Magazine Cinema

Serie Tv: recensione "Inside N°9 - prima stagione"

Creato il 07 maggio 2015 da Giuseppe Armellini

io l'ho trovato qua
spoiler, semmai, solo nelle minirece dei singoli episodi
Oh, finalmente una serie tv di quelle che piacciono a me, corte(issime), originali e ben scritte.
Non è un caso che Ciku me l'abbia consigliata proprio per questi motivi.
Siamo in Inghilterra, sono soltanto 6 episodi, uno scollegato all'altro.
Qualcuno ha detto Black Mirror?
Ecco, diciamocelo subito, Inside N°9 non raggiunge certo i livelli di quella fantastica miniserie (ma del resto pochi li raggiungono) ma è comunque davvero qualcosa che ogni appassionato dovrebbe vedere.
Ma di cosa parla? c'è un filo conduttore?
No.
O sì, molto flebile, ed è quello che richiama il titolo.
Ognuno dei 6 episodi è ambientato al N°6 di un'abitazione.
Però, se ci ragioniamo bene, questo fil rouge che alla fine sembra essere così sottile in realtà non lo è poi tanto. Perchè sottintende una cosa non da poco, ossia che tutti e 6 gli episodi, dal primo all'ultimo minuto, siano in un interno. Credo che soltanto nei primi 2 minuti di The Harrowing e negli ultimi due di Last Gasp ci sia una scena all'aperto, giusto il tempo in uno di far arrivare una ragazza alla porta, nell'altro di farci uscire dei personaggi. Assisteremo così a tutti film di fortissima ascendenza teatrale (ma con l'agilità cinematografica però).
Addirittura, se vogliamo, 4 dei 6 episodi sono ambientati in una stanza o poco più, tanto da poterli davvero trasportare senza problemi in un palcoscenico (penso soprattutto a Sardines e Last Gasp).
Ma c'è almeno un'altra caratteristica che lega tutti gli episodi.
In realtà più di un'altra.
Sì, perchè ad esempio quasi sempre ci sono gli stessi due attori (e quello più grosso, Steve Pemberton, è davvero portentoso).
E anche l'atmosfera, il taglio, è quasi sempre simile, divertente, brillante (grandi grandi dialoghi). frizzante ma allo stesso tempo con una vena se non macabra comunque molto più amara, a volte sfociante in tematiche affatto banali, ma mai presentate in modo pesante o invasivo (ad esempio negli ultimi due minuti di Sardines si parla di roba seria, ma quasi manco te ne accorgi).
Ma, oltre gli interni fissi, la caratteristica principale di Inside N°9 è che c'è sempre un finale spiazzante, un grandissimo twist, qualcosa che o ribalta tutto o fa crollare tutto. Improvviso e brevissimo poi, al massimo 3 minuti dei 29 complessivi. Io c'ho visto tanto anche di un certo filone del Decamerone, specificatamente quello delle novelle legate al tema della beffa. In tutti e 6 gli episodi, se vogliamo, c'è sempre una beffa, o eclatante o più nascosta.
Insomma, divertente, a tratti geniale, spiazzante nei finali.
E recitato benissimo.
Tanti momenti di calo e una cosa davvero curiosa per me, ossia il fatto che non c'è un singolo episodio perfetto, quelli più deboli nel corpo principale hanno un finale davvero notevole, i migliori invece proprio nel finale deludono un pò.
1 SARDINES

