Sette buoni motivi per cui il Logo di Bologna è geniale

Questo qui sopra è il logo del nostro blog, lo abbiamo fatto sul sito apposito… E’ il brand con cui i grafici Matteo Bartoli e Michele Pastore hanno vinto il concorso indetto dal Comune e da Urban Center per trovare un simbolo che rappresenti la città.

Bè questo logo crea dibattito a go-go, persino tra noi di Laboratorio Politica Bologna che come si legge qui non siamo affatto d’accordo su come considerarlo.

Io lo valuto letteralmente GENIALE, mi piace molto.

Ecco i sette buoni motivi per cui il Logo è geniale

cambia i segni del linguaggio, una cosa affascinante: fa corrispondere a una singola lettera dell’alfabeto un diverso simbolo. Esattamente come si costruiscono le parole mettendo assieme le lettere, qui si costruisce una immagine finale mettendo assieme piccole immagini singole
crea dibattito: da quando è stato presentato sui social e sul web bolognese non si parla d’altro. E chiunque si intenda un po’ di marketing sa che il Sacro Graal che qualunque creativo sogna è fare Bingo con la CONDIVISIONE che dà il via al marketing virale
è un gioco divertente, di facile accesso e comprensibile a chiunque abbia un computer
è interattivo, è un logo che interroga il cittadino, ne ascolta le esigenze e si modifica per accogliere le istanze presentate
fa riflettere sull’idea che abbiamo di Bologna: che parola useresti per definire Bologna, e tu, quel che tu sei e quel che tu crei, è Bologna oppure no?
è originale, rientra nell’ambito delle creazioni che nascono da quel brodo di cultura unico al mondo che si sviluppa in città, solo qui. Infatti le immagini dell’alfabeto recuperano un immaginario storico tipicamente italiano, riprendendo liberamente alcuni archetipi figurativi di Bologna, come ad esempio la cinta muraria, il mattone mosaico, la croce del gonfalone araldico cittadino, ecc
è coraggioso, sarebbe stato molto più semplice puntare a un disegnino delle Due Torri, o a un Tortellino… certo, avere come simbolo due Tette sarebbe stato ancora più coraggioso, ma non si può pretendere troppa ironia, sono pur sempre politici!