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La magistratura penale è copstretta a fare pulizia all'interno della politica, in assenza di filtri dentro gli stessi partiti.
Qui tocca dare ragione a Renzi: che fine hanno fatto la politica, i partiti, il Parlamento?
Dopo la sentenza della Consulta si sarebbe aspettato un sussulto da parte della maggioranza, da parte di Letta. E invece lo scontro interno al PD per le primarie, le rassicurazioni di Napolitano sul governo, che ora ha l'obbligo di fare una legge che non vuole fare.
In questo vuoto di potere si inseriscono i gesti sconsiderati dei singoli: come quello del ministro De Girolamo che magari in buona fede, va al Brennero assieme agli agricoltori di Coldiretti per ispezionare i camion dall'estero, confondendo il suo ruolo istituzionale.
Ma d'altronde, se Alfano può fare il ministro senza sapere cosa succede al Viminale.
Se la Cancellieri può fare il ministro della giustizia dopo le telefonate con i Ligresti.
Santoro nella copertina della puntata si è soffermato su questo: le larghe intese, la spinta alle elezioni di Grillo, il porcellum illegittimo e un Parlamento le cui nomine non sono ancora state ratificate.
Da una parte un governo che difende se stesso, dall'altra Grillo, Renzi e Berlusconi che chiedono il 51% per governare da soli, senza però averne la forza.
Napolitano dovrebbe prendere atto di questa situazione, di cui lui è colpevole: per anni i partiti hanno messo davanti i loro interessi a quelli del paese.
Niente riforma della legge elettorale, niente tagli ai costi della politica, nessuna volontà di vedere i problemi laddove c'erano (corruzione, evasione, mafie, imprenditoria incapace). Le leggi hanno perpetuato il continuare di questi partiti: ora - ha concluso Santoro - bisognerebbe chiudere questi in una stanza per una settimana finché non arrivano ad una nuova legge elettorale. Se non ci riuscite andate tutti a quel paese, anche se un pò dovremmo andarci anche noi ..
In studio gli ospiti sono stati i due giovani Nunzia De Girolamo e Pippo Civati, assieme all'imprenditore Della Valle.
Dopo un imbarazzante (per i consiglieri piemontesi ) servizio sulla rimborsopoli in Piemonte, si è affrontato il tema centrale della puntata: cosa fare ora.
Della Valle ha parlato di un paese slegato dalla politica, dove un gruppo di persone discutono tra di loro sulla loro sopravvivenza. Ora Napolitano ci deve dire dove vuole portarci, perché il governo di larghe intese da lui voluto non è stabile.
Della Valle ha voluto dare fiducia ai giovani, ma ha dato a questa maggioranza un anno, con un controllo ogni trimestre da parte dei cittadini, per verificare se le riforme promesse sono veramente messe in cantiere.
Ma chissà se ce l'abbiamo un anno ...
Il ministro era d'accordo con il conduttore: la politica si deve riappropriare del suo ruolo. Peccato che però intenda legare la riforma elettorale alle altre riforme che PDL (e ora FI e NCD) vogliono portare avanti (magari infilandoci anche quella della giustizia).
Civati, candidato alle primarie del PD, ha detto semplicemente che si dovrebbe iniziare col chiedere scusa. Per i ritardi sulla legge elettorale: ora potremmo tornare al Mattarellum. Civati ha anche ricordato come il suo partito abbia ritirato le firme sulla mozione Giacchetti (sempre per difendere queste larghe intese).
"Questo shcema non funziona" - sempre Civati: "anche se ho stima di Napolitano, abbiamo cambiato l'art. 138 della Costituzione per niente". E' l'unico nel PD che intende andare a votare in primavera, subito dopo aver cambiato la legge: sistemare i conti del paese, varare la legge di stabilità, e votare.
Ma occore anche presentarsi di fronte al paese con una faccia credibile: con quale credibilità questa clase dirigente (quella dei rimborsi, del porcellum, delle inchieste giudiziarie, dei costi senza freno della politica ), può chiedere sacrifici al paese? Può ritenersi degna di proporre riforme strutturali alle istituzioni?
Come vogliono tagliare la spesa pubblica, passo necessario per abbattere il debito e diminuire le tasse?
La prima cosa che dovrebbe fare è tagliare i costi della politica: l'economista Perotti (che ha scritto già diversi post sul blog www.lavoce.info) stima in un miliardo almeno i soldi che si potrebbero recuperare se si tagliasse la spesa dentro Parlamento, regioni, consigli ..
Sarebbe un taglio indolore, perché colpisce un ceto che comunque guadagna abbastanza: come i consiglieri regionali con uno stipendio da 200000 euro, forse potrebbero contentarsi di 100000.
Perché altrimenti regioni, senato, camera, consiglio di stato, ministeri, direttori generali, capo di gabinetto, presidenti vari, non sono più credibili.
Come non è credibile nemmeno quando parlano di essersi tagliati i costi: in Piemonte e in Veneto si sono diminuiti lo stipendio (per la parte tassabile) mentre si sono alzati la diaria (non tassabile).
Pure in giro ci prendono ...
Non è tantissimo, quel miliardo che si recupererebbe da questi tagli: ma sono soldi che si potrebbero usare per tappare i buchi dell'IMU, per esempio.
L'intervento di Travaglio "del maiale non si butta via niente"
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