Iva: l’aumento penalizza soprattutto il “made in Italy”
di Pierpaolo Molinengo
L’Iva è aumentata al 22%. Alla luce di questa novità, l’Ufficio studi della CGIA ha individuato, sulla base della spesa media annua delle famiglie italiane, quali saranno i prodotti ed i servizi che subiranno i maggiori aggravi; la stima si basa sull’ipotesi che nel 2014 la propensione alla spesa al consumo delle famiglie italiane rimanga la stessa di quella registrata l’anno scorso (ultimo dato statistico oggi disponibile).
Al vertice di questa particolare graduatoria troviamo i mobili, gli elettrodomestici e la manutenzione della casa. A fronte di una spesa annua delle famiglie italiane pari a 68,5 miliardi di euro, l’aumento dell’Iva comporterà un aggravio annuo di queste voci di 567 milioni di euro. Fatto 100 il gettito atteso dalla spesa delle famiglie, con l’aumento di un punto dell’Iva sulle famiglie, questa tipologia di spesa inciderà sul totale per una quota pari al 19,8%.
Al secondo posto troviamo l’abbigliamento e le calzature. Con una spesa famigliare annua pari a 66,5 miliardi di euro, il ritocco dell’Iva porterà un gettito aggiuntivo di 550 milioni di euro, pari al 19,3% del maggior gettito totale atteso.
Al terzo posto di questa classifica troviamo le riparazioni, le manutenzioni e i pezzi di ricambio dei mezzi di trasporto. A seguito di una
spesa famigliare annua di 36 miliardi di euro, l’incremento dell’aliquota ordinaria dell’Iva su questa spesa “garantirà” un gettito aggiuntivo di 298 milioni di euro, pari al 10,4% del maggior gettito previsto.
La CGIA ricorda che il gettito annuo atteso dall’incremento dell’aliquota ordinaria dell’IVA dal 21% al 22% è pari a 4,2 miliardi di euro all’anno: questa somma graverà per il 67% (in valore assoluto pari a 2,85 miliardi di euro circa) sulle tasche delle famiglie, mentre il rimanente 33% (1,35 miliardi) “colpirà” le imprese, il settore “no profit” e in parte anche l’Amministrazione pubblica.
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Mercato immobiliare verso la svolta
Dal rapporto dell’Agenzia delle Entrate emerge come nel secondo trimestre 2013 la diminuzione delle compravendite nel Comune di Milano si è attestata sul -2,0% (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), a fronte di una contrazione che nel primo trimestre era stata pari al 4,8%. Parallelamente OSMI Borsa Immobiliare, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, nella Rilevazione dei prezzi degli Immobili sulla piazza di Milano e Provincia del I semestre 2013, realizzata in collaborazione con FIMAA Milano Monza & Brianza, rileva una decrescita dei valori residenziali generalizzata a tutte le tipologie e a diverse zone del capoluogo lombardo, con contrazioni dei prezzi medi cittadini che nel corso dell’ultimo anno si sono attestate tra il -2,9% degli appartamenti di nuova costruzione e il -3,7% del prodotto vecchio.
«Dopo il drammatico calo del numero di transazioni immobiliari che ha caratterizzato il 2012, dal mercato arrivano segnali che fanno sperare in una fase di stabilizzazione – ha dichiarato Marco Dettori, presidente di OSMI Borsa Immobiliare, azienda speciale della Camera di commercio di Milano.- Oltre alla diminuzione dei prezzi, un’altra condizione necessaria per innescare la ripresa del comparto immobiliare è la ripartenza del mercato del credito, che potrebbe essere incentivata dalla liquidità messa a disposizione delle banche da parte di Cassa Depositi e Prestiti, come previsto dal DL 102/1013. Strettamente collegata al tema del credito è da sottolineare l’importanza della trasparenza delle valutazioni degli immobili da mutuare e la professionalità dei valutatori».
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Vacanze a settembre in aumento
Un deciso incremento delle vacanze settembrine è rilevato dalla Confedilizia. Attraverso un’indagine sulla diffusione dei contratti di locazione per finalità turistiche, svolta presso le proprie oltre duecento sedi, l’Organizzazione storica dei proprietari di casa ha notato come la crisi economica abbia – di fatto – prodotto lo scaglionamento delle vacanze, sovente auspicato, mai finora attuato. I costi minori, rispetto ai mesi precedenti, hanno persuaso molti a scegliere il mese di settembre, tradizionalmente meno amato.
Infatti si registra un deciso aumento delle locazioni cosiddette week end, ossia per due o tre notti, rispetto al 2012. L’incremento è più rilevante (nell’ordine del 10%) nelle città d’arte: non soltanto i centri di richiamo mondiali, come Venezia, Firenze e Roma, ma altresì meno note località artistiche, specie nell’Italia centrale (in questo caso, anche per una sola notte). Più contenuto (intorno al 5%) è l’aumento delle presenze nei luoghi di soggiorno sia
montano sia marino, mentre quest’anno cresce in maniera più consistente l’attrazione dei centri lacustri, anche nei laghi di solito trascurati dal turismo, forse segno di un possibile trasferimento di abitudini o di predilezioni turistiche.
