Si può parlare di fabbrica degli affidi, a questo punto? Il caso di Padova non è lo stesso accaduto a Cremona qualche anno fa, ma una mamma si è recata a scuola per andare a prendere la figlia e non l’ha trovata. E’ stata poi informata che i servizi sociali l’avevano presa in custodia, ritenendo che non ci fossero le condizioni per lasciare alla madre la figlia. Stiamo parlando della stessa donna che aveva sporto denuncia per maltrattamenti di minore, presso una scuola materna, e che nel testo della denuncia (di cui abbiamo scritto qui) manifestava ai carabinieri la propria delusione per il comportamento delle istituzioni, ovvero servizi sociali e Asl. Successivamente la figlia, che al momento della denuncia aveva quattro anni, è stata affidata a tre famiglie diverse, e la madre ha potuto incontrarla soltanto in un “contesto protetto”.
La madre ora lavora part-time, conduce una vita turbata dall’assenza della figlia. La quale viene condotta tutt’ora in cura da uno psicologo. Lo psicologo dell’Asl nel 2009, dopo quattro colloqui, disse alla madre che la figlia non distingueva tra fantasia e realtà e che non era giusto riparlare alla figlia di quegli episodi di “presunto maltrattamento”. Poniamo semplicemente una questione dal punto di vista umano, senza sostituirci a professionalità specifiche. Non c’è proprio possibilità che la madre torni con la figlia e viceversa, come entrambe desiderano? Non sono troppi tre anni e tre affidi a tre famiglie diverse? E’ possibile riconsiderare il caso?
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