Paola prende la farina, la pesa (quattrocento grammi) e la butta per terra, la sparge con pi piedi, poi la raccoglie con scopa e paletta e la ripone a fontanella in una terrina.Adesso è il turno delle uova: le apre in una ciotola, chiama il gatto dei vicini e ne fa leccare un po’ – è goloso per le uova, questo gatto non sa resistere!Lo zucchero è già pronto: lo aveva messo in balcone prima, adesso è sicuramente pieno di formiche: dopo la cottura si confondono con le noci che Paola frantuma e con la cannella macinata non troppo a velo. Il burro lo compra scadente, il peggiore (chissà come lo fanno, si chiede Paola), per sì e per no Paola lo mette su un piatto di plastica, scende giù per strada: c’è il cane adottato dal vicinato, un vecchio spinone probabilmente allergico alle pulci, ha qualche piaga che si ostina a leccare: lo spinone leccherà il burro a mo’ di benedizione. Tutti gli ingredienti sono pronti: se le mele di Biancaneve fossero in commercio, Paola ne comprerebbe un chilo, ma si sa, certe bontà esistono solo nelle favole; si fa di necessità virtù, pensa Paola mentre, in cucina, si diverte a giocare a calcio con le mele.La torta è pronta, Paola con il vestito che la signora Maria le ha regalato, è orribile, una cosa fuori moda che chissà in quale svendita lo avrà comprato, un’orribile fantasia di rose rosse grandi quanto un girasole, circondate da foglie gialle su sfondo verde petrolio. E con qualche farfalla.
La signora Maria è arrivata, Paola ha aperto le finestre, la signora Maria ringrazia per il dolce, ne sente il profumo, Paola pensa che a profumare è l’altra torta, quella buona che lei ha fatto per sé, intanto la signora Maria accetta di bere un tè, Paola versa il tè e intanto agevola una bella fetta di torta di mele alla cara suocera, la signora Maria avvicina alla bocca un pezzetto di torta e mentre lo gusta pensa a quel bel vestitino che Paola indossa, l’aveva dimenticato a casa sua Dolores, la colf peruviana che sparì all’improvviso, forse morta… soffriva di eczema o forse era psoriasi o chissà quale altra dermatite: a Paola quell’abito dona proprio, dona davvero, neanche a Dolores stava così bene, pensa la signora Maria.
GD