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Sette brevi lezioni di fisica

Creato il 20 novembre 2014 da Libereditor

Da ragazzo, Albert Einstein ha trascorso un anno a bighellonare oziosamente. Se non si perde tempo non si arriva da nessuna parte, cosa che i genitori degli adolescenti purtroppo dimenticano spesso. Era a Pavia. Aveva raggiunto la famiglia dopo aver abbandonato gli studi in Germania, dove non sopportava il rigore del liceo. Era l’inizio del secolo e in Italia l’inizio della rivoluzione industriale. Il padre, ingegnere, installava le prime centrali elettriche in pianura padana. Albert leggeva Kant e seguiva a tempo perso lezioni all’Università di Pavia: per divertimento, senza essere iscritto né fare esami. È così che si diventa scienziati sul serio.
Poi si era iscritto all’Università di Zurigo e si era immerso nella fisica. Pochi anni dopo, nel 1905, aveva spedito tre articoli alla principale rivista scientifica del tempo, gli «Annalen der Physik». Ciascuno dei tre valeva un premio Nobel.

Carlo Rovelli, Sette brevi lezioni di fisicaDivulgare significa condividere e condividere vuol dire partecipare in modo attivo a un progetto di crescita. Carlo Rovelli, fisico teorico e filosofo della scienza, si occupa di gravità quantistica e, con Lee Smolin e Abhay Ashtekar, ha dato origine alla teoria della gravità quantistica a loop, una delle più importanti linee di ricerca teorica che si propone descrivere le proprietà quantistiche dello spazio e del tempo.
Quando scrive, Rovelli fa riflettere e appassiona alla materia con piccole storie e con scintillanti paradossi che illuminano e affascinano.
Queste “lezioni”, che riprendono ed espandono una serie di suoi articoli pubblicati sul Sole 24 Ore, ci offrono un’eccellente panoramica delle straordinarie rivoluzioni avvenute nella fisica del XX secolo e della ricerca in corso.
“Il problema nasce già nella fisica classica ed è stato sottolineato dai filosofi fra il XIX e il XX secolo, ma diventa assai più acuto nella fisica moderna. La fisica descrive il mondo per mezzo di formule che dicono come variano le cose in funzione della «variabile tempo». Ma possiamo scrivere formule che ci dicono come variano le cose in funzione della «variabile posizione», oppure come varia il gusto di un risotto in funzione della «variabile quantità di burri». Il tempo sembra «scorrere», mentre la quantità di burro o la posizione nello spazio non «scorrono». Da dove viene la differenza?…”

Carlo Rovelli, Sette brevi lezioni di fisica, Piccola Biblioteca Adelphi, Adelphi 2014.


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