Servizio pubblico - i gasati

Creato il 10 aprile 2015 da Funicelli
La sparatoria in Tribunale, le giuste polemiche sulla sicurezza, la sentenza della corte europea sulle torture alla Diaz, Renzi in difesa di Di Gennaro. Aspettavamo l'Isis e i suoi tagliagole, è arrivata la rabbia di un italiano. Peccato per quelli che speculano su immigrati e richiedenti asilo, sui rom che ridono delle signore anziane scippate. Perché mentre ci si preoccupa (anche giustamente) dei reati da strada, dei furti negli appartamenti, dei clandestini che girano indisturbati nel paese, le cronache giudiziarie mostrano un altro mostro, che ruba i nostri soldi, ma ha la pelle del nostro stesso colore. Un politico (con bisogno di soldi per finanziare le sue campagne), un facilitatore, un clan mafioso e una cooperativa che si prende l'appalto per un'opera pubblica. Questo lo schema della corruzione dei tempi moderni, di cui si è occupata l'ultima puntata di Servizio pubblico. La copertina di Santoro: Io questa sera mi vergogno di quello che non sono riuscito a fare: il mondo che avevo disegnato cade a pezzi, viviamo incollati ad un computer pieno di rabbia, con gente che lancia l'allarme per i rom. Poi in un tribunale uno entra con un tesserino falso e fa una strage. Certi luoghi dovrebbero essere sacri: l'assassino di Milano non sembra un folle, tanto è crudele la sua determinazione nell'ammazzare chi lo stava danneggiando. La sua avversione per la legge ci accomuna tutti: corriamo per le strade senza controllo, vediamo morire giovani, delitti impuniti. Evadiamo le asse, scarichiamo sugli altri i costi dei servizi, disprezziamo gli immigrati, ma sono pochi quando cerchiamo qualcuno da far lavorare a poco. Perché non ci incazziamo su chi lucra sul disagio, perché non pretendiamo pene severe per chi affitta a peso d'oro appartamenti. Renzi da la fiducia a De Gennaro dopo la sentenza della corte europea: era a capo della polizia che la sentenza ha definito omertosa. È un problema di responsabilità politica: i mostri non li sappiamo riconoscere quando sono vicini a noi. Volevamo una società fondata sul principio di responsabilità, viviamo in giorni impazziti, dove ci sono persone che ci costringono a pensare che solo la violenza ci porterà alla giustizia. Quelli come me che si sono battuti per cambiare la politica, che rappresenti persone reali, quando vedono leader che si esprimono sui rom con parole indegne, mi indigno con quelli che se ne stanno zitti. Se andiamo verso al periferia non esiste solo una destra frantumata, incapace di svolgere un ruolo serio. O una sinistra che fa il tifo per un uomo solo. Esistono comuni dove si fa fatica a fare una lista seria. Esistono candidature per una regione da persone che non possono essere elette. Esistono candidati che rappresentano altre persone, che non hanno radici. La politica diventa appannaggio dei gasati, quelli che sono pronti a tradire, pronti a trattare i loro vantaggi con le lobby. Quelli come me stanno zitti, mentre attorno si grida, pensate ancora destra e sinistra, pensate ancora di arginare i terroristi con la democrazia? Si, io vorrei andare in piazza a gridarla. In questi giorni impazziti si fa la storia, e voi dove siete? La commemorazione di David. David Raggi è stato aggredito una sera fuori da un bar, mentre era assieme agli amici. E' morto per la ferita riportata: l'aggressore è un immigrato, espulso ma ancora in Italia avendo fatto ricorso. Gentaccia che non dovrebbe stare qui ..dov'è lo stato … questa gente viene qui e a chi serve?” I suoi amici, le persone che lo conoscevano non hanno voluto alzare il solito polverone contro gli immigrati. Ma tutti se la prendono con lo stato garantista che non garantisce la sicurezza dei cittadini: nessuna di queste persone si sente razzista. Da la colpa ai governanti, alla burocrazia che tiene a spasso questa gente .. Le proteste contro il Cara a Mineo. A Mineo il centro da lavoro a gente che ha bisogno. Ma trovi anche gente che protesta contro i soldi spesi per gli immigrati. Quelli pro e contro a Salvini. Prima noi. Ma se noi non abbiamo lavoro, che facciamo? Giuseppe Castiglione è un uomo potente del partito NCD, indagato da due procure per il Cara. Nel cara trovi gente che sta dentro da anni: dovrebbero rimanere dentro 35 giorni al massimo. Con una tesserina devono arrangiarsi per le spese personali. Nelle stanze si sta stretti, si mangia pasta e riso ogni giorno. Altro che hotel a tre stelle. Alle 6 di mattina, davanti il Cara trovi i ragazzi che aspettano di andare a lavorare. Sulle macchine dei caporali: i ragazzi danno 5 euro per essere portati al lavoro a Catania. E sono pagati, per raccogliere frutta e verdura pochi euro al giorno. Senza contratto. Chi sfrutta chi, allora? Ai