Credo, a posteriori, che sia l'episodio più "preciso", quello che riesce senza una minima sbavatura a chiudere meglio il cerchio, facendolo poi in maniera spettacolare, con un twist davvero minimamente prevedibile. L'idea è geniale (ma "geniale" è aggettivo ricorrente nella serie), quello di un'intera famiglia borghese, o forse un'intera società (visto che ci sono molti personaggi che girano intorno alla famiglia), che piano piano si chiude dentro un armadio in un gioco simile a nascondino, il Sardines del titolo. Solo alla fine entrerà il capostipite.
Adesso ci siamo davvero tutti, l'armadio si può chiudere...
Ma c'è un fatto del passato che sottotraccissima ritornava più volte. E alla fine esploderà.
Un pò noioso nella sua ripetitività ma davvero notevole.
E la cosa del nome sbagliato da parte di lui non solo divertente, ma anche molto molto amara.
2 A QUIET NIGHT IN
Probabilmente è l'episodio che punta di più al divertimento. Una specie di piece teatrale di quelle dai tempi perfetti (mi giro e non ci sei più, gli oggetti tolti un attimo prima, incroci "pericolosi") su una coppia di ladri che, in una ricchissima e moderna casa, prova a rubare un quadro milionario, una tela praticamente bianca (attacco all'arte moderna). Ci si diverte un sacco ma la genialata qua è la musica fortissima in sottofondo (o il rumore del mixer, o della tv, o di qualsiasi cosa) che fa in modo che il corto sia praticamente un muto di soli gesti o di voci che non si percepiscono. L'incipit con gli sms è il top. Uno ride e scherza, ma alla fine oltre a tematiche importanti buttate là avremo un'autentica carneficina. Ma, chi non muore resterà comunque beffato.
3 TOM E GERRI
Ecco, questo durante è l'episodio che meno mi ha convinto. Forse a causa degli odiosi personaggi. Più andava avanti più capivo che molto probabilmente il corto era una metafora della depressione (e del cercare una scusante a questo stato) e dei rischi che si incorrono quando la troppa ambizione ti cambia come persona. Ma il finale è davvero notevolissimo. Perchè in 2 minuti non solo ti dà una notizia che non ti aspettavi ma poi nei 30 secondi finali ribalta ancora le cose. Ciò che sembrava vero a lui ad un certo punto sembrava falso a noi. Ma poi quello che sembrava vero a noi risulta falso. E quello che ormai pensavamo fosse falso ritorna vero. Capito niente? vedetelo.
4 LAST GASP
L'idea di base potrebbe partecipare ad un concorso sulla best idea all time.
Una grande star, attraverso un programma dedicato (di sciacalli) va a trovare una bambina quasi morente per esaudire il suo ultimo desiderio (che poi in realtà è desiderio della madre). Ma mentre le gonfia un palloncino muore. Il palloncino ha quindi dentro gli ultimi respiri della star. Famiglia, manager e curatrice del programma lottano per ricavarne soldi come gadget di lusso post mortem. Il corto è spettacolare, Ho riso di pancia più volte, ho trovato geniale quasi ogni passaggio. Ma allo stesso tempo è quello che mette dentro più tematiche e più amarezza. Mi ha ricordato molto il film recensito quest'anno Death of a man in the Balkans, con tutti questi personaggi intorno al corpo senza vita nella stanza. La bambina ti stringe il cuore, la madre è solo un'impotente figura in mezzo agli sciacalli. Peccato per un finale sì poetico e beffardo, ma oltre che prevedibile anche "sbagliato". Un errore di sceneggiatura per me, visto che, come hanno detto gli stessi protagonisti, c'erano ancora due palloncini viola da gonfiare in cui mettere il dna. La faccenda delle riprese con la telecamera "a rovescio" (riprese in pausa, non riprese in REC) è grande.
5 THE UNDERSTUDY
Siamo nel camerino di un teatro. Si recita il Macbeth. Protagonisti l'attore principale e il sostituto (the understudy) che sogna un giorno di salire sul palcoscenico al posto suo. Corto probabilmente meno divertente degli altri, più nero. Giganteggia un grande Pemberton. Visioni di sangue, fatti strani. E la fama che arriva inaspettata. E che ti cambia. Ma il finale delude un pò.
6 THE HARROWING
E' il corto più d'atmosfera, e quello più di genere. Siamo dalle parti del gotico, delle grandi case piene di quadri inquietanti, delle stanza da non aprire, dei mostri e dei demoni. La miscela tra atmosfera horror e battute comiche è quasi perfetta. In realtà è tutto molto più classico dei restanti, quasi non c'entra nulla come struttura. E' un vero e proprio corto horror con punte di humour , Ma il fratello di sopra è veramente spaventoso, roba che si vede raramente così ben fatta anche nei film del terrore.
Però oh, io il finale capovolgente o spiazzante non l'ho visto, è tutta una linea retta dall'inizio alla fine. Eppure quella parola ripetuta più volte "inganno", "inganno", "inganno", ero sicuro portasse a un finale del tutto diverso, tipo uno scherzo di pessimo gusto.
Lei, la protagonista, è attrice vera.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :