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Sete di potenza e bisogno di gloria

Creato il 12 settembre 2010 da Lucas
«Il malato di spazio desidera neutralizzare la contingenza del posto in cui in quel momento si trova. Egli vuole essere ovunque nello stesso tempo, vuole impossessarsi in un sol colpo della totalità. Ma il desiderio di possedere non è che una specificazione di una sete innata di potenza. Desiderio di rendere il mondo a sé congruente, più precisamente, di costringere il mondo a divenire Io. Che tutt'al più possa diventare mio invece che Io, ecco qual è il primo scandalo e il primo compromesso per la sete di potenza».Günther Anders, Patologia della libertà, Palomar, Bari 1993, pag. 75 (traduzione di Antonella Stricchiola).
Non so voi, ma io penso che questo compromesso (questo scandalo), illustrato sopra da Anders, descriva bene la parabola berlusconiana del potere. Dato che Berlusconi non è riuscito (al momento) a «costringere il mondo a divenire Io» (leggi: Lui stesso – vale a dire, non è riuscito a catalizzare sulla sua persona una sufficiente quantità di desideri convergenti¹), allora cerca di costringere il mondo a diventare suo. Ma di tutta questa roba (cose, persone) non riesce a goderne, dato che egli è, appunto, «un malato di spazio [che] desidera neutralizzare la contingenza del posto in cui in quel momento si trova». Berlusconi è un uomo che non ha fermezza, che non riesce a godere delle cose, persone che possiede perché l'oggetto posseduto (se goduto appieno) gli impedisce di essere ovunque nello stesso tempo, esso è un freno per la conquista della totalità. Insomma, una fellatio di una scambista russa e una peroratio capezzoniana o quagliarelliana non sono sufficienti a far sentire l'uomo realizzato e sicuro di sé. La gloria non si compra e ancora non l'ha capito². ¹ Last but not least l'apostasia finiana.² La gloria è come la grazia (e non la Grazia, Graziella e grazie al).

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