lavoratori italiani si danno 55 euro, ai neri si paga solo 15 euro. Ma agli italiani brava gente non fa piacere che gli si faccia domande. Gli ospiti in studio erano Luigi di Maio, Mauro Lusetti, Claudio Martelli e Antonio di Pietro. La puntata è iniziata col ricordo delle morti del Tribunale di Milano da parte di Antonio di Pietro. Impressione di dolore – sono state le prime parole dell'ex pm. L'assassino si era organizzato per uccidere, non era un pazzo. Era ben cosciente. Un altro sentimento è lo sconcerto, di fronte alla ipocrisia di chi oggi si accorge della falla al tribunale. È un colabrodo e lo sanno tutti, un tribunale così importante, per le inchieste che segue. Da domani si farà qualcosa, ma c'è scappato il morto. Il signore ha girato per i piano, è rimasto dentro per un'ora: non hanno nemmeno previsto di un sistema di controllo all'ingresso, basta un tesserino volante. Dove erano quelli che dovevano controllare? Come si fa a parlare di un intervento immediato? Il tribunale è una città dentro la città, abbandonata a se stessa. Le polemiche di oggi sono partite da una dichiarazione dei 5stelle, sulla sicurezza in previsione di Expo: Di Maio ha spiegato il senso di quella uscita. Un poliziotto amico del parlamentare del M5S, gli ha parlato del rischio di interventi spot, ora. Una volta c'erano tre poliziotti per piano, ora invece i pochi poliziotti sono gestiti male. Se addirittura in un tribunale una persona entra con un arma e spara, un cittadino in strada cosa deve temere? A questo governo si deve addebitare la gestione della sicurezza: chiediamo di ascoltare gli operatori del settore. Questo governo ha tagliato i fondi come i precedenti, poi dopo questi eventi hanno pure il coraggio di parlare. Le forze dell'ordine sono presenti nelle aule solo per processi eccellenti: questo dicono le forze dell'ordine. Èd è una forma di demilitarizzazione. Martelli si è detto d'accordo con Di Maio, ma Alfano non ha tutte le colpe. C'è un invecchiamento delle forze dell'ordine, come spiegano i fatti della Barcaccia a Roma. Genova e il G8 indicano invece una inefficienza. I poliziotti sono stanchi e malpagati: ci sono tanti corpi che assieme fanno una forza enorme. Non possiamo permetterci di triplicare le forze di polizia. Oggi siamo di fronte ad una società disabituata a ragionare, impaurita e arrabbiata. Ci sono i gasati e i disperati. Nelle cooperative c'è una parte di società che svolgono funzioni di difesa. Santoro ha chiesto a Lusetti (presidente Legacoop) se c'è stata fatalità o impreparazione. Si reagisce in ottica di emergenza, in politica, sicurezza ed economia”. Se non usciamo da questo ragionamento, avremo una situazione sempre più drammatica. Serve un pensiero lungo: domani sarà tutto a posto e ce ne si dimentica. Il ruolo delle cooperative nei centri di accoglienza. Le parole di Francesco Simone, nell'inchiesta sulla metanizzazione di Ischia: è un uomo di pr, ha curato le relazione della cooperativa concordia. Consulenze, subappalti e forniture. Prima un ente pubblica aiuta la concordia ad avere un appalto, poi la concordia da una consulenza ad una persona indicata. Poi ci sono le società di scopo, per gestire un appalto: le quote della società aumentano dopo l'erogazione dei finanziamenti pubblici. Per Ischia la concordia si è rivolta al facilitatore Muro, ex senatore amico del sindaco. Ha preso una quota della società costituita per realizzare l'opera. Hanno preso una plusvalenza dopo che sono arrivati i pubblici. Questo è un disordine che non è clamoroso come l'omicidio da parte di un immigrato: ma sono soldi pubblici. È il solito schema, ha aggiunto Di Maio: una coop, un clan, un politico a disposizione e un facilitatore. Il clan era quello dei casalesi che distribuiva subappalti. Lo stesso schema del Mose, mafia capitale, Milano. Ferrandino era già indagato, quando Renzi lo candidò alle europee. Queste sono responsabilità politiche che ricadono sul governo. Il presidente Legacoop ha risposto coi numeri: lo stato fa 25 miliardi di opere pubbliche, le coop ne fanno solo 3 miliardi. Per le coop sono comunque casi isolati: i casi citati da Di Maio vedono assieme le coop e anche società private che non si citano. La corruzione passa anche attraverso di noi: dobbiamo agire in modo fermo nei confronti di chi ha ceduto e dall'altra parte dobbiamo fare una riforma, coi tempi lunghi. Chi ha sbagliato, paghi. Salvini al Cara di Mineo. Renzi e Alfano si dovrebbero dimettere. Ma il centro l'ha inaugurato Maroni. Ma c'era l'emergenza, risponde Matteo. Le case del centro sono affittate alla società Pizzarotti: in tre anni sono state spesi 120 ml di euro. Il sindaco di Mineo è presidente del cda della società che gestisce il centro: ma non risponde alle