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Sez. Le torte di Ninà - Il barattolo

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Sez. Le torte di Ninà - Il barattoloGli ombrelloni multicolori sono piantati in fila. Le spiaggine disordinatamente sparse, niente file parallele, niente grigliati rettangolari quadrati squadrati – questa è una spiaggia libera. Questi signori sono appena arrivati, devono essere un gruppo di amici, un gruppo di famiglie in realtà, c’è chi legge un libro un po’ in disparte, chi sfoglia giornali di pettegolezzi, alcuni prendono il sole, altri parlano fitto fitto, altri ogni tanto ridono di gusto. Ognuno sembra impegnato in qualcosa e in niente allo stesso tempo, a turno entrano in acqua, più trasparente del cielo terso, è tutta una profusione d’azzurro, luce e bianco luccicante di sabbia. I bambini giocano tranquilli, sguazzano liberi come pesci, urlano, si tuffano, si spruzzano.All’improvviso tutto si ferma. Chi leggeva smette, chi parlava tace, chi nuotava si asciuga.Tutti presi da una strana frenesia cominciano a scuotere asciugamani, infilare creme solari dentro le borse, sciacquare pinne e maschere e palette e secchielli, gli ombrelloni vengono chiusi, le spiaggine radunate in un mucchio, tirano su solo le borse più piccole e si muovono all’unisono andando via in file indiane appaiate. Dove se ne vanno? Eccoli arrivati. Sono saliti come in cordata sulla duna di sabbia. All’ombra di alcuni ginepri secolari piegati dal maestrale è già pronta una tavolata lunga lunga, c’è chi va a destra, chi va a sinistra ma ognuno sa precisamente cosa deve fare. Dopo un certo tramestio ecco che tutti siedono e per un attimo cala il silenzio, uno degli uomini afferra un enorme boccale e comincia ad affettarci dentro delle pesche fino a riempirlo quasi del tutto, una delle donne gli passa un bottiglione di vino scuro, l’uomo lo versa in religioso silenzio, poi tutti tornano a ridere e a parlare e cominciano a sfilare da un lato all’altro melanzane e peperoni arrostiti, polpetti alla diavola, olive condite con aglio prezzemolo e finocchio selvatico, bottarga, acciughe, e poi gnocchetti alla campidanese con la salsiccia coi semi d’anice e pasta fredda con pomodoro e basilico, pasta al forno e cannelloni con carne e funghi e torte salate e frisciura a cassoba e trottobia, e agnello in umido con le uova e agnello in umido con limone, e procceddu arrustu, e sedano e ravanelli e finocchi e lattuga e uva e melone e anguria e quanto mangiano questi qui?
All’improvviso tutto si ferma. Lunghi sguardi scorrono per la tavolata, sono sguardi di sgomento, di terrore, di disperazione, dalle espressioni trafelate di molte donne si intuisce che qualcosa è stato tralasciato, qualcosa nel perfetto ingranaggio si è inceppato, una donna si alza e comincia a guardare in ogni sporta, a cercare freneticamente, “non ci sono” dice con un tono tra lo sconsolato e il depresso. Tutti gli sguardi si focalizzano al centro del tavolo, un enorme civraxiu troneggia con la sua crosta perfetta come un dono degli dei, poi tutti si girano a guardare la più giovane del gruppo, quella che sfoggia una linea perfetta, come se aspettassero qualcosa da lei, lei all’inizio fa finta di niente, ma quando in coro le urlano “tirala fuori lo sappiamo che ce l’hai nella borsa” prova a negare “no, non ce l’ho, ho smesso, non ce l’ho”, “tirala fuori” ripetono con tono minaccioso, “va bene, va bene” dice arrendevole, prende la sua piccola borsa di paglia e ne tira fuori un barattolo da chilo.Il pane viene tagliato per tutta la sua grandezza in due cerchi dal fondo dorato, la mollica e bianca e trasparente, la nutella cola dal barattolo, riempie i buchi che il lievito ha formato come piccoli crateri rigurgitanti, viene tirata con delicatezza dal coltello fino a coprire ogni centimetro ogni anfratto e impregnarne ogni molecola.Nel barattolo non resta niente perché i bambini se lo prendono e se lo portano via per leccarselo fino all’ultimo.La smilza lo guarda con nostalgia addentando la sola fetta che le spetta di torta pane e nutella.

Grilletto Salterino


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