Serrande giù, ma d’autore

Creato il 29 ottobre 2012 da Yleniacitino @yleniacitino

Sulle saracinesche le storie a colori di cento negozi

dal quotidiano Il Tempo

di Ylenia Citino

Sono più di cento, buffe, ironiche, a volte irriverenti. Da San Paolo alla Tiburtina, passando per l’Appia, la Tuscolana, piazza Bologna e San Lorenzo. Roma ce le ha davvero di tutti i colori. Sono le serrande affrescate dei negozi, un’arte tipicamente urbana che tutti sono abituati a vedere, ma mai ad osservare. Se ne è accorto Simone Baldelli, giovane deputato Pdl con la vena artistica, che ha deciso di trasformare la serranda abbassata, forse il simbolo più evidente della crisi economica, in un elemento positivo. Ne ha fotografate cento, ne ha fatto prima un libro, poi una mostra.

L’iniziativa, oltre a spiccare per originalità, ha uno scopo benefico. Il libro con le foto delle Cento Serrande che ha dato il titolo alla mostra è a contributo libero. Il ricavato sarà devoluto all’associazione culturale no profit «Ma va», che si occupa del recupero dei minori attraverso percorsi di formazione artistica e musicale.

I soggetti scelti? C’è la coloratissima effigie di Don Bosco sulla saracinesca dell’Oratorio Murialdo. C’è il tromp l’oeil con l’interno stilizzato della carrozzeria o ancora la camera da letto di un giovane sornione sui due ingressi di un negozio di materassi. Spesso sono realizzate da studenti universitari, a volte sono gli stessi writers che ricevono il consenso dei negozianti per creare, da una tela grigio metallo, un disegno che contiene un messaggio pubblicitario. C’è pure chi ha fiutato l’affare e si è creato il mestiere di designer di serrande.

La tendenza, partita dai paesi del Nord Europa, non poteva non approdare nella Capitale. Un’opportunità da cogliere per i graffitari che puntano a riabilitarsi agli occhi dei cittadini. Le serrande dipinte scampano infatti agli atti vandalici e, per molti, contribuiscono al miglioramento del decoro urbano. Ma attenzione, perché se oltre ad essere dipinte contengono anche un messaggio di richiamo pubblicitario, per il Comune sono considerate delle insegne e soggette al pagamento di un canone. Baldelli ne ha colto solo il lato artistico unendo nel suo libro etica ed estetica.

«Le serrande abbassate – dice Baldelli – in genere sono un segno di un’economia ferma, di una protesta o di un semplice giorno di riposo». Se dipinte, invece, «possono diventare un momento positivo e propositivo», quasi un modo per difendersi, con lo spray della bomboletta, dalle grandi difficoltà della recessione. Chissà quanti, dopo aver visto questi cento scatti in mostra (www.centoserrande.it), guarderanno magari con un occhio diverso la saracinisca a cui sono passati accanto mille volte senza mai osservarla.

28 ottobre 2012


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