domande e la cittadinanza la difende. L'appalto del 2014 non ha rispettato i criteri di economicità: a vincere l'appalto hanno vinto le stesse società in consorzio. Una di queste vede a capo il signor Ragusa, NCD. È lui che ha presentato la sindaca, dicono. I voti li hanno presi col Cara, dicono le persone intervistate. La gestione del centro era prima di Castoglione, che qui ha preso il 40% dei voti. Ferrera , dg del Cara, era presidente della provincia: Odevaine è arrivato qui assieme a Castiglione. Odevaine parla della coop la Cascina, vicina a CL: avrebbe preso 10000 euro al mese per il suo contributo. Il consorzio sol Calatino, di Ragusa, prende lavoro dal sindaco che è considerata persona di Ragusa: è Maroni che però ha nominato Castiglione soggetto attuatore, cioè una persona in grado di dare appalti. La fanta intervista ad Antonio Iovine. Affiliato da Bardellino e De Falco nel clan. Nel giorno in cui fu ammazzato Ciro Nuvoletta. C'era un accordo di sistema tra Concordia e i clan, dove si decideva che lavori dare alle società dei clan. C'è un sistema di facilitatori oppure sono poche mele marce? Parliamo di cooperative storiche: quando le vedi coinvolte nelle inchieste, ti chiedi se è vero che si comportano come altri prenditori nel paese, senza alcuna differenza. I casi di corruzione aumentano con le emergenze, o dove c'è bisogno dell'amico sindaco per un appalto. Non sono casi isolati, ha concluso Di Maio: la responsabilità del governo è nella figura di Poletti, attuale ministro del lavoro. Legacoop non si è accorto di nulla: Poletti dal 2002 era nell'organo di vigilanza e non ha visto. La battaglia è quella per un mercato trasparente”, ha chiesto Lusetti: dobbiamo scegliere tra perdere la faccia con le inchieste su corruzione o perdere l'appalto. 1 su 3 degli appalti è assegnato in modo illecito, dicono le carte della Gdf. Ma Legacoop non si è dato delle regole etiche, non ha rifiutato i subappalti. La legge anticorruzione non è ancora stata approvata, come il falso in bilancio. Si continua a ripetere che serve fare qualcosa. Oggi non c'è la mazzetta, ma il facilitatore: Di Pietro ha raccontato come è cambiata la tangente, “post moderna”, con tanto di fattura. Un sistema pulito per corrompere, nascondere, corrompere ed essere corrotti. Il sistema imprenditoriale ha accettato la corruzione, non c'è più una gara per il migliore e non c'è nemmeno il politico che laora per il bene del paese. Anche per la mafia vale lo stesso: non serve la lupara, basta un politico e un imprenditore. È stata privatizzata una parte dell'imprenditoria che una volta era sotto il controllo del pubblico. I partiti non ci sono più, c'è la prevalenza del burocrate o del singolo politico. Martelli tira in ballo la riforma di Bassanini sulle regioni. L'intervento di Travaglio: il delitto perfetto Un appalto su 3 è truccato, 1 contribuente su 4 evade, gli imprenditori dichiarano meno dei loro operai e l’80% delle tasse le pagano lavoratori dipendenti e pensionati, sempre più incazzati. Ma niente paura, il governo Renzi ha già trovato la soluzione: vietare alla stampa di pubblicare le intercettazioni dei non indagati. L’idea è geniale, ma non troppo originale: ci aveva già provato il centrosinistra con la legge Mastella e il centrodestra con la legge Alfano, ma invano. Ora Renzi, che doveva rottamare la vecchia politica, sta completandone l’opera facendo le poche leggi vergogna che la vecchia politica aveva lasciato a metà. Lo chiede anche Alfano, che è molto coerente. Ncd, dopo il caso Lupi, è al 2,2%: un altro paio d’intercettazioni e finisce sottozero. Le intercettazioni dell’inchiesta di Napoli svelano i rapporti tra i mazzettari della coop rossa Cpl Concordia e politici di destra e del Pd. D’Alema s’è messo a urlare: ‘Vergogna, non sono indagato. Dove sono i caschi blu’ In realtà D’Alema negli atti ci è finito non perché i pm volessero sputtanarlo, ma perché parla di lui l’arrestato n.1: Francesco Simone, manager della coop Concordia, in affari addirittura col feroce clan camorrista Iovine. Soro, garante della Privacy, ha detto: ‘Non tutto ciò che è di interesse del pubblico è anche di pubblico interesse’. Soro non ha ben chiara la differenza fra un foruncolo e un’intercettazione. Lui chiede al governo una legge per un’adeguata selezione delle notizie da diffondere, manco fosse il Minculpop. 99 volte su 100 i politici presi col sorcio in bocca strillano alla privacy e al segreto quando non ci sono. Cari politici, rassegnatevi, anzi arrendetevi: mica ve l’ha ordinato il medico di fare i politici”. Altri due interventi: Renzoni e il ritorno del cavaliere e Gianni Dragoni e il mondo Legacoop (che ha più dipendenti di Chrysler)


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