Quanto alle più lunghe locazioni, da una settimana a dieci giorni fino a due settimane, ovviamente uno spartiacque è segnato dalla metà del mese, sia per l’apertura delle scuole, sia per le condizioni climatiche meno favorevoli. Tuttavia, anche in questo caso si è avvertita un’aumentata diffusione di contratti di locazione, senz’altro superiore al 5%, all’evidenza determinata anch’essa dai canoni meno elevati richiesti nel periodo in questione.
Ovviamente questo recupero settembrino non è tale da compensare la rilevante diminuzione delle locazioni turistiche, di qualsiasi durata, nei mesi di luglio e agosto. Tuttavia è un indice delle possibilità e del richiamo offerto dalle ultime settimane estive e dall’avvio dell’autunno.
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Logistica: ancora potere ai tenant
Continua l’incertezza nel mercato immobiliare logistico italiano. Nel primo semestre di quest’anno l’assorbimento di spazi è stato pari a 205.000mq, il 55% in meno rispetto al primo semestre del 2012, inoltre nel secondo trimestre 2013 si è registrato un livello di assorbimento inferiore rispetto ai primi tre mesi dell’anno. E’ la prima volta, negli ultimi cinque anni, che si registra un calo così sensibile. Milano e Roma hanno attirato la maggioranza degli operatori, con Milano che prevale per mq locati. Nessuna transazione di dimensioni rilevanti è stata registrata al di fuori delle prime location di Milano, Roma, Bologna e Veneto.
Dice Roberto Piterà, Head of Logistics Group di Jones Lang LaSalle: «il mercato continua a soffrire anche a causa della debole domanda internazionale, che lascia quindi il posto quasi unicamente ai player nazionali e locali. Nel primo semestre di quest’anno le unità preferite sono state quelle tra i 5.000 e i 19.000mq, mentre l’anno scorso nello stesso periodo abbiamo assistito a transazioni anche superiori ai 20.000mq. I tenant hanno scelto di espandersi favorendo le aree in cui erano già presenti, oppure in location strategiche per la vicinanza a utenti finali. Il resto dell’anno sarà importante per determinare se le deboli performance del mercato a cui abbiamo assistito nella prima parte dell’anno sono solo temporanee. Nonostante si percepisca una ripresa delle attività dopo l’estate, dubitiamo che questa possa avere effetti positivi entro la fine di quest’anno. Mentre il sentiment è decisamente più ottimista, sia sul lato lease sia sul lato investment, per il 2014».
Se durante lo scorso anno la maggioranza delle operazioni aveva interessato immobili di grado A, quest’anno l’attività si è suddivisa in misura abbastanza bilanciata tra immobili di alta e media qualità. Ciò è dovuto al rallentamento degli sviluppi e alla conseguente mancanza di prodotto di qualità nei mercati primari.
Conclude Piterà: «la limitata attività di sviluppo di nuovi immobili sta sostenendo la stabilità dei canoni sia prime che secondari. Tuttavia, il momento di mercato è favorevole ai tenant, per cui crescono gli incentivi concessi e le location secondarie stanno affrontando una pressione crescente sui canoni».
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Prelios ha ceduto a RE/MAX le agenzie
Il Gruppo Prelios rende noto che nei giorni scorsi ha perfezionato la vendita del 100% delle quote della società Brand for Agency Services S.r.l., cui fa capo il franchising immobiliare di Prelios S.p.A., a Proximm S.p.A., titolare in esclusiva per l’Italia del franchising immobiliare a marchio RE/MAX.
Con la chiusura dell’operazione, Prelios esce definitivamente dal settore dell’intermediazione svolta direttamente per la clientela retail, continuando a concentrarsi in via esclusiva sull’intermediazione istituzionale e su quella rivolta ad operatori professionali, in linea con il riposizionamento della Società in “puro gestore” e con il percorso di focalizzazione sulle attività core. Prelios rafforzerà quindi il team dell’Agency istituzionale che offre alla sola clientela corporate servizi e consulenza professionale per la compravendita e la locazione di immobili nei diversi segmenti di mercato, dagli uffici al residenziale, dall’industriale al retail.
L’acquisizione, dall’altra parte, permette a RE/MAX di rafforzare ulteriormente la sua presenza di agenzie in franchising sul territorio italiano. Fondata nel 1973 in USA, oggi il Gruppo RE/MAX è il più diffuso network di franchising immobiliare con oltre 6.200 agenzie affiliate e circa 93 mila consulenti immobiliari in oltre 90 Paesi nel mondo. In Italia RE/MAX fa il suo ingresso nel 1996 e, sotto la guida di Dario Castiglia – Presidente e Amministratore Delegato della Società – conquista in breve tempo un posto di leadership nel settore immobiliare in Italia, anche attraverso una formula innovativa di consulenza immobiliare.
«Siamo molto soddisfatti dell’accordo raggiunto in tempi molto rapidi con RE/MAX, un operatore di settore leader di mercato a livello internazionale, con cui il business del network retail è certamente più sinergico rispetto alle attività core del nostro Gruppo – ha dichiarato Andrea Boeri, amministratore delegato di Prelios Integra, la business unit che raggruppa i servizi di Prelios in Italia –. Il business delle agenzie immobiliari dedicate ai clienti retail è infatti molto specialistico e non coerente con una piattaforma integrata di servizi corporate qual è Prelios» ha concluso Boeri.
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