Servizio pubblico – fuori!

Creato il 24 ottobre 2014 da Funicelli
Caro amico ti scrivo ... La copertina di Santoro inizia con le parole di Dalla.
Il caro amico che non è Travaglio: Santoro ha parlato di Travaglio e del suo primo libro sulla Fiat e su Moggi. "Un giornalista di razza", che chiamò a lavorare con lui ma che poi andò a lavorare poi con Repubblica.
Le epurazioni dalla Rai e poi il ritorno su Rai2: "Travaglio era il mio simbolo", ha proseguito. Non c'era più niente di cui non si potesse parlare nella televione pubblica. Assieme a Travaglio ho contribuito a toglierci dalla faccia la vergogna il più spudorato dei conflitti di interesse.
Sono diventato amico di Travaglio, Montanelli e Luttazzi, di gente diversa da me.
Pensavo che il paese sarebbe diventato più libero rispettando le opinioni più diverse: ognuno libero di affrontare una sua avventura, ma non sono disposto a dire che ho sbagliato.
Caro amico ti scrivo ma non sei Grillo. Ho rischiato anche con Grillo, a dargli la parola, per cercare di far rinnovare il sistema prima che crollasse.
Ma il sistema è crollato ma Grillo si è fatto "stato": nonostate i 2000 euro per gli alluvionati non ho avuto l'intervista e non sono disposto a dire che ho sbagliato.
Caro amico che te ne si andato .. noi non ci spaventiamo se vediamo rosso, se vediamo l'Isis, la sofferenza, l'Ebola, gente che ha pagato per la nostra sofferenza.
C'è gente che sta costruendo muri, noi contro loro. Ma quanto ci costerebbe questa guerra se loro iniziassero a farla?
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La chiusura della copertina è stata dedicata ad un tema che poi ha toccato nel corso della puntata: “sono terrorizzato da queste periferie dove ci si scanna per un lavoro, e il governo guarda dall'altra parte”.
Caro amico ti scrivo perché ti voglio re incontrare, voglio continuare a sperare. L'anno che sta arrivando passerà. E questa è la novità
In attesa che passi l'anno, ci tocca assistere ad un deja vu: la crisi che rinfocola i razzismi, usati come capri espiatori per tutti i mali del paese.
L'estrema destra in piazza si riunisce attorno alle bandiere: quella italiana e quella leghista (chi l'avrebbe mai detto?).
Le facce e anche i modi sono sempre gli stessi.
Romano La Russa, ex assessore lombardo ed europarlamentare, che prende a cartellonate un ragazzo che non la pensa come lui.
I leghisti contro l'ebola e gli immigrati.
La difesa dell'identità, chi non salta è un clandestino, i fascisti che non sanno esprimersi in parole, quelli fieri del fascismo. Lega, Forza Nuova e casa pound in piazza, tutti assieme, con lo slogan "autarchia, socializzazione, casa pound è la rivoluzione".
In studio a parlare di lavoro, crisi e immigrazione gli europarlamentari Bonafè e Borghezio e il sindacalista Landini.
Nel paese si sta creando una divaricazione tra il blocco moderato (con B. che oggi si dice favorevole allo ius soli) e una parte del paese che sente un disagio profondo e si unifica attorno alla parola prima gli italiani. Un disagio rappresnetato politicamente dalla Lega Lega, che ora dice prima l'Italia e gli italiani. “Che ce ne facciamo della Padania, se le fabbriche chiudono”, ha spiegato Maroni.
Landini: si sta giocando troppo sulla contrapposizione delle persone, quelli che per vivere devono lavorare. Il problema non è contrapporre diritti e persone ma mettere al centro la persona e il lavoro. Oggi le politiche non sono state fatte per crerare lavoro e posti.
E, sull'immigrazione: gli italiani sono sempre andati in giro per il mondo, in Italia gli immigrati sono 4 milione, meno di quelli che sono presenti in Spagna e Germania.
Sono persone che hanno pagato 6 miliardi di Irpef, pagano i contributi quando lavorano, sono venuti a fare lavori che nessuno vuole fare ora perché meno retribuiti e anche sfruttati.
Ci sono persone sfruttate col lavoro nero, e questo grazie a questalegge Bossi Fini, è un quadro che deve emergere.
