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Sette fermi per favoreggiamento. Martone, Locri e Gioiosa Jonica

Creato il 08 febbraio 2014 da Yellowflate @yellowflate

carabinieri diaAll’esito di complesse ed articolate indagini condotte con il supporto di presìdi tecnologici, nella mattinata odierna, la Squadra Mobile di Reggio Calabria diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro ed il Commissariato di Siderno, con il supporto di pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine “Calabria”, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere (nr. 9376/11 RGNR/DDA, 5871/12 RG/GIP e nr. 51/13 OCC), emessa dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti dei seguenti 7 soggetti:

  • Mario Marino, 43enne nato a Martone;
  • Massimiliano Demasi, 41enne nato a Locri;
  • Francesco Demasi, 43enne nato a Martone;
  • Giovanni Fortuna, 40enne nato a Locri;
  • Matteo Fichera, 26enne nato a Locri;
  • Giorgio Fichera, 52enne nato a Martone;
  • Giuseppe Loccisano, 55enne nato a Gioiosa Jonica.

I sette sono tutti accusati di favoreggiamento personale (reato di cui agli artt. 81 cpv, 110,112 nr. 1, 378 commi 1° e 2°, aggravato dall’art. 7 della Legge 203/91), per aver favorito la latitanza di Giuseppe Gallizzi 63enne nato a San Giorgio Morgeto (RC), già colpito da ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere (nr. 6191/07 e 9689/08 RGNR, nr. 5418/07 e 4775/09 RG/GIP) emessa dal gip presso il Tribunale di Torino in data 31.05.2011, nell’ambito della cd. Operazione “Minotauro” che aveva avuto il pregio di disvelare l’articolazione ‘ndranghetistica operante nel territorio piemontese ed avente stretti legami con le strutture organizzative e soggetti di spicco presenti nel comprensorio Jonico-Reggino, fra cui Giuseppe Commisso, inteso “U Mastru”.

Nel corso di tale indagine torinese era emerso il presunto ruolo di assoluto rilievo svolto all’interno della ‘ndrangheta dal Gallizzi, il quale, già sorvegliato speciale, annovera svariate denunce per estorsione e reati associativi. Difatti, egli, ritenuto dagli inquirenti un esponente della cosca Ursino di Gioiosa Jonica per il territorio di Torino e zone limitrofe, è stato colpito dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere sopra richiamata, rendendosi latitante (sebbene, successivamente, in sede di Appello, è stato assolto dall’accusa di associazione mafiosa. Condannato in primo grado dal gup presso il Tribunale di Torino, a seguito di giudizio abbreviato in data 02.10.2012, ad otto anni di reclusione per associazione mafiosa, successivamente, in data 05.12.2013, Giuseppe Gallizzi è stato assolto “per non aver commesso il fatto” dalla Corte di Appello di Torino)
Pertanto era stata allestita in suo favore una fitta ed efficiente rete di protezione e di ausilio, resa possibile grazie al costante, sistematico e metodico impegno di un numero non esiguo di persone che sono state identificate dagli investigatori della Squadra Mobile e del Commissariato di Siderno tramite mirati servizi di intercettazione e videoripresa.
In tal modo, dopo undici mesi di faticose e capillari ricerche, alle prime ore del mattino del 9 maggio 2012, il fuggitivo è stato localizzato e catturato dagli agenti della Polizia di Stato appartenenti alla Squadra Mobile di Reggio Calabria ed al Commissariato di Siderno, all’interno di un appartamento di via Bruno Buozzi nr. 38 nel centro storico di Martone (RC), un piccolo paese ubicato sulle colline sovrastanti il centro abitato di Gioiosa Jonica, in una zona resa impenetrabile dalla particolare conformazione del territorio e dalla struttura urbanistica medioevale del borgo, evocante una vera e propria fortezza.<br />
Le investigazioni, sfociate nell’emissione del provvedimento restrittivo della libertà personale per i presunti fiancheggiatori, erano iniziate nel settembre del 2011, attraverso numerosissimi servizi di osservazione, controllo e pedinamento nei confronti di un nucleo ristretto di potenziali favoreggiatori, consentendo, in una prima fase, di ricostruire i movimenti di alcuni soggetti (alcuni dei quali legati al Gallizzi da vincoli di parentela) incaricati di gestire la latitanza del ricercato &#8211; permettendogli, tra l’altro, di poter incontrare periodicamente la compagna &#8211; ed, in un secondo momento, di individuare il nascondiglio e di procedere alla sua cattura.<br />
Tra i soggetti colpiti dal provvedimento, gli investigatori sottolineano il ruolo che sarebbe stato svolto da Mario Marino, titolare della “Edil Costruzioni snc”, secondo l&#8217;accusa vero e proprio organizzatore e punto di riferimento dell’intera rete di uomini e mezzi impiegati per proteggere la latitanza del Gallizzi; nel corso delle indagini, è stato accertato che Marino sarebbe stato coadiuvato, oltre che dai prossimi congiunti del latitante, dagli altri indagati, di volta in volta, utilizzati per reperire alloggi sicuri nel centro di Martone o per fungere da staffetta alle auto a bordo delle quali veniva trasportato il ricercato o la convivente, ovvero generi di prima necessità e capi d’abbigliamento.<br />
All’esito delle investigazioni è emerso chiaramente che Marino, già arrestato nel 1995 per favoreggiamento personale e detenzione di armi clandestine, si fosse costantemente occupato non solo di organizzatore gli incontri tra il ricercato e la compagna ma anche di aver intrattenuto significativi contatti e rapporti con gli altri indagati, segnatamente i fratelli Francesco e Massimiliano Demasi (dipendenti della ditta del Marino), nonché Giorgio e Matteo Fichera (padre e figlio), i quali si sarebbero messi a sua disposizione per eseguire prontamente, alla bisogna, le sue consegne attraverso un canovaccio consolidato e collaudato.<br />
Quanto agli altri soggetti colpiti dalla misura cautelare, Giovanni Fortuna e Giuseppe Loccisano, mentre il primo avrebbe partecipato allo spostamento del latitante nell’ultima fase avvenuta poche ore prima del suo arresto, l’altro avrebbe messo a disposizione della compagna di Gallizzi il suo appartamento posto al primo piano dell’immobile sito a Gioiosa Jonica, in contrada Elisabetta, in uno dei suoi molteplici spostamenti finalizzati ad incontrare il compagno latitante, così come è stato documentato attraverso un apposito servizio di videosorveglianza.

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