interpretare bene il continuo spaesamento e la confusione morale vissuta da Gordon, mentre, con il suo portamento da eroe incompreso e i suoi modi non sempre pacifici, conferisce pienamente la marca distintiva del personaggio, decisamente insolita per chi ricorda il commissario Gordon come un uomo pacato. E poi è bastata una canotta bianca vista di sfuggita per ricordarci perché Ben ci piace. Ad affiancarlo il poliziotto corrotto Bullok, interpretato da Donald Logue, che riesce a rappresentare l’opposto di ciò che Gordon vuole diventare e nel contrasto tra i due detective c’è forse uno degli aspetti più interessanti della serie.

Di sicuro il più convincente tra i personaggi è il nostro Oswald “Pinguino” Cobblepot: l’interpretazione di Robin Lord Taylor coglie nel segno, rendendo il villain in itinere un personaggio intrigante e decisamente inquietante, con lo sguardo da pazzo e il comportamento da sociopatico che preannuncia guai.

Infine c’è l’ultima grande protagonista della serie: Gotham. Il pilot le regala delle visioni panoramiche che vorrebbero renderle giustizia e e creano la giusta atmosfera per la serie di delitti e storie che si svilupperanno tra le sue strade. L’ambientazione è quel perfetto connubio anacronistico tra passato e un passato molto recente, tra gli anni Trenta e i Novanta, con poca tecnologia e molto lasciato all’immaginazione. D’altronde Gotham è sempre stata un luogo dalle specifiche particolari, un luogo della mente sospeso nel tempo e nello spazio, dove tutto è possibile. A partire dal secondo episodio, però, lo spazio per la città si rimpicciolisce a qualche sporco vicolo e un paio di strade grigie e tutto lo splendore notturno che chiunque abbia mai visto Batman ricorda come corredo fondamentale di ogni sua avventura, si perde, smorzando anche l’impatto visivo della serie tutta.

Ma in definitiva, vi starete chiedendo voi, Gotham ti piace? La mia risposta al momento è Sì. Apprezzo la scelta degli attori e la direzione che stanno prendendo le diverse linee narrative e in fondo siamo ancora al terzo episodio, le novità saranno ancora molte e, nonostante l’abbuffata del pilot, non sono ancora apparsi tutti i cattivi di Batman, tra cui il Joker, che di sicurò sarà la carta che gli autori giocheranno al momento giusto. Ci sono però alcuni elementi di cui tenere conto. Gotham si presenta come una serie dalla trama orizzontale ma di episodio in episodio, si sviluppa come un normale procedural: caso – indagine – risoluzione del caso. Dopotutto non è neanche auspicabile che Gordon scopra chi ha assassinato i Wayne o ciò che si nasconde dietro all’omicidio fin da subito. E bisogna pur sempre ricordarsi che la serie è prodotta da Bruno Heller, lo stesso che ha reso The Mentalist il padre di tutti i filler. Non si può nemmeno pensare che la serie possa trarre un qualche sostentamento dalla storia di Bruce Wayne, relegata a un ruolo secondario dalla stessa impostazione dello show. Forse, è proprio qui che risiede il nocciolo della questione: Gotham è una serie su Batman senza Batman e, per quanto l’idea sia molto  interessante, se non la si sviluppa con una scrittura dalla portata altrettanto innovativa il rischio è che, senza il suo eroe a sostenerlo, il mondo di Gotham si appiattisca e che tutto diventi banale, con la conseguenza che la serie, all’inizio con il compito di raccontare le origini di Batman e il suo universo, si riduca a un crime leggermente più stiloso di quelli che vi sono in giro.

Compresi i rischi, Gotham è ancora agli albori e potrebbe essere in grado di stupirci ancora e farci ricredere da ogni dubbio e perplessità. Non resta che stare a guardare e sperare che l’assenza dell’eroe pipistrello non si faccia fin troppo evidente.


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