Il seguente post vuole essere un contributo alla lotta dei lavoratori e dei sestresi contro la chiusura del “cantiere navale” Riporto pertanto il link all’appello di Repubblica contro la chiusura del cantiere invitando tutti a firmare come semplice atto di solidarietà verso chi oggi difende quei posti di lavoro.
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Loris
Appelli Repubblica - La Repubblica.it
“Bisogna incominciare a perdere la memoria,
anche solo a pezzi e bocconi,
per rendersi conto che è proprio questa memoria a fare la nostra vita.
Una vita senza memoria non sarebbe una vita,
così come un’intelligenza senza possibilità di esprimersi
non sarebbe un’intelligenza.
La nostra memoria è la nostra coerenza, la ragione, l’azione, il sentimento.
Senza di lei, siamo niente”.
Louis Bunuel
Nel 1815 il maestro d'ascia Agostino Briasco impiantava il primo cantiere navale sulla spiaggia di Sestri Ponente. Negli anni successivi quell'attività profondamente legata con la stessa economia primitiva degli abitanti costieri avrebbe acquisito sempre più un ruolo confacente ad una azienda che non solo legava col territorio circostante ma con le esigenze stesse di un Paese che attraverso una unificazione gettava le basi e i pilastri di una sua industrializzazione e di una sua cultura operaia che attraverso il proprio lavoro rivendicava il proprio riscatto politico e sociale.
Negli anni il "Cantiere di Sestri" troverà assetti societari diversi e nomi diversi: Cantiere Ansaldo, Italcantieri, fincantieri... Dai suoi scali, scivolarono in mare transatlantici come il Rex(1932)l' Andrea Doria(1951) e la Michelangelo(varata nel 1962). Da alunno delle elementari ho regolato le mie uscite per andare a scuola con le sirene del cantiere che scandivano l'inizio del lavoro. Mi risuona nelle orecchie anche quel suono ritmico che precedeva per giornate intere il varo di una nave e a cui potevamo assistere sopraelevandoci un poco o sopra i terrazzi dei condomini o salendo verso le colline sestresi. Come ho detto il "Cantiere" è parte integrante del tessuto sociale e politico di Sestri e del ponente genovese. Dignità operaia durante il fascismo, la Resistenza da parte dei suoi operai, la lotta politica e sindacale nel dopoguerra. Il tutto vissuto in simbiosi con i sestresi. Riporto la testimonianza di Giovanni Agosti sul 16 giugno 1944, quando nel tentativo di fiaccare le lotte operaie i tedeschi e i repubblichini attuarono un rastrellamento deportando circa 1500 operai nei campi di concentramento in Germania."Nel 1944 ero al cantiere navale a Sestri che era dell'Ansaldo. Li abbiamo cominciato con gli scioperi, per la mancanza dell'olio e di altri generi di prima necessità.
Dopo ripetuti scioperi che abbiamo fatto nel '44 eravamo a bordo di una nave in costruzione, enon facevamo niente, per sabotare. Venne un ingegnere che si chiamava Rosina, ed era il direttoredel cantiere. Ci disse di non scioperare più perché senno sarebbero venuti i tedeschi e ci avrebbero portato via. Ma era logico che non si poteva ascoltare quello che ci diceva lui. Abbiamo continuato con le agitazioni, finchè poi hanno fatto quel rastrellamento del 16 giugno del 1944 in cui ci hanno portato tutti a Mauthausen. lo sono finito a Mauthausen, e poi dopo di li ci hanno distribuito nei vari campi, perché quando ci hanno preso sul lavoro eravamo migliaia. Eravamo in tuta di lavoro con gli zoccoli. Ci hanno presi, portati via.Abbiamo subito delle umiliazioni quando siamo scesi dal treno a Linz; e siamo andati su questo monte che c'è per arrivare a Mauthausen. C'erano dei bambini dalla finestra che ci sputavano addosso, bambini di 5-6-7 anni, ed era indicativo di quello che insegnavano loro."
La testimonianza di Agosti è tratta da :
"Vite da compagni"
di Nicolò Bonacasa e Remo Sensoni
Edizioni EDIESSE
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