Magazine Cultura
durante la presentazione di Thermae Romae alla serata dell'Ottobre Giapponese, si disse che il cinema giapponese in Italia è vittima di un pregiudizio di genere; la stragrande maggioranza dei film che arrivano (a parte che sono pochi e sempre in calo) sono film di samurai oppure film dell'orrore. pensare che in Giappone c'è una delle maggiori produzioni di film annuali del mondo, ed è ovvio che vengono prodotti tutti i generi di film. mi viene da fare lo stesso ragionamento riguardo ai libri, a meno che io non sia molto sfortunata e non incappi sempre nei soliti due generi: o storie di amore strappalacrime alla "Gridare amore dal centro del mondo" o storie di perversioni sessuali assortite come quelle di questo libro. che poi sì, le eccezioni ovviamente esistono, per fortuna, e tuttavia mi sono fatta l'impressione che più la trama è bizzarra e più è facile che un libro giapponese venga tradotto e distribuito in Italia... ordunque, questo libretto (che definisco così perchè non è certo un tomo) ad opera di una scrittrice giovanissima all'epoca della sua uscita (Kanehara Hitomi, classe 1983) racconta l'attrazione di una ragazzina per la split tongue, attrazione che la porta prima a mettersi insieme ad Ama, poi a frequentare il negozio di piercing e tatuaggi di Shiba, avviando con lui una relazione sadomasochistica. Luì si scoprirà innamorata di Ama solo quando lo perderà, forse proprio per mano di Shiba, e a quel punto ci si aspetterebbe una vendetta, o almeno una ribellione, e invece... niente. Hebi no piasu (questo il titolo originale) ha vinto il prestigioso premio Akutagawa ed ha ricevuto un grande riscontro sia di pubblico che di critica; difatti non posso dire che sia un brutto libro, tutt'altro. mi ha solo lasciato un po' di amaro in bocca, probabilmente per via della passività della sua protagonista. i giapponesi, che sono bravissimi a sfruttare la notorietà in tutte le sue sfumature, ne hanno anche tratto un film.