Magazine Diario personale
Per una settimana (compreso ieri, domenica), al termine del volontariato, dopo le prove del Macbeth, prima dell'appuntamento con F, paziente come Giobbe, temendo Dio e fuggendo il male, sfoderato il trolley della spesa, montatici e smontatici su due trasportini per un totale di quattordici volte e di venti chili lordi, MR è riuscita nella titanica impresa di recarsi a piedi dal gigante verde.
Ma per dovere di cronaca, qui di seguito qualche dettaglio su ciò che ha fatto da corollario alla singolare costante che ha caratterizzato la settimana appena trascorsa.
Lunedì, al termine del volontariato.
MR, accolta dalla Madre Generale o Superiora, dalla psicanalista di orientamento lacaniano, dall'assistente sociale, da Suor S e da alcune delle ragazze, tutte riunite all'ingresso della casa famiglia, annuncia che non si potrà trattenere fino alla solita ora perché deve portare i gatti dal veterinario.
"Sì, certo, mi ricordo di te... ci siamo incrociate circa tre mesi fa!" esclama la psicanalista dopo aver indagato sull'età, le patologie, i perché e i percome della leonessa e della mucca, tutta protesa verso l'allargamento dei propri orizzonti terapeutico-analitici, progettando incursioni nella psiche della fauna.
"E quanto costa curare un gatto? Ah, no, due, ne deve far curare due! Ma non può darli via?" suggerisce schifata la Madre Generale o Superiora, dopo una approfondita esposizione di MR su forma e consistenza di feci e vomito con i quali si sta confrontando da tre settimane.
Da martedì a sabato.
Le prove del Macbeth stanno mettendo a dura prova la lavatrice di MR, che con una frequenza di due lavaggi al giorno a 60° ridona splendore agli indumenti con i quali si rotola, si spalma, striscia, per esigenze scenico-registiche, sul palcoscenico - pulendolo da cima a fondo. Le stesse esigenze scenico-registiche le stanno insegnando a farsi di crack, a scaldarsi la dose e a tirare strisce di cocaina con conseguenze coreografiche in cui, insieme alle altre streghe, canta mentre si dimena con il bacino e assume sul volto l'espressione estatica di Santa Rita da Cascia in adorazione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Sabato.
Sul pianerottolo di casa, in attesa dell'ascensore, trolley alla mano, MR si imbatte in O la rumena.
"Dooove andare!? Ce faci!? C'è pisica... gattino, da! Ahahahahahaha, Unde vai? Fare spesa cu gattini... ahahahahahah sunt frumoase sci draga, andare, MR, andare, da."
MR viene colta dalla tentazione di buttarsi nella tromba delle scale ma, viste le ridotte dimensioni - rimarrebbe incastrata - ci ripensa, infila l'ascensore e si lascia alle spalle O la rumena e il tentativo di suicidio.
Domenica.
MR ha appuntamento con F. Arriva con quasi un'ora di ritardo poiché sorpresa e bloccata dalla pioggia, trolley alla mano, mentre si reca da Hulk. F minaccia telefonicamente MR di farle pagare un primo estroso scotto per la pesante attesa. Mette in atto la minaccia indugiando intorno al Battistero di San Giovanni senza lasciarsi trovare. Spezzati gli indugi si recano a pranzo in un ristorante dove i camerieri sbagliano nel prendere l'ordine, sbagliano le porzioni, sbagliano dolce; a loro discolpa l'intensa utenza e una patina di rincoglionimento che li ricopre. F e MR per compensazione arrivano con un'ora di anticipo al dibattito-incontro di Paolo Sorrentino a Palazzo Vecchio. La compensazione comporta un inaspettato quanto esaltante vis-à-vis, "dietro le quinte", con il regista che con F condivide la terra d'origine, dunque, una certa napoletanità e la posa per una foto (scattata da MR come pagamento del secondo scotto). Vis-à-vis, ma reiterato, anche con Ezio Mauro che dopo aver incrociato gli sguardi di F e MR a Palazzo Vecchio, in Piazza della Signoria e alla stazione di Santa Maria Novella, sentendosi perseguitato, medita sull'eventualità di contattare la Digos. La napoletanità di cui sopra trova la sua massima espressione quando F e MR, dalle quinte, scavalcano la fila di un paio di centinaia di persone entrando fra i primi nel Salone dei Cinquecento, dove sta per fare il suo ingresso Paolo Sorrentino. F esorta MR a non confondere il concetto di flessibilità, che le spiega scrupolosamente, con quello di napoletanità; MR dopo una lauta consumazione a base di dolci, gelati e succhi di frutta con F in un bar, approfittando della distrazione del cassiere, viene solleticata dall'idea della fuga. F mostra soddisfazione per l'assimilazione del concetto di flessibilità da parte di MR ma questa volta la esorta a non esagerare e va a pagare.
La settimana si conclude con l'accoglienza di una scarica liquidissima della leonessa che fino a qulache giorno prima sembrava sulla strada della guarigione.
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