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Sfogliando il "Bullettino" del canonico Spano

Creato il 16 agosto 2010 da Zfrantziscu
di Atropa Belladonna
La serie “Bullettino archeologico sardo, Raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna” di Giovanni Spano è disponibile in forma digitale nel sito www.archive.org. Raggruppata in 6 volumi, facilmente e velocemente sfogliabili (anche in automatico) alla ricerca di cose interessanti, nel caso presente iscrizioni sarde diciamo così, “strane” o inusuali.
La statua del Sardopatore. Inizio da una non ben precisata statua del Sardus Pater (se qualcuno ne sa di più, magari se sa che non esiste o è un falso, alzi pure la mano: a me sembra talmente anacronistica!) “[...] Altro illustre monumento tramandatoci dagli storici intorno a Sardo è il seguente , col quale ci ricordano che i sardi mandarono in dono una sua statua per venir collocata nel tempio di Delfo[..] Che questa statua , che non sappiamo di che materia fosse , se di bronzo, o d'altra nobile materia, perché lo tace l'autore che la copiò, sia di Sardopatore , ossia del Padre Sardo, non lascia dubitarne l'iscrizione fenicia che ha nello zoccolo. Basta confrontare le ultime quattro lettere , come ben osservava il citato Della Marmora, con quelle ch'esprimono il nome proprio di Sardon sulla Lapide Fenicia del R. Museo di Cagliari per non poterne dubitare; anzi dalla forma delle lettere queste iscrizioni sembrano contemporanee. Essendo però le prime due lettere puramente ebraiche un Lamed ed un Beth non possiamo conciliare questo miscuglio di lettere se non aderendo al sentimento del Cav. Della Marmora, cioè che il disegno della statua sia stato troppo logoro nell'iscrizione, e quindi che sia stato ritoccato da qualche Ebreo abitante nell'Isola sostituendo all’aleph un lamed , e tralasciando l’He dimostrativo, come è nella citata Lapide, Hab (pater), appunto perché scomparse le lettere fenicie, né conoscendo questa scrittura l'abbia supplita nel miglior modo ed a senso in ebraico” (1).
A parte la fantasia dello scrivente ed il disegno che fa sorridere, qualcuno dovrebbe spiegarmi che senso ha in ebraico tale frase. Noto comunque che lo Spano favoriva la lettura H ’AB ŠRDN nella stele di Nora, definendo H il “dimostrativo” .
(II) Tre più tre lettere: un amuleto ed uno scarabeo. Continuo con due iscrizioni triletterali definite fenicie. Non posso dire molto data l’incertezza sulla trascrizione ed anche sulla traslitterazione, se non che identificare la prima lettera a destra, nell’amuleto (A) con una kaf (e non con un yod per esempio) mi sembra totalmente errato, così come leggere il nome di un fantomatico re egizio Achor sullo scarabeo (B) è mostra di bella quanto disperata inventiva. Ma andiamo con ordine e sentiamo cosa dice lo Spano sull’ amuleto (A): “Questo che qui riportiamo ha incise tre lettere fenicie, disposte in questo modo, e perché lo crediamo raro perciò ne lasciamo un articolo separato. Non cade dubbio sulla prima lettera di essere un chaph e sull’ultima d'esser un beht. La seconda poi sebbene sia rara nelle altre iscrizioni sardo-fenicie, pure non può essere che un lamed di modo che io leggerei chèlev o chàlev. Questa voce in tutte le lingue orientali significa cane'”
Segue una sfrenata fantasticheria su Caleb e sul fatto che il cane fosse disprezzato come guardiano del gregge. A me di dubbi ne cader più di uno sulla prima lettera, mentre la seconda è sì un lamed, ma proto-cananeo, va bene che lui non poteva saperlo (ma oggi sì che possiamo!).
Sentiamo ancora che dice lo Spano sullo scarabeo (B): “Molti sono gli scarabei usciti dalle tombe di Tharros che hanno nella parte piana una o più lettere fenicie, e della più antica forma. Nella nostra collezione se ne contano due che hanno al di sopra della scena egiziana una lettera nun.[…] Ma i più rari sono quelli che hanno più lettere le quali possono determinare un nome [...]avendone mandato il disegno al ... Garrucci, ecco come egli si esprimeva intorno al significato del medesimo[..] ”io leggo le tre lettere עחר Hachor, essendo la terza manifestamente un resch non un dalelth nella lapide di Nora. Mi piace ancora che venga questa pietra a compire l’alfabeto della detta lapida, nella quale manca il ח e se avrà luogo il mio sospetto in quelle tre lettere sia tradotto l'egiziano nome del Re Achor si potrà cominciare a veder più chiaro intorno alle prime sorgenti di quell’alfabeto singolare che non ha confronto fuori della Giudea, se non in due lapidi sole di Malta, ed in qualche pietra incisa, che però non può assegnarsi a verun determinato paese”.
Immagino che con “alfabeto singolare” ci si riferisse a quello che oggi noi chiamiamo fenicio, mentre quello che che qui viene chiamato fenicio ingloba anche il punico. Comunque, a parte che non so chi sia il re egizio Achor, vorrei pure sapere dove stanno ora questi due oggetti scritti.
(III) Il guerresco Lefisi. Ahimè, la nevralgia di ferragosto (per me un grande classico) mi fa vedere cose inesistenti e vedo un analogo del Lefisy della stele di Nora su questa “Ghianda da guerra”. Cosa sia una ghianda da guerra travalica le mie conoscenze, ma è molto più interessante sentire ancora una volta lo Spano: “Tanto nel R. Museo di Cagliari, quanto presso le raccolte dei particolari sono da osservarsi certi oggetti di terra cotta in forma di uovo, di ciambelle o dischi schiacciati a guisa di fusajoli. Da molti si credono che siano voti (anathemata) fatti alle divinità da uomini superstiziosi, oppure trastulli puerili (1). Questi oggetti si trovano ordinariamente nelle tombe, i quali non sono altro che stromenti offensivi di guerra, Glandes bellicae (ghiande missili) chiamate dai Latini[...] Questi sassi sono quei ciottoli limpidi e duri, di figura rotonda (saxa globosa di Livio), o ovali che si raccoglievano dall’alveo dei fiumi come abbiamo dalla S. Scrittura parlando di Davidde contro il nemico Goliat”. Non c’è che dire, un bel minestrone.
Io dico che è stata una iniziativa lodevole raccogliere tanti dati, documenti, reperti come ci sono nella raccolta dello Spano: ma era proprio obbligatorio parlare e decidere su tutto, anche su quello di cui, in modo così evidente, non capiva assolutamente nulla?
(1) G. Spano, Moneta e Statua di Sardopatore, Bullettino archeologico Sardo, I (1),1855, p. 9. http://www.archive.org/stream/bullettinoarcheo01sala#page/n19/mode/2up
(2) G. Spano, Amuleto con iscrizione fenicia, Bullettino archeologico Sardo, II (5),1856, p. 72. http://www.archive.org/stream/bullettinoarcheo01sala#page/72/mode/2up
(3) G. Spano, Scarabeo Sardo Egizio con lettere Fenicie, Bullettino archeologico Sardo, VII (1),1861, p 26. http://www.archive.org/stream/bullettinoarcheo07sala#page/n35/mode/2up
(4) G. Spano, Ghiande belliche o pietre da fionda, III (1), 1857, p.13 http://www.archive.org/stream/bullettinoarcheo03sala#page/n21/mode/2up

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