Best of the East
Best Team: Atlanta Hawks
Nessuno sembra in grado di fermare gli Hawks. In grado di superare in scioltezza gli avversari meno ostici, come successo con Sixers e Celtics nelle ultime due uscite, di fermare con autorità squadre in serie positive pazzesche, come i Pistons, o di compiere delle vere e proprie imprese, come le vittorie in doppia cifra contro Grizzlies e Wizards. Il tutto nel giro di poco più di una settimana. I successi consecutivi sono saliti a dieci, il record è esploso verso numeri da record per la storia della franchigia (31-8) e Atlanta ha fortificato il primo posto nella Eastern Conference, tenendosi ben alle spalle Washington e Toronto. Pur rimanendo nei primissimi posti in termini di produzione offensiva (7°, 103.1 punti a partita), la squadra di Mike Budenholzer è diventata la seconda miglior difesa della Lega (96.8 punti) e continua a stupire per capacità e continuità di rendimento di un roster all’apparenza di livello non altissimo. Prossimamente arrivano le gare contro Raptors e Bulls. Si confermeranno invincibili?
Best Player: Kemba Walker
Kemba Walker, Charlotte Hornets – Immagini fornite da Panini SPA
L’ottima striscia vincente degli Hornets, che, dopo aver iniziato il nuovo anno con la sconfitta contro i Cavaliers, avevano messo in fila cinque vittorie consecutive contro Magic, Celtics, Pelicans, Raptors e Knicks, si è interrotta contro gli Spurs, ma ha comunque permesso a Charlotte di salire ad un record di 15-25, a un tiro di schioppo dai Nets (16-23), ottava ed ultima forza al momento in zona playoff in Eastern Conference. Non è un caso che, proprio in questo periodo, Kemba Walker abbia alzato vertiginosamente il proprio rendimento. Sei partite consecutive oltre i 25 punti, 179 in totale segnati negli ultimi 218 minuti d’impiego, con un più che dignitoso 63/133 al tiro, con 5.1 rimbalzi e 4.5 assist, oltre a ben 3 stoppate contro San Antonio e un plus/minus complessivo di +74. Un periodo d’oro, insomma, tanto per Walker quanto per gli Hornets, che ora affronteranno nell’ordine Pacers, Timberwolves e Heat. Se dovesse arrivare un trittico di successi, potremmo ritrovarli nelle posizioni che contano.Best of the West
Best Team: Golden State Warriors
Ormai sono finite le parole per descrivere questa magistrale stagione dei Warriors. Unici insieme agli Hawks a non aver ancora perso nel 2015, in striscia positiva dalla sconfitta di Natale contro i Clippers, sono arrivati ad otto vittorie consecutive grazie ai successi della settimana contro Pacers, Cavaliers, Jazz e Heat, terminati con la bellezza di 112.2 punti di media segnati e soli 97.5 subiti. Le vittorie sono salite a 31 nelle prime 36 partite giocate in questa regular season, senza sconfitta nelle 13 partite giocate contro la Eastern Conference e con una sola defezione in casa su 18 match giocati alla Oracle Arena. A ciò aggiungiamo il primo miglior rendimento NBA per punti segnati (109.3 a partita) e per assist (27). Stephen Curry e Klay Thompson insieme scrivono 44.6 punti di media, con 8.4 rimbalzi, 11 assist e 3.3 rubate a partita. Numeri mostruosi, che sembrano confermare a pieno la bontà della scelta di Steve Kerr come head coach. Se continuano così, fermarli sarà un’impresa per chiunque.
Best Player: Ty Lawson
Nel nuovo anno dei Nuggets è subito arrivata una sconfitta, di misura contro i Bulls, poi, finalmente, cinque gioie consecutive, dapprima con un +29 straordinario contro i Grizzlies, poi con i convincenti successi contro Timberwolves, Magic e Kings, ed infine con l’ottima vittoria contro i Mavericks. Il vero trascinatore di Denver è stato Ty Lawson: escludendo la modesta performance contro la derelitta franchigia di Minneapolis, la guardia da North Carolina ha messo insieme quasi 25 punti di media, con una fantastica performance al tiro (36/59), cui si aggiungono 4 rimbalzi e 9 assist a partita, oltre ad un plus/minus di +59 negli ultimi 151 minuti giocati. Lawson, al contrario dei suoi Nuggets, sta vivendo una stagione da protagonista (17 punti e 10.1 assist a partita), utile a tenere l’altalenante Denver almeno in (lontana) vista playoff, a quota 18 vittorie e 20 sconfitte, con i Suns ultimi qualificati al momento a 23-18. Se Mile High City finisse di vivere in alto mare, potrebbero ancora sperare nell’obiettivo.
Best of the Rest
MO-RVELLOUS: le migliori prestazioni stagionali erano, fino ad un paio di giorni fa, i 46 punti di Carmelo Anthony contro i Jazz e Pau Gasol contro i Bucks. Poi, arriva, d’improvviso, Mo Williams e li cancella, con un career, franchise-high da 52 punti contro i Pacers. 19/33 al tiro, 6/11 da oltre l’arco, 4 rimbalzi, 7 assist e prima vittoria di Minnesota, i cui tifosi non avevano mai visto tanti punti da un loro giocatore, dopo la bellezza di quindici sconfitte consecutive. Mo-rtifero.
BLAZERS IN A BLAZE: la sconfitta contro i Clippers non cambia le carte in tavola: Portland è tra le migliori squadre al momento in NBA. 30 vittorie e soltanto 9 sconfitte, convincente contro l’Ovest (13-7), mortifera contro l’Est (17-2), fantastica al Rose Garden (18-4), ottima in trasferta (12-5). Damian Lillard e LaMarcus Aldridge stanno vivendo un’altra stagione da protagonisti e sembrano intenzionati a portare i Blazers in alto. Forse, in altissimo.