Il problema del lavoro non è dovuto agli stranieri, ma è legato alle politiche fatte: la delocalizzazione, i subappalti, il lasciar fare al mercato.
I migranti pagano i contribti, ma abbiamo corruzione ed evasione. 60 miliardi di soldi italiani vanno all'estero.
La legge sull'autoriciclaggio non si riesce a fare, non si riesce a ridistribuire la ricchezza e si dice che il problema è un altra persona che viene qui in Italia a lavorare?
Borghezio: i sindacati dovrebbero occuparsi dei disoccupati italiani ha risposto l'europarlamentare, io ho difeso il lavoro a Torino (ma la Lega ai tempi del referendum di Mirafiori dove era?). Che ha attaccatto anche quanti sfruttano gli immigrati per farli lavorare in nero. Santoro ha ricordato alcune cifre: il 7,5% dei contributi Inps derivano dagli immigrati, tanto per chiarire. E ricevono dallo Stato lo 0,2%, oggi.
Bonafè: ci sono paure legittime di chi va in piazza, per le guerre civili, la crisi, l'ebola, i flussi di immigrazione che sono aumentati. Ci sono quelli che speculano su queste paure e chi cerca di risolverle.
Responsabili sono i politici che non hanno risolto i problemi, una classe politica che ha lasciato il paese immobile. Ma poi è arrivato questo governo che ha cercato di fare qualcosa sul lavoro, la giustizia...
Altra responsabile è l'Europa, come i partiti come quello di Borghezio.
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E Juncker le ha rinfacciato il leghista?
Juncker è stato votato perché ha promesso i 300 miliardi, la flessibilità dei conti ha risposto la renziana. Peccato che i 300 miliardi non siano soldi veri, Ma tant'è, la cifra va bene per fare propaganda.
Il documentario fatto su l'Ebola: per evitare che il pericolo arrivi qui, dobbiamo aiutarli nel loro paese, dice la Lega. Ma non ci sono soldi per aiutarli, nel loro paese.
La situazione è dura e difficile. Ed è difficile anche raccontarla da giornalista.
La manifestazione a Terni, per il blocco degli impianti della Thyssen: tutti a casa. I contratti a 15 giorni, non sono stati rinnovati.
"Questo è smantellamento, portano tutto in Germania": nessuno ha parlato degli operai che rompono i coglioni, si parla solo degli imprenditori.
E il sindacato? Lasciamo stare ..
I trasformatori elettrici ora li fa l'India, la Cina. I sindacalisti sono stati fischiati e insultati.
Sono arrivati tardi, non hanno impedito che gli imprenditori si portassero via il lavoro.
Borghezio: imputata per queste dismissioni è l'Europa. E Renzi che non ha detto una parola sull'acciaio di Terni.
Bonafè: rischiamo di perdere un polo siderurgico importante, un settore trainante per l'economia come l'acciaio.
Le proposte del governo?
La trattativa la segue il governo – risposto l'europarlamentare piddina - i proprietari hanno proposto una buonuscita non accettata dai sindacati. La favoletta, il refrain è sempre il solito: "noi ci stiamo provando", con la mole di riforme ... Lavoro, giustizia civile etc etc
Non so se basterà questo alle 2800 famiglie del ternano che lavorano con la Thyssen: ascolto la Bonafè e mi sembra di risentire un politico del pdl in una discussione di anni fa. Quando c'era il governo del fare da una parte (che attacca magistrati, i sindacati, l'opposizione ..) e l'opposizione dall'altra parte contro il governo e le politiche fallimentari.
Landini: non sono state fatte scelte strategoiche industriali. Ilva è commissariata e ora potrebbe slatare , Piombino è a rischio, Thyssen ha una competenza nel fare acciaio e rischia di saltare anche lei.
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Il governo non ha giocato il ruolo che deve giocare: secondo governo e azienda i lavoratori dovrebbero ridursi lo stipendio, senza maggiorazioni per le notti e le domeniche, accettando anche i licenziamenti.
Il governo ha chiesto di accettare queste condizioni e noi abbiamo detto di no.
All'Elettrolux siamo arrivati ai contratti di solidarietà, senza licenziamenti. Il governo ha concesso la riduzione dei contributi all'azienda, ma questa proposta cui si è arrivati all'Elettrolux non è stata fatta a Terni. Il governo non l'ha proposto.
