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Sesso minorile, la scioccante tolleranza del sud

Creato il 10 febbraio 2014 da Makinsud

Per oltre un italiano su 3 il sesso tra un adulto e un minore è “accettabile”. 

Il logo di Save the children
È il dato clamoroso che emerge da un’indagine Ipsos per conto di “Save the children”, l’organizzazione internazionale indipendente che dal 1919 lotta per migliorare le condizioni di vita dei bambini. La ricerca, dal nome “Le interazioni sessuali adulti-minori a partire da internet”, è stata svolta in occasione del Safer Internet Day 2014, la giornata istituita dalla Commissione Europea e rivolta alla sensibilizzazione dei più giovani ad un uso corretto e responsabile della rete.

Tra le regioni del sud, le più alte percentuali di tolleranza e ammissibilità appartengono a Campania e Puglia. Nel tacco d’Italia queste relazioni sessuali sono ritenute “accettabili” da quasi un pugliese su due (47%), di cui il 21% le ritiene possibili sempre e il restante 26% solo a determinate condizioni. Il 90% ritiene il web un cavallo di Troia, in quanto strumento principale per iniziare e sviluppare certe relazioni. Una sorta di cura finalizzata a colmare i vuoti affettivi di un numero sempre più crescente di persone, come appurato dal 58% dei pugliesi che ricorrono al web (e soprattutto ai social network) per intrattenere nuovi rapporti di amicizia o di amore. Tra gli intervistati il 58% ritiene gli adulti i soli responsabili della nascita di queste relazioni, mentre per il 28% anche gli adolescenti provocano il contatto. Infine, il 32% della popolazione adulta pugliese considera i giovani d’oggi più disinvolti negli approcci con loro, il 50% più precoci sessualmente e il 45% non ancora pronti a relazioni sessuali con persone più grandi. Infine, 2 intervistati su 100 credono che un rapporto del genere possa essere formativo per il minore, ma il 60% ritiene comunque irresponsabili gli adulti implicati in simili rapporti e il 27% persino immaturi emotivamente.

I dati che arrivano dalla Campania non sono certo più confortanti. In linea generale il 22% dei campani

La rete di rapporti dei Social network
reputa “accettabili” queste relazioni, mentre per un altro 22% lo sono solo in condizioni particolari, come ad esempio il consenso dell’adolescente (8%), l’approvazione della famiglia del minore (5%) o che il ragazzo o la ragazza in questione possano essere più maturi della media (9%). Il vuoto relazionale che spinge ad utilizzare il web è anche qui confermato: infatti il 47% si approccia ai social network con la speranza di iniziare nuovi rapporti e il 15% conta tra i propri contatti adolescenti a loro sconosciuti. In questa direzione, il ruolo di “provocatore” viene assegnato ancora una volta ad internet dal 75% degli intervistati, con la complicità però della poca selettività dei ragazzi che così facendo aumentano il rischio di incappare in incontri pericolosi (per il 50%). La considerazione della popolazione campana non si discosta da quella pugliese sull’atteggiamento dei ragazzi: il 22% li ritiene più disinvolti con gli adulti, il 40% sessualmente più precoci e il 38% impreparati nella gestione di tali relazioni sessuali. Di contro, l’11% pensa che questa generazione sia complessivamente più matura rispetto a quella passata e il 18% che sia maggiormente in grado di gestire le proprie relazioni amorose. Nell’attribuzione delle responsabilità, il 36% considera gli adulti i soli colpevoli del contatto mentre il 54% riconosce agli adolescenti una parte attiva (di cui il 41% divide la responsabilità con l’adulto e più di un campano su 10 l’assegna completamente al minore). Rimane comunque un atteggiamento di condanna dal 57% dei campani nei confronti di chi intrattiene questi rapporti, a prescindere dal canale virtuale o reale sul quale si sviluppano.

Nella nostra esperienza di lavoro sul campo coi ragazzi, veniamo spesso a conoscenza di tentativi di interazione da parte di un adulto con un minore – ha commentato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the ChildrenNon ci aspettavamo un grado di tolleranza così alto dei rapporti da parte l’opinione pubblica che, a nostro avviso, prelude a un’accettazione di una deresponsabilizzazione e di un disimpegno degli adulti rispetto al loro ruolo nei confronti degli adolescenti“.

L’indagine risale allo scorso gennaio ed è stata effettuata su un campione di 1001 adulti di un’età compresa tra i 25 e i 65 anni, in vista dell’11 febbraio, data del Safer Internet Day. 


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