Worst of the East
Worst Team: Cleveland Cavaliers
La vittoria contro i Lakers cambia soltanto leggermente la sostanza dei fatti: è stato un periodo da incubo per i Cavs quello appena trascorso. Dopo la vittoria contro gli Hornets all’esordio in questo 2015, sono arrivate sei sconfitte consecutive, con passivi a dir poco preoccupanti: -19 contro i Mavericks, -12 contro i Rockets, -18 contro i Warriors, -19 contro i Kings e -7 contro i Suns, nel giorno dell’agoniato rientro di LeBron James sul parquet. Ah e nel mezzo c’è stata una sola defezione di misura, ma è arrivata contro i tragici Sixers, quindi è da considerarsi anche peggiore delle precedenti. L’ultima uscita contro i gialloviola ha dimostrato lo strapotere del Prescelto, autore di 36 punti, ma anche che Cleveland, senza la sua guida,non è una squadra completa né di altissimo livello. Il record è tornato al 50% (20-20), ma il sesto posto in questa Eastern Conference non può bastare per sorridere. Serve un cambio di marcia, per aspirare all’anello.
Worst Player: Joe Johnson
sette sconfitte consecutive dell’ultimo periodo, di cui alcune pronosticabili, contro Mavericks, Rockets e Grizzlies, altre almeno accettabili, contro i Pistons di questo periodo o gli Heat, mentre un paio da mettersi le mani nei capelli, arrivate contro Celtics e Sixers, quest’anno tra le peggiori compagini in NBA. “Eroe” di questa giungla degli orrori è stato Joe Johnson, che dovrebbe essere piuttosto il trascinatore di Brooklyn: 14.8 punti di media, tirando con il 36.6% dal campo e con un osceno 14/41 da oltre l’arco, cui ha aggiunto soltanto 28 rimbalzi, 24 assist ed un plus/minus di -37 negli ultimi 267 minuti sul parquet. In stagione segna 16.2 punti con il 43.8% dal campo ed il 37.4% da tre punti, comprensivi di un plus/minus appena sufficiente (10.7). I Nets sono scivolati all’ottavo posto in Eastern Conference, con un record che, ora, preoccupa seriamente (16-23) e li tiene a mala pena a galla nella corsa alla post-season. Ad Ovest, però, sarebbero al 14esimo posto..Worst of the West
Worst Team: Memphis Grizzlies
Non è per niente facile trovare un peggiore nelle posizioni che contano della Western Conference. Nel lotto delle prime undici squadre, tutte con almeno il 50% di vittorie nelle ultime dieci partite giocate, scegliamo i Grizzlies, che hanno vissuto un inizio di 2015 altalenante. Successo di misura sui Lakers, batosta subita dai Nuggets, affermazione convincente sui Knicks, sconfitte, ancora oltre la doppia cifra, contro Hawks e Pelicans. Infine, a rivalutare la loro situazione, due gioie contro Suns e Nets. Il record resta molto confortante (27-11) e Memphis è riuscita a mantenersi in terza posizione ad Ovest, tallonata però da molto vicino da Rockets, Mavericks e Clippers. Preoccupa che i Grizzlies siano nella media come punti segnati (101.8 a partita) e in quanto a rimbalzi raccolti (42.4) e, nel frattempo, la difesa è scesa all’ottavo posto assoluto nella Lega, con 97.9 punti subiti di media. La Western Conference non concede pause troppo lunghe, se non si vuole rischiare di uscire dai migliori.
Worst Player: Dante Exum
Analizzando le prime scelte dello scorso Draft si scoprono più maledizioni che effettive sorprese. A parte un Andrew Wiggins che pare essersi svegliato definitivamente da Natale a questa parte, Jabari Parker, Joel Embiid e Julius Randle sono stati fermati dagli infortuni, che ne hanno compromesso o ne hanno proprio annullato la stagione da rookie, mentre Aaron Gordon, Dante Exum e Marcus Smart stanno trovato poco spazio nelle rispettive franchigie. Dei tre il peggiore è stato, senza dubbio, l’australiano dei Jazz, che segna la miseria di 4.9 punti di media, con il 38.1% al tiro ed il 31.8% da oltre l’arco, cui aggiunge 1.4 rimbalzi e 1.9 assist in 18.6 minuti d’impiego di media. Saranno pur molto pochi, ma sono abbastanza per mettersi in mostra e cominciare a dimostrare il proprio talento, soprattutto in una franchigia malandata come Utah, a quota 13 vittorie e 26 sconfitte e già fuori da ogni corsa per i playoff in Western Conference. Che sceglierlo alla quinta chiamata sia stato un azzardo?
Worst of the Rest
TROVA LE DIFFERENZE: in Eastern Conference per qualificarsi ai playoff, al momento, servono 16 vittorie su 39 partite giocate. Ciò significa che, a fino anno, ne basteranno circa 30-35 per volare in post-season. In Western Conference ne servirebbero 23 in 41 match, quindi la bellezza di 45-50 a fine stagione. La differenza sembra evidente a chiunque, salvo a chi continua a confermare questo scempio. A quando un cambiamento?
MAI UNA GIOIA (Knicks version): pensavate che i Sixers fossero la peggior squadra sui parquet NBA di questa regular season? Pensavate che, peggio della loro partenza senza una vittoria per settimane, non ci fosse nient’altro? E invece no. Ecco le 16 sconfitte consecutive dei Knicks, 5 successi nelle prime 41 gare di quest’annata a dir poco disastrosa e peggior prestazione di sempre nella storia della franchigia. Mai una gioia (since 12th December 2014).
*Immagini fornite da Panini SPA