Il problema a Terni è il costo dell'elettricità che costa, più che nel resto dell'Europa: questo incide sulla produttività e sul fatturato dell'azienda. Altro che il salario dei lavoratori.
Sono scelte che deve fare il governo, le polithce energetiche.
I soldi pubblici, come quelli per l'Irap, li si deve dare alle imprese che investono in italia e che non licenziano.
Bianchi e gli imprenditori di Terni: a me serve il lavoro, per andare avanti. Gli sgravi fiscali, da soli, non riavviano la ripresa.
Bonafè: il governo sta cercando di far riavviare i consumi con la proposta sul tfr, con gli 80 euro. Le famiglie più spendono, più si rimette in moto l'economia.
La lite Bonafè Landini: una volta era il centro destra a litigare col sindacato. Ora il nuovo corso renziano, ha cambiato verso al PD.
Il caso Thyssen raccontata da Gianni Dragoni: zero contributi per chi assume, dice Renzi, ma le imprese non investono in Italia.
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“La produttività media delle manifatture italiane è inferiore del 20% rispetto a quelle tedesche, le aziende medie e grandi, che hanno l’art. 18, invece, sono più efficienti di quelle teutoniche”
Non ci sono più grandi gruppi in Italia, come in Germania.
Tra i giganti in Italia c'è la Thyssen che taglia in italia per proteggere il lavoro in Germania.
Sono arrivati in Italia con le privatizzazioni: nei primi 12 anni ha dato utili per 447 ml di euro, nei primi 12 anni. Alle prime perdite nel 2011, i tedeschi hanno cercato di vendere.
L'occupazione è diminuita da 4000 a 2800.
Ora con l'abolizione dell'art 18, si pensa di aumentare la produttività: rispetto a quella tedesca è inferiore al 20%.
Ma se non si considera le piccole imprese, il divario diminuisce, per quelle medie la nostra produttività è più alta.
Proprio le aziende che hanno l'articolo 18.
Caro Renzi, vuoi vedere che l'art 18 fa bene alla produttività?
Le bolle che vengono create nelle periferie dalla desertificazione industriale.
Bertazzoni è andato a Torpignattara dove la brava gente sfila per le strade urlando slogan “basta immigrazione, il califfato, l'invasione”. Prendendosela con gli stranieri per gli scippi, la sporcizia, gli ubriachi, le mignotte.
Qui il 18 settembre un ragazzo pakistano è stato ucciso da una ragazzo italiano. Ma nessuno ha visto niente.
Era ubriaco, ha sputato, l'altro ha reagito ..
“Sti babbuini non dovrebbero entrare in Italia” dice un signore per strada. A casa loro ste cose non le fanno.
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Si sta creando una sorta dimuro contro muro tra un moderatismo e una spina radicale che viene dal basso e che trova anche dei riferimenti politici.
Per gestire queste situazioni, la Thyssen, le periferie abbandonate, l'Ebola, l'immigrazione servirebbero soldi. Ma se poi i soldi non ci sono?
Sono i soldi che vengono usati per costruire autostrade, per ridurre le tasse a pioggia, regalati in concessioni (le autostrade, le frequenze TV)
Sono i soldi della corruzione e dell'evasione. Sono i soldi che anziché rimanere in Italia per gli investimenti finiscono all'estero.
L'intervento di Travaglio: l'importanza di chiamarsi Matteo
“E’ vero che l’altro Matteo ha trovato la ricetta contro i clandestini?
Sì”, diranno i 100mila lumbard che han riempito piazza Duomo per sentire Salvini. Certo, lui parte avvantaggiato: oggi per essere creduti basta chiamarsi Matteo, andare in tv in maniche di camicia bianca,aver 40 anni e il doppio mento. Certo,il suo partito ha governato 11 anni su 20. E lui non è che andava all’asilo: fa politica da 20 anni, da quando ne aveva 20:consigliere comunale 1993-2012, deputato 3 volte, eurodeputato 3 volte. E la Lega ha varato una raffica di leggi sull’immigrazione, che però è continuata come prima più di prima. Le solite gride manzoniane che restano sulla carta. Come dice Davigo, non è sicurezza: è rassicurazione. Ci illude di essere sicuri, mentre restiamo insicuri come prima. Effetto placebo”.
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