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di Rina Brundu. Incipit-Bambino quello dell’odierna puntata di Servizio Pubblico, con Giulia Innocenzi che intervista i grillini Luigi di Maio e Giulia Sarti, ovvero i volti politically-correct del M5S dopo le bagarre stile spaghetti western alla Camera dei Deputati durante l’approvazione del decreto IMU-Bankitalia.
Di Maio ha intanto spiegato che la ragione per cui il Movimento ha proceduto con l’impeachment è perché non si sentono garantiti da Napolitano. Domanda: ma allora perché – tempo fa – quando avevano avuto la possibilità di “negoziare” l’elezione di un Presidente della Repubblica di loro gradimento non hanno fatto qualcosa di sostanziale per averlo quel rappresentante, invece di farsi prendere dalla Sindrome di Peter Pan? Di quel periodo infatti si ricorda da parte dei grillini solamente l’ennesima presa di posizione populistica, in virtù della quale tanto più la tua immagine appariva toccata dallo Spirito-Santo eticamente e digitalmente rivoluzionario, tante più chances avevi di diventare presidente del tuo Paese.
Gli incauti della Politica! Del resto, questa naiveté – a scusante – l’hanno ammessa pure i cittadini. O meglio, l’ha ammessa lo stesso Di Maio quando ha detto che il motivo per cui alcuni colleghi si erano espressi “sopra le righe” (vedi il “boia” dato al Capo dello Stato), era dovuto al fatto che costoro sono nuovi ai loro ruoli. Ma non è un controsenso? Non sono stati mandati lì proprio per dare un esempio diverso? Per darci l’illusione che ci siamo finalmente lasciati dietro il marciume politico (in senso lato) delle decadi precedenti? Last but not least, hanno fatto impressione anche i “tentennamenti” della Sarti nel dare spiegazione delle reali e più complete (per un verso e per un altro) dinamiche che hanno fatto vivere il dl Bankitalia e dunque dell’aumento gratuito di capitale con trasferimento dalle riserve della Banca stessa.
Secondo Di Maio da quando il Movimento ha “scoperto” gli strumenti ostruzionisti a sua disposizione, ne fa uso a mani basse; alla maniera dei bambini davanti ad una straordinaria torta di panna montata, aggiungo io. La faccenda spiegherebbe pure perché Santoro ha relegato i mediatici ospiti in un siparietto iniziale per poi dedicare una puntata di sostanza alle cose di “Cosa Nostra”; si è dunque a suo modo defilato esattamente come a suo modo si è defilato Marco Travaglio (almeno sulla questione dell’impeachment).
Comprensibile, comprensibilissima la presa di distanza ideale, ma qualcuno dovrebbe spiegare ai cittadini che in un sistema democratico - e finanche nelle dittature – esistono altri mezzi per dare voce all’opposizione. “Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero; e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c’è tra seme e albero” diveva Gandhi, che di battaglie non-violente se ne intendeva.
Purtroppo il problema del nostro Paese è che i Gandhi e i Martin Luther King tendono a nascere lontani dalle sue sponde. Mentre i suoi cittadini si ritrovano sovente tra l’incudine di un recente passato politicamente squallido da dimenticare e il martello della deriva eversiva che sembra pararsi alle porte. What’s next?
Featured image, Bud Spencer “Bambino” nei mitici film di Trinità.
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